Imperfezioni

La professoressa

Incontro casualmente la mia professoressa di letteratura in una via del centro. Siamo di fronte, ci guardiamo negli occhi per dieci secondi.

Mi balza il cuore in gola e in un attimo rivedo la mia classe, i miei compagni, il mio banco in fondo all’aula e lei che spiega meravigliosamente una poesia del Leopardi.

Ricordo il suo accento napoletano, la sua voce calma e la sottile ironia che la distingueva dagli altri professori.

Mi viene l’istinto di fermarla, di abbracciarla e di chiederle se insegna ancora nella stessa scuola.

Lei, con lo sguardo privo di espressione, prosegue per la sua strada sfiorandomi la spalla.

Non mi ha riconosciuta, eppure non sono cambiata molto.

Avevo un rapporto d’intesa con lei; studiavo con passione la sua materia e lei adorava i miei temi spronandomi a scrivere per il gusto di scrivere.

Provo a immaginare quanti studenti avrà guardato attraverso i suoi occhiali spessi e quanti temi avrà corretto in tutti questi anni.

Avrà sommato il mio entusiasmo insieme a quello di altri mille ragazzi, come una voce indistinta in mezzo a un coro.

Pretendere uno spazio nella sua memoria è praticamente impossibile.

Eppure… mi è mancata la sua stretta di mano.

Chissà perché certe volte crediamo di avere l'esclusiva nel cuore di alcune persone.