Imperfezioni

artisti e Artisti

Ci sono artisti che cercano un'identità, la loro identità che ancora non gli è stata riconosciuta, oppure non ancora separata dai loro principali modelli ispiratori. La loro arte, per il loro stato d'animo, svolge quindi una funzione identificativa. Quelle opere sono pure vissute nell'espressione di uno stato d'animo, di un significato, ma nascondono anche, e prima di tutto, il desiderio di essere riconosciuti. La firma diviene un sigillo, come a voler racchiudere uno spazio nell'universo, come se lo avessero conquistato. Essi rimangono legati ad una brama d'identità.

Ci sono altri artisti che scordano di mettere la firma. Vivono un desiderio travolgente, che li sprona ad esprimere una forza che non gli appartiene. Quand'anche mettessero la firma, rimarrebbero ad esperire l'opera come mai completamente loro, al di là dell'evidenza fattuale; le percepiscono come significati misterici, trascendenti, che superano quello eventualmente voluto; continuano ad osservarle e ad esserne ispirati, turbati.

I primi, vivono l'opera in uno stato perfettamente cosciente, anche se l'immagine è irrazionale (volutamente), che mira a convergere il mondo a sé, mentre i secondi, la vivono in uno stato semi inconscio che subisce il fascino di qualcosa alla quale essi sono chiamati a dare forma.

Per i primi, l'opera, con il suo significato cosciente, determinato, finisce con la firma; per i secondi, è sempre incompleta, sempre in-finita e, perciò, alla soddisfazione si accompagna anche una dose di in-soddisfazione, quella che invita a desiderar di cogliere quel significato sfuggente, archetipico, impossibile da esprimere nella sua totalità.