(ma dai?- direte voi -tu pensi?)-ma no, fatemi finire!Volevo dire che in questi giorni penso spesso a quanto ci siamo "snaturati"... A quanto cioè ci siamo differenziati dalla Natura cui apparteniamo... Eppure basterebbe osservarla un po' di più, questa Natura, per ricominciare ad imparare da Lei...Guardiamo un fiume... Un fiume non si chiede mai dove va e perché... Semplicemente, scorre! Ora calmo, ora impetuoso; ora in secca, ora in piena... Scorre e porta con sè tutto ciò che trova lungo il suo cammino, arricchendosi... Fino ad arrivare alla foce... Invece noi? Sempre a chiederci "Da dove vengo? Dove vado?" e mai una volta che cerchiamo la nostra ricchezza negli altri, nel prossimo... Sempre e solo nel denaro!E gli alberi? Stanno lì, anni e anni, al sole, al vento e alle intemperie senza mai lamentarsi (l'avete mai sentito un albero lamentarsi? Neanch'io!) neppure quando sono decidui e si spogliano d'inverno e si "vestono" d'estate. Sempre lì, senza nessuna pretesa se non quella di servire la Natura, servire alla Natura, sempre, stagione dopo stagione. Noi, invece? Sempre a lagnarci: se fa caldo, perché fa caldo; se fa freddo, perché fa freddo; se va male perché va male e se va bene perché va troppo bene e forse mi devo aspettare che presto andrà male...Un altro esempio? Gli uccellini! Svolazzano, cinguettano, senza pensieri, senza se**e mentali... Eppure trovano sempre ciò che serve loro... L'occorrente per il nido, il cibo per sè stessi e per la nidiata... E l'altro giorno ho notato una cosa bellissima... Il cielo era coperto e al primo scroscio di pioggia, tantissimi uccellini si son messi a cinguettare in coro dando vita a una melodia così allegra che metteva di buonumore... Ora, io so che sicuramente un ornitologo darebbe una spiegazione scientifica a questo comportamento, invece io ho voluto dargli una spiegazione, come dire? poetica. Mi piace pensare che fossero felici per quella pioggia, perché in essa riconoscevano la loro forma di sostentamento. E quel cinguettio mi fece così bene al cuore che la "mia" spiegazione non la cambierei neanche per un milione di euro
In questi giorni penso spesso...
(ma dai?- direte voi -tu pensi?)-ma no, fatemi finire!Volevo dire che in questi giorni penso spesso a quanto ci siamo "snaturati"... A quanto cioè ci siamo differenziati dalla Natura cui apparteniamo... Eppure basterebbe osservarla un po' di più, questa Natura, per ricominciare ad imparare da Lei...Guardiamo un fiume... Un fiume non si chiede mai dove va e perché... Semplicemente, scorre! Ora calmo, ora impetuoso; ora in secca, ora in piena... Scorre e porta con sè tutto ciò che trova lungo il suo cammino, arricchendosi... Fino ad arrivare alla foce... Invece noi? Sempre a chiederci "Da dove vengo? Dove vado?" e mai una volta che cerchiamo la nostra ricchezza negli altri, nel prossimo... Sempre e solo nel denaro!E gli alberi? Stanno lì, anni e anni, al sole, al vento e alle intemperie senza mai lamentarsi (l'avete mai sentito un albero lamentarsi? Neanch'io!) neppure quando sono decidui e si spogliano d'inverno e si "vestono" d'estate. Sempre lì, senza nessuna pretesa se non quella di servire la Natura, servire alla Natura, sempre, stagione dopo stagione. Noi, invece? Sempre a lagnarci: se fa caldo, perché fa caldo; se fa freddo, perché fa freddo; se va male perché va male e se va bene perché va troppo bene e forse mi devo aspettare che presto andrà male...Un altro esempio? Gli uccellini! Svolazzano, cinguettano, senza pensieri, senza se**e mentali... Eppure trovano sempre ciò che serve loro... L'occorrente per il nido, il cibo per sè stessi e per la nidiata... E l'altro giorno ho notato una cosa bellissima... Il cielo era coperto e al primo scroscio di pioggia, tantissimi uccellini si son messi a cinguettare in coro dando vita a una melodia così allegra che metteva di buonumore... Ora, io so che sicuramente un ornitologo darebbe una spiegazione scientifica a questo comportamento, invece io ho voluto dargli una spiegazione, come dire? poetica. Mi piace pensare che fossero felici per quella pioggia, perché in essa riconoscevano la loro forma di sostentamento. E quel cinguettio mi fece così bene al cuore che la "mia" spiegazione non la cambierei neanche per un milione di euro