Torno ad urlare

Anniversari particolari (parte terza)


La nascita del nostro ultimo figlio aveva scombussolato alquanto le nostre esistenze. A 50 giorni di vita gli fu diagnosticata una gravissima infezione interna che lo ridusse in fin di vita. Fortunatamente tutto si risolse per il meglio, ma una volta dimesso dall'ospedale dovette comunque stare sotto controllo per lungo tempo e fare analisi ogni 7-10 gg. Proprio per questo suo cagionevole stato di salute, decisi di non sballottarlo a destra e sinistra e di prendermene cura personalmente, ma questo m'impedì a lungo di collaborare regolarmente all'attività in cui avevamo investito tutti i risparmi di una vita e alla quale avevamo fino ad allora lavorato insieme, mio marito ed io. Così nel frattempo continuò ad occuparsene da solo. Quando, molti mesi dopo, fui in grado di riprendere, notai subito che c'era qualcosa che non andava e cercai più volte di contrastare quello stato di cose, ottenendo solo di esserne cacciata:-Te ne devi andare da qua dentro, hai capito?- mi urlò un giorno con tutta la rabbia che aveva in corpo.Per me fu uno smacco terribile: quello era anche il MIO lavoro! Lì dentro c'erano anche i MIEI sacrifici! Tuttavia non ebbi la forza di reagire... Venivo da un periodo disastroso, tutto concentrato negli ultimi 6 o 7 anni: i tradimenti di lui; le sue continue menzogne; la morte di due care amiche; un trasferimento e, infine, la malattia del bambino avevano fiaccato e indebolito non solo il mio spirito, ma anche il mio fisico tanto che io stessa cominciai a star sempre poco bene. Già da tempo soffrivo di fastidiosi disturbi gastrici e tremori convulsi, ai quali si associò anche la perdita di capelli. Nessuno dei medici interpellati trovò la cura perché non riuscivano neanche a capire cosa avessi realmente... Invece lui (l'ignobile) sembrava bearsi e gongolare nel raccontare a tutti che avevo un brutto male... Forse voleva suscitare compassione o giustificare la mia assenza coi clienti, non so, ma di certo non mi fece piacere venirlo a sapere... Il mio sdegno nei suoi confronti aumentava a dismisura , alimentato non solo da tutto ciò che egli mi aveva fatto e mi faceva ancora patire, ma ANCHE dalle difficoltà economiche che cominciavano ad assumere un peso preponderante. La rabbia era ormai diventata incontenibile, esplosiva e le liti erano all'ordine del giorno. Non ne potevo più... In quello, come in tanti altri momenti della mia vita con lui, desideravo solo morire...(se hai voglia di proseguire, clicca qui)