Torno ad urlare

Anniversari particolari - IX puntata


Prima di tutto scoppiò una gara di solidarietà che quelle che si svolgono in occasione di cataclismi sono niente, al confronto. Tra un po' anche i sanpietrini si staccavano da terra per varcare la mia soglia. La mia casa, simile alla grotta di Betlemme, vide per settimane un via vai di Re Magi e "pellegrini", recanti con sè ogni sorta di doni, ogni tipo di aiuto morale, materiale ed anche economico... Chi portava una parola di conforto; chi il sincero augurio che tutto terminasse in fretta; chi latte e biscotti per il bambino; chi un paio di scarpe nuove o qualche capo di vestiario... Addirittura nella mia grande famiglia d'origine, zii e cugini organizzarono una colletta per darci una mano ad affrontare quel momento di grave crisi. Tutti, insomma -non solo amici, parenti, conoscenti, ma anche perfetti sconosciuti, venuti a conoscenza, non so come, della mia vicenda- desideravano fornire sostegno alla mia famiglia... Tutti, tranne lui e la sua famiglia... Questo lo devo dire per dovere morale, affinchè la loro abbietta strafottenza non vada a mescersi con la grandiosa generosità di tutti gli altri, sminuendola. Aperta e chiusa parentesi; torniamo a noi. Dunque, dicevo: nei momenti di maggior disperazione, quando magari un imprevisto (tipo, che so io, una bolletta particolarmente esosa o un problema di salute), oppure il pagamento dell'affitto o una spesa non preventivata, non mi consentiva di fare molto altro, la Provvidenza non mancava mai di bussare alla nostra porta... Coi piedi, dato che aveva le mani occupate! Prendeva forme sempre diverse, quella Provvidenza: una volta era una delegazione di cugine con un intero sacchetto di carne da congelare; altre volte un'amica, una parente, il parroco, ecc. con scorte alimentari per intere settimane... In un paio di occasioni venne come garzone del pizzaiolo, per consegnare pizze ordinate da chissà chi... E spesso, molto spesso, era la mia vicina, tanto che la soprannominammo affettuosamente proprio così: Provvidenza! Suonava il campanello e poi, porgendomi una teglia di lasagna o di qualsiasi altra pietanza, esordiva: "Ne ho fatta troppa e non l'abbiamo mangiata, mannaggia!... Ti offendi?" ...Io lo sapevo che diceva così solo per non ferirmi e per rispetto della mia dignità... In realtà si vedeva benissimo che l'aveva cucinata apposta per noi. Ogni volta ringraziavo tutti con un sorriso e con quello stesso sorriso portavo a tavola per dividere quel ben di Dio coi miei figli, sorridenti loro, sorridente io... Ma dopo mi chiudevo da qualche parte per piangere di nascosto tutta la mia amarezza, tutto il mio disagio... Sapeste quanti ne ho fatti di quei pianti in quel difficilissimo periodo! Poi qualcuno cominciò a propormi dei lavoretti sporadici... Aiuto nelle faccende domestiche e nello stiro o nella cura dei bambini. Non era molto, ma meglio di niente. E poi da qualche parte bisognava pur cominciare, no? Di certo non ero in condizione di poter scegliere, non trovando altro; così prendevo con grande entusiasmo tutto ciò che arrivava... Anche lui, l'ultimo dei Re magi (nonché ultimo dei "miracoli" di quella prima tranche.), grazie al quale la mia visione di me stessa e delle cose sarebbe cambiata per sempre... Ma questo ve lo racconto la prossima volta 
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