Torno ad urlare

Anniversari particolari - XII puntata


Come avevo potuto permettere che tutto questo non solo accadesse, ma si ripetesse nel tempo? A qualcosa di mio doveva pur essersi "agganciato" per riuscire nella sua folle impresa, no? Erano domande a cui, prima o poi, avrei dovuto dare risposta, per evitare che chiunque altro, in futuro, potesse fare un altro scempio simile. Tuttavia non avevo mai avuto modo di soffermarmi a riflettere seriamente sulla faccenda... Mentre stavo con lui ero sempre troppo presa a guardarmi le spalle, anche se già intuivo che qualcosa non andava. E quando se ne andò, pur cominciando a notare sostanziali differenze nella mia vita, ero comunque troppo impegnata a fronteggiare problemi più grandi di me. All'epoca in cui sono giunta con la narrazione, ad esempio, c'era da risolvere quella situazione di precarietà che mi mandava maledettamente in crisi... Sì perché nell'indefinitezza sto male; ho bisogno delle mie certezze, di una collocazione precisa al di là o al di qua di una linea; sapere di ESSERE o anche NON ESSERE, perché no, ma non contemporaneamente le due cose. E in quel momento non ero né realmente occupata, né realmente disoccupata, non avendo un lavoro sicuro e di conseguenza neanche certezza di stipendio. E malgrado impegno e buona volontà, continuavo a scontrarmi con la realtà del posto, in cui la disoccupazione la fa da padrona. Vedete, io sono una che vive giorno per giorno -nel senso che prendo il bello che c'è in ogni giornata, accettando, per contro, anche il brutto... Ho detto "accettando", non "rassegnandomi", che sono due cose ben diverse. Aborro la rassegnazione. Trovo che sia disincentivante e che non produca stimoli, permettendo così la stagnazione degli eventi ed impedendo l'evoluzione e l'emancipazione. Tuttavia vivere giorno per giorno è ben diverso dal vivere alla giornata, non so se mi spiego. Come fare per uscire da quel vicolo cieco? "Te ne devi andare da qui" -mi sussurrò un giorno la mia vocina interiore- "se questo posto non offre nulla a te oggi, figurati in futuro ai tuoi figli!". Saggia, la mia vocina interiore! Aveva però dimenticato un particolare e cioè che non basta avere un'idea perché questa automaticamente si realizzi! Certo l'idea è importante, è il primo passo verso il cambiamento... Poi però occorrono i mezzi ed io, in quel momento non ne avevo! Ma poiché il suggerimento era buono, cominciai a pensarci seriamente, a fantasticare e a sognare... e decisi che avrei dedicato tutti i giorni a venire (non importava quanti) alla realizzazione di quel sogno!Ancora una volta mi venne incontro la Fortuna. Di lì a poco fui scelta per condurre un progetto socio-educativo, insieme ad altre operatrici e dietro la supervisione di un team di tutto rispetto, composto da un'assistente sociale, una psicologa e una pedagogista. Anche se fu subito chiaro che avremmo riscosso solo a fine progetto, accettai lo stesso, per tanti motivi. Prima di tutto era un lavoro molto stimolante e gratificante, che mi avrebbe consentito di sperimentare le mie capacità e possibilità e, allo stesso tempo, di confrontarmi costantemente con persone molto valide e preparate; poi perché mi avrebbe tenuta occupata solo la mattina, dal lunedì al venerdì, lasciandomi quindi molto tempo libero da dedicare ad altri lavori; infine perché erano nove mesi di lavoro sicuro e garantito che, pagati tutti insieme, mi avrebbero fatto ritrovare con un discreto gruzzoletto da destinare alla realizzazione del mio personale progetto. Insomma, lo considerai come un salvadanaio a fronte del quale valeva sicuramente la pena fare un po' di sacrificio e investire tempo ed energie... Ce ne vollero tante, vi assicuro, perché seguì un periodo molto impegnativo e faticoso. Lavoravo incessantemente dal Lunedì alla Domenica, dividendomi tra quel progetto, la mia piccola attività di vendita e tutti gli altri lavoretti che avevo in giro e che aumentavano sempre di più grazie, credo, ad un tam tam della foresta... E anche se con estrema lentezza, diventavo sempre più indipendente...ContinuaIl resto alla prossima puntata. Intanto gustatevi questa canzone. Anche se genere e gruppo non sono dei miei preferiti l'ho scelta come colonna sonora di questa storia, per via del testo