Torno ad urlare

Anniversari particolari - XIII puntata


Se hai perso qualche puntata, puoi recuperarla cliccando quiProprio come avevo immaginato, la partecipazione al progetto fu per me un bel banco di prova. Appresi tantissime cose, lavorativamente parlando, e a livello personale le soddisfazioni si susseguirono una dopo l'altra, dall'inizio alla fine. Affinai il metodo osservativo, giacché uno dei tanti obiettivi del progetto era di individuare e monitorare i casi di disagio infantile. Essendomi stati affidati dei bambini dai 24 ai 36 mesi, dei quali mi occupavo insieme ad una delle colleghe, la mia attenzione doveva necessariamente concentrarsi sul linguaggio non verbale. Forse ciò mi consentì di "osservare" meglio anche me stessa e questo mi portò a fare tante piacevoli scoperte, le quali mi suggerivano, di volta in volta, che forse NON ero ciò che lui aveva voluto farmi credere in tanti anni. L'assertività, la dolcezza, la propensione al dialogo, la capacità di comunicazione, l'empatia, ecc. non nascono dall'oggi al domani: devono per forza essere già dentro di noi. Eventualmente le si può perfezionare, ma non creare dal nulla (almeno credo). Partendo da questa convinzione, cominciavo a chiedermi come mai non erano mai emerse prima. Forse era lui che non le percepiva e che era solito vedermi in maniera diversa?? Si palesavano troppi contrasti tra ciò che lui diceva di me e ciò che io ero realmente... Ad esempio: per anni si era ostinato a vedermi come una figura autoritaria, tanto da arrivare a definirmi "il Generale". Beh, non lo ero affatto, mentre invece ero sicuramente autorevole (cosa che mi consentì di riuscire a svolgere bene il mio lavoro, avendo a che fare con dei bimbi); ma c'è una bella e sostanziale differenza tra autorevolezza e autoritarismo, sapete? C'era poi un'altra cosa che mi dava da pensare e provo a spiegarvela. Vista la particolarità del progetto, le mie colleghe ed io eravamo tenute alla stesura di report settimanali, non solo per informare i superiori riguardo all'andamento, ma anche per rapportare loro quegli episodi che avevamo vissuto come maggiormente coinvolgenti a livello emotivo. Ebbene, mi accorgevo ogni volta di riuscire a "tradurre" fedelmente in forma scritta (o anche parlata, poiché se ne discuteva anche) quelle emozioni. Dunque non era vero che non riuscivo a trasmettere niente!?!... Infine un'altra "scoperta", non meno piacevole delle altre: ogni volta che parlavo con i nostri supervisori (molto più istruiti e colti di me e sicuramente anche più esperti e preparati), essi non solo capivano perfettamente ciò che dicevo (e senza neppure bisogno che lo ripetessi più volte), ma dimostravano di tenere in grande considerazione le mie opinioni e tutte le mie proposte! Quindi non era vero neppure che non sapevo esprimermi!! Così, per la prima volta in tanti anni, cominciai a pensare che alla base delle numerose incomprensioni con lui ci fosse non una mia incapacità, bensì un SUO limite, un problema di comprendonio che, peraltro, era piuttosto serio!... Non crediate però che fosse tutto già così chiaro, dentro di me; i miei pensieri erano in semplice forma d'intuizione e la vera consapevolezza era ben lontana dal venire. Ero come una che aveva appena scoperto di possedere un terreno edificabile e che cominciava ad accarezzare l'idea di poterci costruire sopra la propria dimora... Ma il lavoro era solo agli inizi e i materiali molto scarsi... Pochi mattoncini e della Lego, per giunta!... Qualche conferma, alcuni importanti rinforzi, un po' di lodi, un tot di supposizioni e una manciata di interrogativi: tutto qua. Davvero difficile superare, con questi, una dipendenza durata quasi un ventennio e tutti i condizionamenti che ne erano derivati... Troppe falle si erano create in me in tutto quel tempo e anche se alcune erano state già riparate (grazie agli avvenimenti recenti), tante altre dovevano ancora esser tappate. Purtroppo era proprio attraverso queste fenditure che egli ancora riusciva ad infiltrarsi e, come acqua, allagare tutti i miei spazi interni. Proprio per questo, secondo me, accadde ciò che vado ora a raccontarvi.Erano trascorsi due mesi da che avevo messo per la prima volta il piede nel centro socio-educativo. Altrettanti ne mancavano al mio 1° "anniversario particolare" e alla prima udienza di separazione, già notificata. Una mattina, del tutto inaspettatamente, ricevetti una sua telefonata... Mi disse di aver compreso tutti i suoi sbagli. La ragione fu, a suo dire, l'aver affrontato una grave malattia che aveva modificato completamente la sua ottica di idee. "Trovarmi faccia a faccia con la morte -affermò- mi ha fatto capire cosa ho perso. Mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto e ne sono sinceramente pentito... Ho cominciato anche una psico-terapia e devo dire che avevi ragione tu: era proprio necessaria! Ho sbagliato a non darti mai ascolto e ho sbagliato a fare quello che ho fatto. Tu non hai colpa. E' solo colpa mia". Aggiunse di esser profondamente cambiato, di esser disposto a rimediare e bla bla bla... Ovviamente non credetti a una sola parola. Mi sembrava tanto di assistere ad una recita, della quale, tra l'altro, non capivo i motivi... Tuttavia mi s'insinuò un dubbio: "E se fosse come dice lui? E se fosse davvero cambiato? D'altra parte non era mai stato tanto tempo lontano dalla famiglia e dai figli... Forse la loro mancanza, più di qualsiasi altra cosa, l'ha fatto ravvedere... Chissà!... Non voglio rimpianti, in futuro... Solo certezze... E queste le posso avere solo verificando di persona ciò che dice..." Acconsentii a vederlo, a parlarci... Posi due sole condizioni: i figli non dovevano saperlo. Non volevo che s'illudessero, che accogliessero inutilmente il pensiero di una riconciliazione... Erano stati delusi già troppe volte e avevano già sofferto abbastanza. Dovevo assolutamente cautelarli;sarei andata avanti con la separazione. Non mi piaceva l'idea di perdere altro tempo e, in caso di esito negativo di quella "prova", non volevo pentirmi di aver rallentato ulteriormente le pratiche... Tanto si poteva sempre tornare indietro, se tutto fosse andato come lui prospettava...Ricominciammo a frequentarci... ...Continua