Torno ad urlare

Il principe ranocchio


 C'era una volta un principe convinto di essere un ranocchio. Un giorno arrivò nei pressi di uno stagno e vi si immerse. Ben presto si accorse che si trattava di uno stagno magico, perché più nuotava e più lo specchio d'acqua s'ingrandiva, cosicché egli non riusciva mai a raggiungere la riva opposta né a tornare su quella da cui era partito. Benché sorpreso e spaventato, non poteva fare a meno di aggiungere bracciate su bracciate e così pian piano la stanchezza aumentava. Quando era ormai giunto allo stremo delle forze, ecco apparire come per incanto una splendida ninfea. Il principe vi si aggrappò e, facendo appello alle ultime energie rimastegli, vi si adagiò sopra. Boccheggiante per la fatica, rimase disteso a lungo. Si accorse che via via l'affanno e l'inquietudine lasciavano il posto ad una strana calma interiore e a un senso di appagamento mai provati prima. Cominciò a pensare che derivassero dal contatto con quella ninfea che, sicuro, doveva esser magica come tutto il resto! Difatti a un certo punto lo strano fiore cominciò a parlare, dimostrando perspicacia e senso dell'umorismo, uniti a una grande curiosità. Chiacchierarono per ore, la ninfea e il Principe, ed ebbero entrambi la sensazione che il tempo si fosse fermato. Ma questi, ahimè, continuava a scorrere inesorabilmente finché per il Principe giunse il momento di andare: -Spero di non perderti- le disse. Ed ella, di rimando:-Come potresti perdere qualcosa che non ti appartiene? Una cosa che non è tua?-Domanda sbagliata- ribatté il giovane -Io non temo di perderti perché mi appartieni. Temo di perderti perché ancora non sei mia.Detto questo, partì.La ninfea era triste e pensava che non l'avrebbe mai più rivisto, sebbene egli avesse promesso di tornare l'indomani. Ella, però, ci credeva e ci sperava poco. Invece il giorno dopo, puntualissimo, il principe ranocchio arrivò. Quel giorno, e tutti quelli a seguire, si ripeté la stessa identica scena del primo giorno. Discorsi ora fatui, ora profondi; accudimento e tenerezza; giochi e risa... La ninfea offriva ristoro e pace al Principe e gli permetteva di usarla come trampolino per i suoi tuffi in quelle acque magiche. E il Principe, per contro, ricambiava con grandi attenzioni. Ovviamente, finirono per innamorarsi. Ma accanto a questo piccolo, grande miracolo, ne accade un altro: un bel giorno il Principe si specchiò nell'acqua e si vide improvvisamente in tutta la sua bellezza! Inizialmente non capì il perché di questa sua trasformazione ma poi si rese conto che si stava guardando non più con i suoi occhi ma con quelli della ninfea innamorata, perché l'immagine che questa aveva nella mente si rifletteva pari pari nello stagno. Fu così che il Principe ranocchio smise di essere ranocchio e rimase solo principe.