Post n°250 pubblicato il 03 Giugno 2009 da sonosaffitrina
Come avevo potuto permettere che tutto questo non solo accadesse, ma si ripetesse nel tempo? A qualcosa di mio doveva pur essersi "agganciato" per riuscire nella sua folle impresa, no? Erano domande a cui, prima o poi, avrei dovuto dare risposta, per evitare che chiunque altro, in futuro, potesse fare un altro scempio simile. Tuttavia non avevo mai avuto modo di soffermarmi a riflettere seriamente sulla faccenda... Mentre stavo con lui ero sempre troppo presa a guardarmi le spalle, anche se già intuivo che qualcosa non andava. E quando se ne andò, pur cominciando a notare sostanziali differenze nella mia vita, ero comunque troppo impegnata a fronteggiare problemi più grandi di me. All'epoca in cui sono giunta con la narrazione, ad esempio, c'era da risolvere quella situazione di precarietà che mi mandava maledettamente in crisi... Sì perché nell'indefinitezza sto male; ho bisogno delle mie certezze, di una collocazione precisa al di là o al di qua di una linea; sapere di ESSERE o anche NON ESSERE, perché no, ma non contemporaneamente le due cose. E in quel momento non ero né realmente occupata, né realmente disoccupata, non avendo un lavoro sicuro e di conseguenza neanche certezza di stipendio. E malgrado impegno e buona volontà, continuavo a scontrarmi con la realtà del posto, in cui la disoccupazione la fa da padrona. Vedete, io sono una che vive giorno per giorno -nel senso che prendo il bello che c'è in ogni giornata, accettando, per contro, anche il brutto... Ho detto "accettando", non "rassegnandomi", che sono due cose ben diverse. Aborro la rassegnazione. Trovo che sia disincentivante e che non produca stimoli, permettendo così la stagnazione degli eventi ed impedendo l'evoluzione e l'emancipazione. Tuttavia vivere giorno per giorno è ben diverso dal vivere alla giornata, non so se mi spiego. Come fare per uscire da quel vicolo cieco? "Te ne devi andare da qui" -mi sussurrò un giorno la mia vocina interiore- "se questo posto non offre nulla a te oggi, figurati in futuro ai tuoi figli!". Saggia, la mia vocina interiore! Aveva però dimenticato un particolare e cioè che non basta avere un'idea perché questa automaticamente si realizzi! Certo l'idea è importante, è il primo passo verso il cambiamento... Poi però occorrono i mezzi ed io, in quel momento non ne avevo! Ma poiché il suggerimento era buono, cominciai a pensarci seriamente, a fantasticare e a sognare... e decisi che avrei dedicato tutti i giorni a venire (non importava quanti) alla realizzazione di quel sogno! Ancora una volta mi venne incontro la Fortuna. Di lì a poco fui scelta per condurre un progetto socio-educativo, insieme ad altre operatrici e dietro la supervisione di un team di tutto rispetto, composto da un'assistente sociale, una psicologa e una pedagogista. Anche se fu subito chiaro che avremmo riscosso solo a fine progetto, accettai lo stesso, per tanti motivi. Prima di tutto era un lavoro molto stimolante e gratificante, che mi avrebbe consentito di sperimentare le mie capacità e possibilità e, allo stesso tempo, di confrontarmi costantemente con persone molto valide e preparate; poi perché mi avrebbe tenuta occupata solo la mattina, dal lunedì al venerdì, lasciandomi quindi molto tempo libero da dedicare ad altri lavori; infine perché erano nove mesi di lavoro sicuro e garantito che, pagati tutti insieme, mi avrebbero fatto ritrovare con un discreto gruzzoletto da destinare alla realizzazione del mio personale progetto. Insomma, lo considerai come un salvadanaio a fronte del quale valeva sicuramente la pena fare un po' di sacrificio e investire tempo ed energie... Ce ne vollero tante, vi assicuro, perché seguì un periodo molto impegnativo e faticoso. Lavoravo incessantemente dal Lunedì alla Domenica, dividendomi tra quel progetto, la mia piccola attività di vendita e tutti gli altri lavoretti che avevo in giro e che aumentavano sempre di più grazie, credo, ad un tam tam della foresta... E anche se con estrema lentezza, diventavo sempre più indipendente...
Il resto alla prossima puntata. Intanto gustatevi questa canzone. Anche se genere e gruppo non sono dei miei preferiti l'ho scelta come colonna sonora di questa storia, per via del testo
il lato positivo è che hai avuto modo e continuera cosi di fare tante nuove ed emozionanti cose e la bilancia ora comincia a pesare dal verso giusto, bacio Giuss
mi piace la differenza che fai tra accettare e rassegnare, è fondamentale e poi la tua intraprendenza, non tanto fortuna, ma il non piangersi addosso e reagire.
Beh se non reagisci è finita. Si aggiungono solo problemi ai problemi invece io sono per il risolverli. Ricordi il commento al tuo post inerente quest'argomento?... :-)
Saffi, volevi cambiare luogo, ma credo di aver vcapito che tu sei rimasta dov'eri! la tua enorme volontà e l'interesse per quel progetto (socio-pedagogico), ti hanno dato tanto credo! Bello ciò che dici sul vivere giorno per giorno...concordo appieno!
Mi piace "vivere giorno per giorno"...odio vivere alla giornata.....è la negazione del costruire..del progettare..ciao Saffry...oggi ho un pò di tempo per fortuna!
E chi non ha bisogno di certezze? Un abbraccio Saffy
P.S. Che curioso Saffy ..usavo il verbo aborro quando c'era mortadella e ieri ne ho letto un'intervista e mi è riscappato hihihi
Hai fatto una gran cosa, Giù. Hai progettato una fuga in grande stile e l'hai messa in pratica. Da sole con dei pargoli non è per nulla facile.
Mi sono piaciuti da morire i tuoi distinguo fra accettazione e rassegnazione, e tra il vivere alla giornata e momento per momento. Sei una miniera di ispirazioni, come sempre.
Addirittura una miniera si ispirazioni?? Wow! Esserlo per te che sei una donna in gambissima non può farmi che onore :-))) ...Sai Agata? Quando provo a visualizzare Accettazione e Rassegnazione vedo: per la prima, una donna gioiosa e col "sole in fronte", protesa verso gli altri e verso il proprio futuro, nonostante la sofferenza e le difficoltà. Una donna che ha voglia di progettare (e di rivedere i progetti, se fosse necessario) e di costruire, utilizzando, come fossero mattoncini, le esperienze fatte e le competenze acquisite; per la seconda, una donna seduta per terra, ripiegata su sè stessa e sul proprio dolore, annichilita e prostrata il cui sguardo non va oltre le proprie ginocchia, giacché vi tiene appoggiata la fronte. E' un immagine molto triste, non trovi?
Sì, è un'immagine triste. In questo periodo a volte mi succede, e mi sento malissimo. Ci sono alcuni limiti nella mia vita che non ho più la forza di superare. Ma prima o poi qualcosa cambierà, e so di dover essere l'unica artefice del mio cambiamento.
Tu sei una fonte di ispirazione perchè hai una chiarezza di pensiero non comune. Analizzi l'animo umano in modo profondo e mai banale.
Un abbraccio serale
Non è facile affrontare la vita con i pochi mezzi che la fortuna ti mette a disposizione in quel momento. Ma a Voi, Madame, piace la lotta, siete un ottimo mediano di mischia: forza, coraggio e determinazione. Siete il tipo che la vita se la costruisce giorno per giorno e questo spiega anche perché non vivrete mai alla giornata. Un abbraccio...fuori mischia, stavolta. :))
Ho commentato in un precedente post lo stato di "ibernazione" in cui ci si sente e tu me lo hai confermato...per chi non ha vissuto una simile "situazione"(fortuna loro...) è difficile giustamente comprendere come ci si sente nel corso dei mesi,anni,(tu 20 io 23 di matrimonio,anche se fortunatamente non tutti cosi' ovvio)...perchè anche per me spesso se ci ripenso o guardo indietro e come se mi sdoppiassi,vedo un'altra donna che ora non riconosco assolutamente più.
Il salto di qualità l'abbiamo fatto con ciò che abbiamo fatto,ricominciando,ricostruendo,facendo un lavoro immane su di noi stesse...e continuiamo e continueremo a fare.....chi ci ferma più ora?????^__^..un sorriso.....m:)
Nessuno, non ci ferma nessuno :-) ...Quando ci si rialza dopo una brutta caduta, si diventa consapevoli di potercela fare... E si diventa anche più prudenti. Riguardo al lavoro su noi stesse, ci siamo riuscite perché non ci spaventa metterci in discussione. Chi non ne è capace, chi non sa guardarsi dentro, non ci riuscirà mai. Infine, sono assolutamente d'accordo circa lo sdoppiamento. Sembra che alcune persone abbiano il potere di tirar fuori agli altri solo il peggio e di soffocare la parte più bella e genuina...
Ops!!!... Ti aspettavi forse di trovare una CUFITECA??? Eh no, direi che hai proprio sbagliato indirizzo web! Qui non c'è nessuna CUFITECA, solo pagine di vita VISSUTA, emozioni, pensieri e sensazioni, musica e, qualche volta, anche poesia... E c'è interazione col prossimo, confronto, scambi di idee e di vedute... Il tutto nella massima semplicità possibile. Non amo i fronzoli e, qui dentro come nella vita reale, prediligo l'essere, non l'apparire!... Inoltre non sopporto l'ostentazione, in qualsiasi forma essa venga espressa... D'altra parte, quando ricevi un regalo, tieni forse la confezione, buttando via il dono? Io non credo proprio! Comunque, se non approvi questo mio modo di essere, puoi sempre cliccare su Esplora, in alto a destra... Chissà che tu non sia più fortunato, trovando al primo colpo la CUFITECA che vai cercando! Io te lo auguro di cuore e ti ringrazio lo stesso per essere entrato, seppure sbadatamente o per puro caso... Ma quelli che restano, li ringrazio ancor di più, perché mi donano la cosa più preziosa che abbiano: il loro tempo! Ed io non posso che apprezzare :-)