La mia discarica

Sicilia


Erano anni che volevo visitare la Sicilia. Ma non avrei mai immaginato che potesse piacermi tanto. Girarla in macchina, poi è stato il miglior modo per apprezzare le ricchezze culturali, archeologiche, paesaggistiche e artistiche di una terra che ogni giorno ci ha regalato un motivo valido per stupirci. Siamo partiti in tre, ben amalgamati e soprattutto con lo spirito degli esploratori.Avevamo solo sette giorni per visitarla tutta; abbiamo fatto del nostro meglio, trottando da est a ovest ed escludendo dal nostro pellegrinaggio, per mancanza di tempo, solo Siracusa e Cefalù.I primi tre giorni nei pressi di Acireale sono stati torridi, ma splendidi: l’escursione sull’Etna, affascinante e inquietante nello stesso tempo con i suoi numerosi crateri fumanti, il mare a Santa Maria la Scala, Aci Trezza e Aci Castello, cittadine piene di storia e vita notturna. E poi ho potuto toccare con mano la proverbiale ospitalità siciliana, tanto premurosa quanto discreta; abbiamo avuto la fortuna di star a pranzo presso una famiglia siciliana e di passare una giornata con dei ragazzi siciliani che ci hanno fatto scoprire posti che neanche immaginavamo: Castelmola, Forza D’Agrò, Isolabella, oltre alla (giustamente) rinomatissima Taormina. E’ stato bello percepire nelle loro parole l’orgoglio per la propria terra e il dispiacere per essere costretti, chi più chi meno, ad allontanarsi per cercare lavoro e fortuna altrove. Persone solari e divertenti, che ci è dispiaciuto dover salutare per trasferirci dall’altra parte dell’isola, a Scopello, nella provincia di Trapani. E qui sono venute le sorprese più belle. Quattro giorni intensissimi in cui abbiamo visitato tutte le aree archeologiche: Segesta, Selinunte, in cui si respira ancora la presenza dei Greci, la valle dei templi (sopravvalutata)… e poi le saline di Mozia, il bagno a mare di fronte alle Egadi, il tour enologico alle Cantine Florio di Marsala, il giro in barca attorno alla riserva dello Zingaro che ci ha fatto apprezzare un mare incontaminato, limpido e con fondali tutti da esplorare. E poi quel gioiellino che è la città di Erice con le sue strade di pietra, il suo castello e i suoi panorami mozzafiato, Monreale e il Duomo, Palermo con il suo caos, i suoi monumenti e la sua storia. E che dire della cucina siciliana? Sono tornato con almeno quattro chili in più: non ho superato la prova dei pantaloni, ma d’altra parte, come avrei potuto rinunciare a cannoli, cassate e cene a base di pesce? E, per ultime, ma non ultime, le donne siciliane: bellissime, risultato della fusione di tante razze e culture nel corso dei secoli: mai viste tante more con gli occhi verdi... una sorpresa anche per me, vittima dello stereotipo della siciliana, bassa, grassa, pelosa e vestita di nero… Un giorno tornerò.