La mia discarica

Post N° 205


Credo che certe cose possano capitare solo qui. Ho iniziato a scrivere il mio blog due anni e mezzo fa. Un blog nato come sfogo a delusioni e a sofferenze che credevo di poter sopportare in maniera più virile. I miei primi post oggi mi appaiono patetici, anche se forse più veri di adesso, alleggeriti da un velo di ironia e autoironia che è tuttora la mia unica ancora di salvezza. Eravamo in pochissimi due anni e mezzo fa. Abbiamo imparato a conoscerci attraverso le parole scritte, che, per chi è in grado di apprezzarle, sono molto più penetranti del discorso del più eloquente degli oratori. Chi mi conosce sa che, già scottato, ho sempre tenuto a una certa distanza i contatti nati qui sul blog: per evitare complicazioni, per paura, per incostanza, per bisogno di concretezza, per pigrizia e demotivazione. In realtà per tutto questo tempo è bastato semplicemente scrivere e leggere per avere la sensazione di essere accompagnato da qualcuno di veramente speciale, sempre presente con tatto e discrezione. Due anni e mezzo sono tanti: cambiano le situazioni, le persone, ma queste righe hanno avuto il merito di avvicinare le anime nella maniera più sincera, più pura, più pulita, più bella. E dopo due anni e mezzo capita di vincere le ultime ritrosie, e ci si ritrova, nella nebbia della Bassa Padana, a parlare per ore davanti a un bicchiere (vabbè… più d’uno) di lambrusco e a un piatto di tortellini, di quelli fatti a mano però, a passeggiare per Piazza S. Stefano, Piazza Maggiore, a osservare da una prospettiva “insolita” il Nettuno, come vecchi amici che si conoscono da un’eternità. E capita di improvvisare una visita all’amica a Venezia per un semplice caffè (perchè non si vuol disturbare troppo in casa marito e figlia)… e di ritrovarsi a tavola davanti a un piatto di gnocchi fumanti, a parlare di noi, a ridere, a brindare, guardandoci negli occhi e associando finalmente visi, espressioni e sorrisi a storie, racconti, ed emozioni riversate per tanti mesi in un blog. E a condividere, finalmente, un momento di vita insieme.Prima di Natale avevo semplicemente bisogno di cambiare aria. Invece ho fatto il pieno di umanità, disponibilità, semplicità e tanta, tanta signorilità. Sono stato meglio che a casa mia. Tutto ossigeno per la mia affettività disastrata. E alle domande di chi mi chiedeva dove fossi stato, davo l’unica risposta possibile: “tu non puoi capire”.