Impronte di sabbia

Prima settimana


Non ho deciso di partire per l’India, non voglio cercare me stessa e ritornare poi nello stesso luogo.Ho bisogno di vivevere meglio il mondo che già, ho bisogno di cambiare me stessa.Non è stato facile in questi primi dieci giorni.Passo dalla gioia di essere padrona del mio tempo all’ angoscia del vuoto di regole e impegni.È la paura del tempo che passa... un anno per giocarmi il futuro, per provare, per verificare se l’ utopia è concreta possibilità o amara delusione.Rimanendo qui la cosa più difficile è non far scivolare via il tempo, non perdere tra le mani la sabbia di questa inarrestabile clessidra e vivere i giorni senza accorgersene, nella routine quotidiana.Ho cominicato a riempire la mia bacheca di post-it colorati, tutto quello che voglio fare,costruire,vivere.Ogni giorno li rileggo, per non dimenticare nulla.«...allora cosa fai già in pensione?» Non ha capito, ho forse ha fatto finta di non capire.La mia non è una scelta di fine carriera, è un salto nel vuoto, anche se con una rete di protezione. Se cado tutto continuerà come prima... quasi come prima.«..anche io l’ho fatto per tre mesi,volevo scrivere un libro» Chissà, forse anche io devo scrivere un capitolo di qualcosa che non so ancora cos’è.«...ma chi ti mantiene?» Domanda brutale, risposta tecnica: «...ci stavo pensando da un po’, e ho fatto economia, ridurrò le mie spese al minimo ...» ma avrei voluto dire :«...perché aspettare? Se non trovo nessuno che faccio? Tra cinquant’anni mi presento all’ufficio reclami chiedendo un risarcimento perché la direzione non mi ha fornito gli strumenti adeguati per cercare la mia strada?... » ...e magari arrivo anche il giorno che sono chiusi per sciopero!