impronte nell'anima

gli parlo ma lui non risponde


      
        "hai presente la canzone di De Andrè? La canzone dell'amore perduto. Ti ricordi quella strofa che fa: non resta che qualche svogliatezza e un po' di tenerezza?"  "...." "No, non la ricordi. Probabilmente non hai mai ascoltato con attenzione le parole, ma la canzone l'hai sentita di sicuro. C'era un tempo che la mettevo spesso. Si, lo so che è un po' patetico. Ma in fondo io ne parlo solo a te. Comunque vorrei dirti una cosa, se mi assicuri che rimane tra noi". "..." " Hai ragione, scusa. Nessuno è capace di tenere un segreto quanto te. Lo sai che a volte mi viene da piangere?" "..." "Te lo spiego volentieri. Perché in realtà sento il bisogno di parlarne. Mi viene da piangere a pensare che il ricordo delle donne che ho amato non mi fa soffrire. Al massimo mi da una vaga tristezza, fiacca e remota. Una cosa povera, come un'acqua stagnante". "..." "Va bene, la metafora non era un granché. E, si, hai ragione, mi perdo nei pensieri e non mi spiego. Il motivo per cui mi viene da piangere è che mi sembra tutto sbiadito, silenzioso. Anche la sofferenza. La mia cosiddetta vita emotiva è un film muto. Lo so che tu sei un tipo poco incline alle sottigliezze, ma io sono triste e mi viene da piangere perché non riesco a ritrovare la tristezza. Quella sana, come sangue che ti pulsa nelle tempie, che ti fa sentire vivo. Non questa cosa fiacca e molle e miserabile. Capisci?"A quel punto della conversazione Mister Sacco si era fermato del tutto. L'ultimo residuo di oscillazione per i pugni cortesemente incassati dal suo squilibrato amico-io- si era esaurito e lui stava immobile.  da " Le perfezioni provvisorie" di G. Carofiglio  Surreale conversazione di Guido con il sacco da boxe.Ma quanto è necessario e fa sentire bene, dopo, confidarsi con qualcosa e proprio questo dire a qualcosa e non a qualcuno rende impossibili le risposte e le opinioni e i buoni consigli, chiaramente tutti elargiti per il nostro bene.