Il mio carcere

Sulla felicità


ho finito "a room of one's own"- una stanza tutta per sè, di virginia woolf, molto interessante, vorrei fare degli appunti, da approfondire magari anche sul blog. ora sto leggendo un saggio sulla felicità- con il tempo sono diventata una vera esperta della materia, chissà perchè non riesco a mettere in pratica quello che leggo. Comunque, ecco qusto psicologo esperto dell'ottimismo che vuole andare contro corrente contro freud e jung, marx e darwin- nella loro visione determinista. Insomma, come al solito un americano che ha una ricetta pronta della felicità, fondata sull'ottimismo.di nuovo come al solito tanti test - ho scoperto che il mio livello di ottimismo e di felicità è uguale a quello dei carcerati e malatti cronici, un pò al di sotto di quello dei malatti di mente, che sembra stiano meglio de me. di pari passo va anche il mio desiderio di "vendetta" e rancori: il che mi sorprende, visto che mi considero una persona docile e dolce. Ma forse ho scelto il soggeto sbagliato. Si doveva scegliere in fatti una persona che non possiamo perdonare, poi analizzare i nostri vari comportamenti verso quella persona. Stranamente, non è mio marito che mi ha suscitato tutta quella violenza del pensiero, ma il suo fratello.... così ho scoperto che cerco in tutti i modi di ignorarlo, di tenerlo lontano, ma non desidero che gli sucedesse qualcosa di male, ma allo stesso tempo penso che prima o poi glielo farò pagare.come prima conclusione: non vivrò a lungo secondo questo psicologo, il che mi fa un pò preoccupare... forse dovreò "lavorare" un pò per essere più ottimista.. vedremo, io cercherò di metterla tutta. Per il resto, si vedrà.