Eppur si muove...

Il freddo d'estate


Qualche notte fa mi svegliai...in piena notte. Non ricordo che ora fosse, ricordo solo che mi svegliai per il freddo. Le temperature scesero di parecchi gradi, ben sotto la norma stagionale, dopo una giornata che sembrava pieno autunno. Non mi aspettavo i freddo di notte. Abituato come sono a dormire leggero, con un semplice lenzuolo, ho dovuto in fretta e furia infilarmi in un pigiama invernale e mettere sopra il lenzuolo un plaid di Pile a mò di copertina. In un attimo si risvegliarono in me dei ricordi sopiti da tanto, troppo tempo. Ricordo questo freddo, d'estate. Avevo su per giù tra i 15 e i 18 anni, ero in Piemonte, in un campo parrocchiale, ovvero in un periodo di vacanza in una casa di proprietà della chiesa parrocchiale della mia cittadina, in cui c'erano oltre a me altri ragazzi coetanei del mio paese, insieme al vice parroco, due mamme cuoche e alcuni animatori. Oltre a passare quei 10 giorni in tutta spensieratezza, si faceva la messa alla sera, si facevano delle gite nei d'intorni, si puliva la casa e si aiutava a far da mangiare per tutti, in un clima sereno e giocoso. Il freddo mattutino d'agosto si sentiva parecchio. Nelle nostre valigie avevamo anche maglie e maglioni pronti all'occorrenza, in uno sparuto gruppo di case del profondo Piemonte. Il tempo in montagna è mutevole. Eravamo anche a 1500 di quota. Il freddo mattutino, ma anche il freddo serale. Spesso si accendeva un fuoco nel cortiletto della casa, e si strimpellava la chitarra al chiaror delle braci.Questo freddo notturno mi ha fatto venir in mente ciò che avevo vissuto in montagna nei miei 15 anni. Il freddo ti mette a disagio. Ti fa sentire piccolo e impotente di fronte alla natura, poi solo contrastarlo con felpe o maglioni di cotone pesante o lana. Prima di capire che quello che abbiamo indosso proviene da lavorazioni e da tessuti provenienti da molto lontano, dobbiamo capire come fronteggiare il tutto. L'uomo antico si rivugiava nelle caverne, dove c'era più caldo e riparato. Noi al giorno d'oggi ci infiliamo in qualche centro commerciale, ci teniamo stretto stretto le tante numerose comodità. Siamo vittime e protagonisti della modernità, lontani da sfide epiche per la nostra sopravvivenza. Da cosa si sopravvive oggi? Oggi la preoccupazione maggiore per chiunque è vivere. Vivere bene. Vivere dignitosamente. Vivere decisamente. Non ci poniamo più problemi come se li ponevano i nostri nonni. Ora ci si infila un maglione e via, a sfidare il freddo, senza paura, senza timori.Era mattino, quando avevo 15 o 18 anni, lassù in Piemonte. Appena svegli ci si vestiva, si faceva colazione con tazze abbondanti di latte e pane marmellata e nutella e si usciva dalla casa. Appena fuori dalla casa, una fontana, con l'acqua zampillante e terribilmente gelida. Una volta, per sfida, misi la mia mano dentro l'acqua gelida e...mi accorsi che dal freddo gelido il mio orologio da polso si fermò...per poi ripartire non appena la mano riprese un pò di calore appena fuori dall'acqua. Esperienze di vita, brandelli di esistenza, gioie emozionali, attimi spensierati.Domani può essere sereno. Domani può essere più caldo di oggi. In ogni caso questa estate sembra non essere più lei. Ma tutto cambia...per non cambiare, tutto si trasforma.Mi trasformai anch'io in giovane uomo, crescendo. Ma certe senzazioni ti rimangono impresse, ti rimangono appiccicate addosso. Sono tue. by inagguato