Eppur si muove...

Lo scoglio


A volte mi sento...sullo scoglio. Su di uno scoglio non si sta tanto bene. Si sta aggrappati, coi piedi, con le braccia, si rischia di scivolare, fra le tante alghe anch'esse aggrappate. Uno scoglio è l'immagine simbolo di quest'epoca. Uno scoglio può essere una felice ancora di salvezza come un tremendo pericolo per la navigazione. Uno scoglio può apparire o scomparire tra i flutti, se arriva a pelo d'acqua. Ecco, a volte mi sento di essere su di uno scoglio, non so se per fortuna o se per necessità. Necessità di avere qualcosa di solido sotto i piedi, qualcosa di stabile, qualcosa di certo. Abbiamo i piedi ben saldi a terra? Abbiamo certezze, siamo tranquilli? Viviamo un periodo incerto. Non mi riferisco solo alle vicende e ai fatti di questi ultimi anni. Anche gli anni '60 e '70 erano un periodo pieno di aspettative, speranze, voglia di cambiamento e volontà di avere qualcosa di più concreto oltre le solite note ideologie. Le ideologie esistono fin dalla notte dei tempi e condizioneranno l'uomo finché esso le produrrà come strumento di arricchimento spirituale e umano, e come presupposto allo sviluppo, però non devono essere prese sul serio, e non essere sostituenti la politica umana e civile.L'uomo deve pensare con la propria testa, far valere i propri ragionamenti, le proprie convinzioni, e adeguarsi se queste ultime non sono in linea con le convinzioni e i ragionamenti prevalenti. Non voglio adesso fare un elogio alla democrazia, ci mancherebbe altro, dico solo che ognuno ha la propria testa pensante, e che ciò è un bellissimo valore. Sentirsi sullo scoglio, come mi sento a volte io, è una riflessione profonda sul mio stare al mondo. Perché tutti qui devono stare al mondo, in un modo o nell'altro. Con forza, convinzione, e fiducia. E coltivare ogni giorno nuove speranze e far crescere gli uomini di domani.by inagguato