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Eppur si muove...

il lento incessante movimento della vita-riflessioni e azioni

 

 

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Strana è la vita

Post n°246 pubblicato il 29 Luglio 2011 da inagguato
 

Strana è la vita. Si, proprio strana.
Si nasce e si fa di tutto per capire in fretta come ottenere più latte, più attenzioni, più coccole, più oggetti per giocare - chiesti con capricci - per poi abbandonarli dopo pochi minuti.
Si cresce e non si ha mai piena consapevolezza di aver raggiunto una piena maturità, che ti faccia sentire sereno e in pace con il mondo. C'è sempre da imparare. Si impara per imitazione, osservando e facendo del proprio meglio. Ci si mette pure in discussione, oppure no. Tutto a seconda dell'approccio che vogliamo imprimere alle nostre decisioni o scelte.
Dire, fare, baciare, lettera e testamento. Forse questo è il giusto ordine da dare agli eventi. Si impara a parlare, si impara a fare, si impara a baciare, si impara a scrivere e infine si fa testamento. Il testamento in questione può essere anche e soprattutto un'intenzione, una volontà ben precisa, non solo un testamento cartaceo in senso proprio. E allora si imprime alla propria esistenza un ritmo, un movimento, un andazzo, un ritornello, una routine, una quotidianità. Vuoi se voluta, vuoi se imposta da noi stessi, da altri o dalle circostanze belle o meno belle della propria vita, e via dicendo.
Tutto muta, si trasforma, giorno dopo giorno. Noi vogliamo diversamente. Vorremmo avere sempre vent'anni, vorremmo che i nostri cari fossero sempre in buona salute, vorremmo che le cose belle durassero in un tempo infinitamente lungo, vorremmo tante cose. L'erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del Re - mi diceva sempre mia madre quando ero piccino, per farmi smettere coi capricci.
Siamo nell'era del Voglio, della volontà. Poi ci rendiamo conto che non tutto dipende da noi stessi, o che forse noi dipendiamo anche da altri, dalle volontà altrui. Ci rendiamo conto, crescendo, di tante cose. Ci illudiamo, ci disilludiamo, sogniamo...la realtà è sempre quella, nel bene o nel male, sia dal tuo che dal mio punto di vista. Nuda e cruda.
E allora è tutto un gestire. Un gestire l'emergenza, situazioni problematiche o rischiose, gestire l'imprevisto, sempre che non si ci abbandoni in una triste routine. Ma non sarebbe un buon vivere, ciò.
A volte passi molto tempo a capire, quando non c'è proprio niente da capire, c'è solo da accettare, da prenderne atto, da scegliere, da prendersi le proprie responsabilità - frase stra-abusata - e da rimboccarsi le maniche. C'è da collaborare. Anche quando ti vien voglia di fare tutto da solo.
Passi gran parte della tua esistenza a tranquillizzarti del tuo quotidiano, vieni terrorizzato dalla novità, dal cambiamento. Si fa resistenza al nuovo che avanza, che si fa manifesto. E si ritorna a cercar di capire. Dove si ha sbagliato, dove c'è da accettare, e da gestire.
Poi si invecchia, ed è come ritornar bambini. Si ha bisogno di cure. Non si crede più di dover capire alcunché. Si dovrebbe avere saggezza.
E poi? Questa vita è tutta una stranezza. Si passa l'intera esistenza a capire il proprio sé in relazione con le altre persone attorno a noi. Il nostro egocentrismo, il nostro egoismo, il nostro essere pieni di sé, la nostra personalità. Si vorrebbe essere considerati come meglio desideriamo, con carattere e personalità. Ma poi? Di tutto questo, cosa rimane?
E' un pò come il voler lasciare una traccia di noi stessi nell'esistenza propria e altrui, ma se rimarremmo superficiali ed egoisti, tutto sarà come l'acqua su di una pietra: l'acqua passa e scivola via, crediamo di aver lasciato un segno. Credenza effimera. La pietra sarà bagnata finchè un raggio di sole non l'asciugherà e tutto tornerà primordiale. I nostri sforzi saranno stati vani. Sforzo. Ci sforziamo di indirizzare le scelte, le situazioni come meglio desideriamo. Siamo un minuscolo ingranaggio dentro a una macchina complessa ed estremamente grande. Il più delle volte non ci accorgiamo di essere parte dell'ingranaggio, crediamo di essere una leva, un pezzo importante, per poi scoprire di essere solo una minuscola vite che lega solo una parte del tutto.
La considerazione che diamo a noi stessi ci porta a vedere distorto. E così ci sforziamo di vedere il giusto, nella giusta ottica, in senso oggettivo e neutro. Poi però la considerazione ci serve per tenere elevata la nostra autostima, e ci serve il giudizio per colorare qualsiasi cosa, basta che non sia neutra e veritiera.
Sogno o realtà. A volte è meglio sognare, a volte è meglio vivere nella realtà dei fatti e delle persone. Ci vuole equilibrio, in tutto. Così considereremo meno strana questa vita dopo aver passato un'intera vita a chiederci il perché e il per come di certe stranezze. Non preoccupatevi troppo...è solo un altro...giudizio in proposito.

by inagguato

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