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IL FUTURO "ALTERNATIVO" DEI COMBUSTIBILI.


Quali sono i combustibili veramente alternativi al carissimo petrolio? Vediamo di capire chi sono i veri alternativi e quali sono invece i combustibili che per costo e difficoltà tecniche ancora non sono utilizzabili. Tralasciando subito il GPL che ormai non è per nulla alternativo e le strategie politico-economiche delle grandi potenze come Russia e Stati Uniti che vogliono riesumare il nucleare (sfruttando come al solito i nostri scienziati, ovvero in questo caso Carlo Rubbia e il suo progetto di reattore intrinsecamente sicuro), tralasciando la Svezia che per correttezza e modernità sembra uno stato extraterrestre, concentriamoci sul nostro paese e sulle politiche energetiche ad esso compatibili e brevemente attuabili.Idrogeno: si parla tanto di questo combustibile “magico” (nella seconda metà dell’ottocento è già stata usata una miscela combustibile con una elevata percentuale di idrogeno detta gas illuminante) da impatto zero ma non si parla molto della sua produzione.Per produrre idrogeno si devono utilizzare enormi quantità di energia che se non sono neutre nei confronti della CO2  risultano comunque inquinanti. Vi sono inoltre molti problemi per lo stoccaggio all’interno delle autovetture e la sua distribuzione (le soluzioni sono: idrogeno liquido a -254 °C, oppure alta pressione a 400 bar che è il doppio di quella del metano, entrambe costose e per quanto riguarda l’alta pressione anche pericolosa). Insomma per ora la faccenda idrogeno sembra solo una soluzione politica alle dipendenze dal petrolio ma non tecnico - ambientale.Metano e biometano: è un gas naturale puro (e non una miscela di gas diversi come il GPL ) estratto in zone petrolifere ma che può essere prodotto anche trattando i liquami fognari, i rifiuti e le biomasse. Potrebbe essere utilizzato nelle Fuel Cell al posto dell’idrogeno anche per le contenute emissioni di CO2  in funzione della potenza erogata, per stoccarlo nelle vetture lo si comprime a 220 bar (in Giappone invece arriva sulle navi Lng a -163°C in serbatoi criogenici). Esistono riserve fino al 2050 ed è semplice da utilizzare, i problemi nascono con la manutenzione degli impianti e le accise fiscali . Alcoli: etanolo (è quello contenuto nelle bevande alcoliche, è prodotto dalla fermentazione di sostanze zuccherine e cellulosa) e metanolo (è usato spesso come solvente ma qualche “furbone” lo utilizzò anche per produrre vino, è prodotto chimicamente ma lo si trova anche in natura, ad esempio nella prima frazione di distillazione delle grappe da vinaccia) sono largamente utilizzati in Brasile e Svezia, anche grazie alle vetture flexifuel in grado di funzionare con alcoli e benzine separatamente, o con una qualunque miscela dei due in modo da “dosare “ il mercato. Il problema maggiore è la produzione che è legata alla resa dei campi di mais e canna da zucchero, un ettaro di mais produce solo 3000 litri di etanolo. Nonostante i costi la Francia disporrà entro il 2007 di 500  stazioni di distribuzioni di bioetanolo. Recentemente è stato studiato un lievito speciale in grado di far fermentare in tempi brevi la cellulosa, e quindi produrre etanolo anche se con costi ancora alti.Biodiesel: viene prodotto in raffinerie sia dal classico olio di colza sia da biomasse assai diversificate (l’utilizzo nelle autovetture di olio di colza destinato a scopi alimentari, non raffinato, è una bufala ed è assolutamente sconsigliato dalle case automobilistiche). In commercio esistono molti motori pesanti che utilizzano il B20, una miscela al 20% di biodiesel e all’80% di gasolio. Oltre a utilizzare colza, canapa, lino e mais si possono utilizzare anche gli oli di scarto delle grandi catene di ristoranti. Le problematiche sono la bassa resa e i costi ancora alti, quindi questo tipo di combustibile risolve problemi ambientali ma non energetici.Combustibili sintetici: derivano dalla liquefazione di metano, carbone, e dalle biomasse (in questo caso si parla perlopiù del legno e dei suoi cascami) tramite procedimenti chimici di sintesi abbastanza complessi (Gas to Liquid, Solid to Liquid ). Potrebbero essere un’alternativa al petrolio nei paesi in cui vi sono molte foreste (Biomass to Liquid), anche se si prevede inizialmente un utilizzo combinato con il gasolio.Con questa carrelata di combustibili ho evidenziato quelli più chiacchierati ma vi sono una infinità di sigle che indicano composti nuovi o miscele di elementi già conosciuti, come ad esempio il bio-ETBE (etil-tertio-butil –etere) e il bio-MTBE (metil-terziario-butil-etere).Penso che liberarsi del petrolio sia ormai un’esigenza comune a molti paesi, e quindi prima o poi si passerà all’utilizzo commerciale di un combustibile alternativo, ma è anche vero che una politica orientata al risparmio energetico e ad uno sviluppo sostenibile risolverebbe, a breve, molti problemi .Personalmente faccio il tifo per il metano perché lo ritengo, attualmente, la soluzione a molti problemi, riguardo Alcoli e Biodiesel ho qualche dubbio su come verranno gestite le quote agricole dedicate alla produzione di carburanti, la mia paura (e non solo la mia) è che si abbia un rincaro di prodotti alimentari storicamente economici, per favorire strategie energetiche più allettanti dal punto di vista economico.Infine, l’utilizzo di legname per produrre carburanti potrebbe accentuare i problemi di deforestazione e l’aumento di anidride carbonica.Nella speranza di aver chiarito o creato qualche dubbio vi invito a dire la vostra nel Forum o nei commenti.Edoardo Farinaedoardo.farina@gmail.com