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Aspetti normativi ed operativi nella realizzazione di un impianto di termovalorizzazione, seconda parte.


Nel precedente post (Aspetti normativi ed operativi nella realizzazione di un impianto di termovalorizzazione, prima parte.) ho introdotto, molto sommariamente, alcune pratiche nessarie sia alla realizzazione di un Impianto di Termovalorizzazione, sia alla gestione dello stesso. Ho più volte posto l’accento su quelle che sono le attività di monitoraggio per consentire al gestore dell’impianto di capire se la sua creatura sta lavorando bene o sta lavorando male. Cerchiamo di entrare più nel dettaglio e di comprendere i meccanismi che regolano il monitoraggio.In recente Decreto Legislativo, il DL 11/05/2005 N° 133, si regolamenta la pratica dell’”incenerimento dei rifiuti” definendo alcuni parametri essernziali. Tale DL recepisce la direttiva CEE 2000/76/CE e regolamenta tutti gli impianti che inceneriscono i rifiuti (nuovi o precedenti) e i cementifici, fissando dei limiti in termini di concentrazioni per una serie rilevante di specie inquinanti. Inoltre, specifica che gli impianti esistenti devono adeguarsi alla nuova legge.Nell’Allegato 1-A si fissano i limiti degli inquinanti, tra i quali troviamo alcuni metalli pesanti  molto pericolosi (la campionatura deve avvenire per periodi non inferiori ad 1ora e ci si riferisce a concentrazioni medie) come il Cd (Cadmio, al limite 0.05 mg/mc), il Hg (Mercurio, al limite 0.05 mg/mc), Cr (Cromo, al limite 0.5 mg/mc). È imposto un limite anche a PCDD + PCDF (Diossine + Furani, con periodo di campionatura di 8ore, al limite 1ng/mc) . Nell’Allegato 1-B si fissano i limiti degli inquinanti nella corrente liquida in uscita dalle fasi di trattamento dell’effluente gassoso inquinato.Il DL fissa anche il metodo da adottare per le campionature, sono previste campionature in continuo per CO, polveri totali, NOx, Temperatura ed Ossigeno nella camera di combusione; sono invece previste almeno 3 misurazioni all’anno per i metalli pesanti, le diossine-furani, e gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici).Certificazioni delle misurazioni. Ovviamente, non basta effettuare le misurazioni con la cadenza temporale prevista dal DL, ma queste devono anche essere certificate da enti nazionali o esteri. Per ottenere la certificazione bisogna rispettare tutta una serie di pratiche per rendere la misurazione esente da errori o manipolazioni. Nella norma UNI EN 14181: 2005 sono definite tutte le pratiche utili ad ottenere corretti Sistemi di Monitoraggio delle Emissioni (SME).Procedure per ottenera la certificazione di SME. La norma Uni EN 14181: 2005 descrive quattro procedure da seguire per poter ottenere dell misurazioni ottimali:QAL 1: prevede la verifica dell’efficienza degli strumenti di misurazione a monte dell’installazione dell’SME tramite la misura di parametri come l’incertezza. QAL 2: prevede il controllo della corretta installazione e la taratura periodica degli impianti tramite un apparecchiatura di riferimento. QAL 3: verifica che il sistema SME sia funzionante nel tempo, verificando che siano rispettate le caratteristiche relative al QAL 2. AST: è un test di sorveglianza annuale per verificare le prestazioni ed il funzionamento dello SME e la taratura. Concludendo. È possibile dare risposta alle popolazioni che voglio conoscere il loro grado di esposizione agli inquiananti provenienti da impianti di incenerimento limitrofi grazie a pratiche di monitoraggio e misurazione costanti e certificate. Per consentire all’opera di poter funzionare senza interruzioni è opportuno che si progetti una efficace rete di monitoraggio su tutto il territorio interessato dalle emissioni dell’impianto, questa pratica è anche l’ultimo tassello della valutazione di impatto ambientale, perché permette di verificare che le emissioni sono effettivamente quelle preventivate.