Avere sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto, non avere mai dubbi: non sono forse queste le grandi qualità con le quali la stoltezza governa il mondo?
(William Thackeray)
*
*
*
*
« Danza i confini!!! | A volte » |
Post n°172 pubblicato il 07 Ottobre 2011 da k.way
- - * [Bruno Munari] - - -- «Durante l’infanzia – scrive l’artista – siamo in quello stato che gli orientali definiscono Zen: la conoscenza della realtà che ci circonda avviene istintivamente mediante quelle attività che gli adulti chiamano gioco. Tutti i ricettori sensoriali sono aperti per ricevere dati: guardare, toccare, sentire i sapori, il caldo, il freddo, il peso e la leggerezza, il morbido e il duro, il ruvido e il liscio, i colori, le forme, le distanze, la luce, il buio, il suono e il silenzio… tutto è nuovo, tutto è da imparare e il gioco favorisce la memorizzazione.
- *** - La gallina non ha fatto l’uovo. Detto da un Genio: “Qualcosa da cenare! La madre, cercando riprendersi, guardò per la cucina, vuota e fredda, schiuse un’anta della credenza dove l’ombre s’erano addormite su quel po’ di sentor di lardo e d’avanzi: in cucina non v’era quasi nulla, da potergli preparare nemmeno un ovo. Lo stentòreo deretano delle galline del Giuseppe ci perveniva piuttosto raramente, a una così gloriosa estromissione. Ne teneva più d’una, ma facevan l’ovo a turno: e spesso, poi, marinavano íl turno. Il figlio si sarebbe imbestialito anche di ciò: e allora bisognava sorvolare, sulle ova. Già altra volta era accaduto che s’infuriasse, per quella inadempienza dei polli del Serruchón porco: e aveva accusato il gallo di morosità genetica e di perversione, le galline d’esser lesbiche, e tr…” [La cognizione del dolore] - [Carlo Emilio Gadda] - - *** -
ALBERO [Bruno Munari] . - *** - “Dallo spettacolo d’una edilità pacchiana, cùrule o plebea, rifuggivo con le mie speranze alle querci, ai pini. Le querci responsali dell’antica gente druidica: i pini! il di cui sussurro lento, nel vento del monte, mi regalava il batticuore. Batticuore d’amore. Il mio spirito, il groppo di rapporti di cui ero il nodo, pio nodo, pio non ostante tutto, sentiva che del popolo alto dei pini era la mia genitura e la mia gente, l’antica […]. Ma gli alberi sacri erano spenti: erano stati recisi: perché desse albergo, la terra, alla nanificata prole degli umani.” [Come lavoro] - [Carlo Emilio Gadda] - -- *** - Non sono le cose che ci accadono, [ben povera e limitata sarebbe la vita] E’ il COME le guardiamo ! - - - - |
https://blog.libero.it/incertaMENTE/trackback.php?msg=10688128
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
CARTE DI VIAGGIO
A. Narimi
A. Anedda
H.D. Thoreau
J. Berger
C. Lispector
E.E. Cummings
M. Benedetti
J. Addad
V. Capossela
P. Jacottet
P. Cappello
A. Ernaux
L. Gluck
N. Ponzio
I. Bachmann
J.C. Onetti
E' proprio così...
E' il 'come' li recepiamo e facciamo nostri. A meno che non si diventi... ripetizioni meccaniche di suoni (...)
Bel post, Lu. Munari, Gadda...e gli alberi.
Un albero vaga nella pioggia,
ci passa in fretta davanti nel
grigio scrosciante.
Ha un affare da sbrigare.
Prende vita dalla pioggia
come un merlo in un frutteto.
Appena smette di piovere
>i>l'albero si ferma.
S'intravede dritto e fermo
nelle notti chiare,
come noi in attesa dell'istante
in cui i fiocchi di neve si
rovesciano nello spazio
Tomas Tranströmer- Premio Nobel per la letteratura 2011
mi piace molto..passavo di qui e...
namastè