Omaggio

Post N° 23


2. Quando il suggeritore di immagini, dopo aver chiuso il cerchio, svani’, la signora B. Quiet aveva da poco incontrato il procuratore di enigmi e parole. Fu uno scambio impegnativo ma decisamente stimolante. Fu coinvolta in una serie di giochi matematici, logici e linguistici. Seguendo le indicazioni di A. si concentro’ nella soluzione di problemi che via via le venivano proposti e inizio’ l’esercizio della scrittura. Cerco’ di affinare le sue nozioni grammaticali ma questo non la infastidi’  affatto. Dovette, cosa che peraltro amava fare anche prima, dare ampio spazio alla fantasia che si esprimeva piu’ nei termini usati che nel contenuto dei piccoli brani che si era predisposta a comporre usando le parole chiave che le venivano suggerite. Le vicende narrate erano esattamente lo specchio, distorto per esigenze di privacy, di quanto le stava accadendo. I fatti, anche se metaforicamente esposti, erano riportati con esattezza cronologica. I personaggi esistevano realmente, trasformati in oggetti, animali o figure di fantasia. Ma l’ideatore di questo gioco, facendo tesoro del proverbio che “il gioco è bello quando dura poco” si eclisso’ pressoché improvvisamente. La signora B. Quiet spreco’ un po’ di tempo per capirne i motivi, ma la sua fervida immaginazione non porto’ a nulla di scientificamente comprovabile nè di umanamente valutabile e giustificabile, considerata l’ottima opinione che si era fatta del suo interlocutore. Non si cruccio’ piu’ del necessario era perfettamente in grado, ed abituata, ad attribuire al suo intuito il valore zero.Ne sorrise. Si stava cominciando ad abituare all’idea che si era fatta della rete: la considerava una sorta di particolare deserto dove quanto di umano e consolante riusciva ad intravedere altro non erano che miraggi.