Ravvedimento morale

La caffettiera .


Piena estate ,  agosto rovente . Estate  del  ' 78  o  del  ' 79 ,  vai a  ricordare adesso ,  si fa  presto a  sbagliare ,  come in  tutte le cose  del resto .    I  miei   erano  via giù al mare ,  solo mio  fratello con  loro ,  ancora troppo presto per  lui  poter  cercare  il  suo  primo  tentativo  di  libertà .Mia  sorella  dormiva  in  casa di  alcuni  nostri vicini ,  a  pochi  caseggiati  di  distanza . No ,  non  era la  nostra  una  famiglia  cosiddetta  libera ,  ma  neanche eccessivamente  il  contrario  :   una  cosa  a  metà  strada  fra  le  due  insomma , comunque personalmente mi   -  ero  - già  conquistato una  certa porzione di autonomia  ,  in  occasione   di un concertodei Police  a Bologna .Prima ed  unica fuga da casa,  poi non ne  avrei mai più avuto bisogno.Frigo  pieno ,  i  soldi  necessari  per un intero mese  da  trascorrere da solo ,  la mia prima ragazza  ufficiale  seppure mai completamente accettata  in  famiglia ,  il  gatto  che  gironzolava ,  la  cucina  trascurata . Un ' altra  coppia di amici ,  un  lui ed una  lei ,  scombinati  esattamente  come  noi  due ,  il  salotto  trasformato  in un  campo di battaglia ,  avremmo  sistemato  tutto negli ultimi due giorni  prima del  rientro dei  veri , ma   incauti ,  padroni  di casa .  Il  tavolino di fronte al divano  ingombro  di ... ,  primo  pomeriggio  assolato ,  Jeannette  era di là  in  cucina ,  si  era  finalmente decisa  a  lavare  qualche  piatto  e  a  darmi  una mano  per  sistemare  un po' ,  almeno  una  parte  del  disastro  accumulato  negli ultimi due giorni .  Perché  non  farci  un  buon    caffè  ?  ,  mi  chiesi  ... Caffettiera ,  gas  acceso ,  torno  in salotto insieme agli  altri .  Passa  del  tempo ,  noi  si  continua a  divertirsi  e  ad  ascoltare  i  Deep  Purple . Forse  passa  una  mezz'ora ,  Jeannette  torna  in  cucina  a  fare  chissà  che ,  la  sento  ridere ,  è un  attimo e  mi  rendo conto  ,  con  notevole  apprensione ,   che  abbiamo una  bomba  sul  fornello .  Dico  agli altri  tre  di  restare in salotto , ma non  è che  debba  insistere  poi  più di tanto   :  la  caffettiera  emette  un  sibilo  sinistro  ed  è  quasi  rossa ,  prendo  uno  straccio  o  una  presina  -  non  ricordo  bene  neanche  questo   -    afferro il  potenziale  ordigno  e  lo  appoggio  su  un  mezzo  tronco                posto sul poggiolo che  per  consuetudine  noi    usiamo  come  una  sorta  di  ripiano   .  Va tutto bene .Gli  altri ,  di  là ,   se  la  ridono ,  io  non  rido  per  nulla  e  mi  è  passato  tutto  quel che  potevo avere prima .La   caffettiera  pian  piano  si  raffredda ,  è  comunque  da  buttare ,  il  pericolo è  passato ,  così  come  la  voglia  di  caffè .Finalmente  torno  di  là  con  gli  altri .  La  giornata  continua ,  ma  più  tranquillamente di  Prima  .  Ecco ,  il  racconto  è  terminato .La  caffettiera .Come  una  specie  di  Presagio.Un  Prima  e  un   Dopo .