L'ho sgusciato uncinando come un vivo a mille tra una folla d'automi.L'ho fermato stretto come ancorarsi al cielo sopra il mare d'Atlantide.L'ho riparato come un figlio dalla pioggia battente sfuriata dal ventoed ho pensato che al mare, ci sarebbe stato il soleed ho pensato che al mare avrei potuto puntargli gli occhi e vederlo respirare.Ho ingoiato più volte. l'urlo deflagrante della violazione. con le ciglia basse. ordinando un ritmo sano al cuore.Ho guardato da fuori. a lungo bambina. come si sta davanti ad una porta socchiusa a decidere di entrare senza permesso....e io, non l'ho mai fatto...Non sono l'amore, io.Ho guardato da fuori. a lungo bambina. quasi col timore di scoprirvi un rimprovero dalla bocca larga più della mia testa.poi, l'ho toccato. a lungo. sperando rabbonisse lì dentro, un qualche cattivo spirito che potesse cacciarmi via.Mi sono chiesta se di tutto quello che vedevo intorno, muretti scritte pali sabbia uccelli, se, delle nuvole a taglio sulla festa d'azzurro, e se, della spuma ariosa ai piedi di quei due insieme a guardare lontano, vivesse, lì dentro, un qualche asteriscobimbo di desiderio.Ho stretto un pò le spalle mordendomi le labbra. e sono entrata. *