Indistinto Brusio

Da non perdere....


I'm NOT HERE
Che cos'è allora I'M Not There se non una perfetta commistione di generi, un alveare di riflessioni (liberamente, è il caso di sottolinearlo, ispirate alla vita del cantautore) e letture possibili delle differenti anime di un uomo. Proprio perchè in ogni individuo coesistono diverse personalità, una pluralità di sfaccettature che emergono imprevedibilmente a seconda delle circostanze, ad Haynes non interessa la semplice ricostruzione storica, ne tanto meno la mera rivisitazione biografica, come evidente sin dai primissimi minuti della pellicola, quanto piuttosto la comprensione più profonda del suo personaggio. Ecco quindi che di Dylan conosceremo gli esordi attraverso le imprese di uno sfrontato ed ambizioso ragazzino fuggiasco (uno straordinario Marcus Carl Franklin) e il raggiungimento della notorietà introdotto dalle immagini di un'inchiesta televisiva sul folksinger Jack Rollins. C'è poi Arthur Rimbaud (riletto da Dylan prima di altri esponenti del panorama musicale della seconda metà del secolo scorso), sovversivo narratore del film, costretto ad un'intervista/interrogatorio sulla sua poesia. Ancora la svolta rock impersonata dalla più che mai divina Cate Blanchett, qui un'androgina Jude Quinn, e il conflitto tra vita privata e notorietà sulle orme di un divo del cinema. Ultimo, ma non meno caratterizzante è un vecchio Billy the Kid interpretato da Richard Gere, ancora fuggiasco come in giovinezza, come sfuggente ai riflettori è oggi il vero Dylan. A lui le conclusioni, "Per la maggior parte del tempo, non so chi sono" recita l'ultima battuta; si direbbe quasi un testamento poetico del film.