Indistinto Brusio

Post N° 239


L’oblìo della ragione_________________________
di Redazione Taranto Supporters (12-11-2007)  
Povero Gabriele. Nel tuo nome si è scatenata una gazzarra indegna. Ma solo nel tuo nome, visto che di te se ne sono fottuti tutti.Se ne è fottuto Abete in primis. Non ha avuto le palle di Pancalli (che burocrate non era) di stoppare il circo. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.  Ma lasciamo volentieri ad altri il compito di ergersi a difensori del calcio pulito. Noi non aspettavamo certo il morto. Se ne sono fottuti al Governo. Perché uno stato “forte” è tale anche e soprattutto quando un suo servitore sbaglia. Invece mezze verità e nessuna conferma hanno fornito un alibi esplosivo agli idioti di turno. La farsa del colpo in aria ha legittimato l’idea perniciosa che i morti hanno dignità diverse se indossano una divisa o una sciarpa. Una strisciante e maleodorante “realtà” che è circolata con il “tam tam” proprio perché non c’è stata subito una presa di posizione netta, univoca.Se ne sono fottuti gli ultras. Perché non si aspettava altro che scagliarsi contro la pula e la poesia Valle Giulia di Pasolini resta ancora, purtroppo, inascoltata. A Taranto, poi, abbiamo raggiunto picchi di demenza senza precedenti. Perché abbiamo visto tutti che chi lanciava le pietre in campo erano ragazzini. E nessuno li ha fermati. Allora entriamo nel vasto campo delle contraddizioni. Perché nessuno dei gruppi ha fermato il lancio. Per opportunismo perché, come in tutte le guerre, è importante dimostrare in tv e sui giornali che ce l’abbiamo più duro degli altri. Una vetrina importante per chi professa la fede ultrà prima della fede per i propri colori. Per impossibilità, visto che quasi tutti i “capi” sono diffidati. Di nuovo opportunismo, perché chi è stato pervaso da questa furia iconoclasta nulla ha a che vedere con i gruppi stessi. Gruppi che non hanno assolutamente alcun controllo anche perché chi tocca uno di questi guappi si trova a dover affrontare realtà delinquenziali che nulla hanno a che vedere con lo spirito ultras. . Si è ripetuto, insomma, il film di Cava. E questa situazione provoca, ancora una volta, la spiacevole sensazione di essere ostaggi di un numero imprecisato di teppisti. Senza volto e senza dignità. Di fatto, la sensazione comune allo Iacovone era di essere ospiti a casa nostra. Altre curve hanno adottato misure meno cruente. A Taranto no. Si deve trascendere. Se ne sono fottuti anche i tifosi di gradinata e tribuna. Non tutti, ovviamente. Non ci piace generalizzare come non si può mettere sullo stesso livello il livello dello scontro con gli incidenti in campo e fuori.Ma in un contesto critico come quello di ieri, gli idioti della gradinata si sono messi sullo stesso livello dialettico dei devastatori. Una vera e propria guerra tra guappi, il degrado della ragione. L’apoteosi della stupidità senza motivazione. Perché bastava fischiare e dimostrare coi fatti che il vandalismo perpetrato andava stigmatizzato. Invece no. Perché il disagio morale in questa città non è di appannaggio esclusivo di una categoria di tifosi o pseudo tali. E allora dalla gradinata minacce, inviti ripetuti e continuati a regolare i conti. In virtù di quale alto principio morale non è dato sapere. Un invito allo scontro che è stato raccolto anche grazie alle porte aperte (chissà come?) tra settori e portato avanti con una degna spedizione di matrice squadrista. Con genitori che fuggivano dalla gradinata con i bambini al seguito e la scena vergognosa di un regolamento di conti tra tifosi del Taranto. Che si poteva evitare benissimo con un briciolo di buon senso o opportunismo.Scusaci Gabriele. Perché anche noi, nel nostro piccolo, siamo rimasti sgomenti di fronte a tanta barbarie. Morale e materiale. Perché non ce la siamo sentita di esultare ali gol e non abbiamo avuto la forza o il coraggio di mollare tutto e lasciare. Perché ritrovarsi a fare da cuscinetto e tentare di impedire la degenerazione che il regolamento di conti prendesse anche il piano superiore della gradinata avrebbe meritato – secondo noi – almeno una parola di apprezzamento. Invece è partita la solita “dagli all’untore” che ha riguardato anche noi che non siamo immuni da colpe e omissioni. Ne prendiamo atto.Scusaci Gabriele se scriviamo queste righe intrise di rancore. Perché assumere posizioni controverse fa parte del nostra indole ma non ci stiamo a veder soffocato il nostro pensiero e ciò di cui siamo stati testimoni diretti sull’altare dell’ipocrisia tutta tarantina in questa guerra in cui tutti abbiamo perso tanto, forse tutto.