Indistinto Brusio

DISGUSTO...


In relazione all'arguto e diretto post di I-ronica UNO COME NOI sulla morte di Gabriele Sandri , sento di dover esprimere il mio personale parere:Intanto premetto che chi scrive non è  (suo malgrado) un "bamboccione" ...A 18 anni ho lasciato la mia famiglia per studiare e lavorare...dopo la laurea senza nessuna certezza, ho fatto tutti quei sacrifici che mi permettono oggi (nonostante un senso di precarietà costante), di avere una discreta posizione, di essermi comprato una casa e di lottare per i prossimi obiettivi che mi sono posto. Ma se mi guardo attorno cosa mi circonda?Tutto ciò al quale ci siamo mestamente abituati non fa parte dei nostri sogni, nè di tutto ciò che avevano sperato per noi i nostri genitori. Siamo al collasso di ogni ideale,  non sappiamo con ragionevole certezza se avremo ancora un lavoro a fine mese, sappiamo però che dobbiamo pagare mutui e bollette anche se lo stipendio non ce lo consentirebbe. Non siamo più liberi di uscire serenamente per le strade perchè il male e la diffusa disperazione stanno portando l'uomo a derive assurde...e molto spesso ci capita di non riuscire nemmeno a portare avanti una vita sentimentale degna di questo nome perchè tutte queste paure e responsabilità ci schiacciano e ci rendono più egoisti e cinici non permettendoci di fidarci l'uno dell'altro. Gli esempi potrebbero continuare ad oltranza,  uno scenario veramente preoccupante che non è altro che la società in cui viviamo ogni giorno.Il povero Gabriele per me non ha niente di diverso dalla signora stuprata a Tor di Quinto o niente di diverso da qualsiasi alltra persona che senza averne volontà, si trova alla ribalta nazionale per situazioni verso le quali tutti inorridiamo (piangiamo, scendiamo in strada…etc.) per qualche giorno per poi dimenticare in tutta fretta il giorno dopo.Io sono un tifoso accanito del mio Taranto, che anche questa volta è all'attenzione nazionale per fatti che nulla hanno a che vedere con lo sport...ma ciò che vivo oggi è solo un profondo disgusto nei confronti della società civile (che poi siamo tutti noi….).  Il calcio in questo caso è stato strumentalizzato dalle forze dell'ordine per giustificare (ed ammorbidire) un errore di un singolo così come i tifosi  hanno trovato un valido pretesto per proseguire la loro lotta indiscriminata contro le istituzioni. Ognuno si arroga il diritto di protestare, agire in nome di qualcosa o qualcuno... ognuno crede di avere il diritto di essere vittima senza accorgersi (ed io per primo) nella propria quotidianità di essere carnefice quanto gli altri…e che a volte invece di alzare la voce, sbraitare, puntare il dito, servirebbe tacere e osservarsi profondamente…....cercando di scoprire davvero quale possa essere il proprio contributo reale ad una vera e propria rivoluzione culturale….