L'inferno del Nord

Appels - 14/07/2007


Rieccomi!  Le vacanze sono già finite e dopo due settimane di completa inattività ciclistica mi sono rimesso sotto con gli allenamenti.  Accidenti quanto è dura, basta mollare un attimo e si perde tantissimo, è veramente incredibile.  Comunque oggi sono a correre.  Non è l’esordio post-vacanze perchè ho corso già domenica scorsa a Sint Maria Lierde e mercoledì sera a Hulshout.  Non le ho inserite nel blog per due semplici motivi: non ho avuto assolutamente tempo per scrivere qualcosa e soprattutto sono state due corse di vero allenamento nelle quali ho collezionato ben due ultimi posti o quasi.  Però, nonostante tutto, sono molto fiducioso e in più di un paio di occasioni ho sentito la gamba rispondere molto bene. Oggi sono a Appels per una gara completamente pianeggiante.  C’è un po’ di vento e minaccia pioggia ma ho deciso che le corse di “allenamento” sono finite: adesso si ritorna a fare sul serio. Anche se non sono al 100% della condizione.Il percorso è uguale a tanti altri già fatti solo che le curve sono poche e l’asfalto è incredibilmente levigato, una vera sorpresa da queste parti.  I giri sono 11 per un solito totale di 70km scarsi.  Partiamo con l’idea di andare dietro i “soliti noti” guidicandolo il metodo più sicuro per non rimanere tagliato fuori dalla sicura fuga.  Appena abbassano la bandiera allungano in 6-7 corridori e ovviamente sento il solito prurito dietro il collo... devo partire anch’io, è più forte di me.  Via a tutta, dai Lorenzo!  Hanno un po’ di vantaggio e sto faticando a chiudere il buco, dietro di me c’è uno ma il gruppo non ha reagito.  Una curva presa sfiorando il ciglio della strada mi permette di tenere la velocità di base ancora alta ma mi rimangono ancora 30 metri per rientrare nella fuga.  Mi volto nella speranza di un cambio ma quello dietro di me ha perso la mia ruota, temo proprio che devo chiudere da solo il buco.  Sforzo supplementare e... bingo! Sono dentro.  Andiamo via in modo molto irregolare.  Spingiamo a fondo ma non tutti hanno la gamba per reggere questo passo e i buchi e le incomprensioni si sprecano.  Ogni tanto rientra qualcuno nuovo e qualche altro cede.  Facciamo due giri in questo modo, io passo spessissimo in testa, troppo spesso.  Però tutto è molto strano e ad essere onesto non ci capisco molto: i compagni di fuga cambiano continuamente.Alla fine del secondo giro finalmente sembra che la cosa si sia stabilizzata.  Siamo in fuga in una marea, direi venticinque e tutti i più forti alla fine sono presenti... amen.  Siamo troppi però in fuga e ovviamente non si va avanti in modo regolare, è tutto un susseguirsi di scatti e controscatti. Passano ancora un paio di giri in questa situazione poi appena vedo un gruppetto di tre prendere il largo in modo deciso parto anch’io al contrattacco.  Altra sparata di un paio di minuti a duemila battiti per minuto e riesco a rientrare. Che faticaccia anche stavolta!  Sembra buona, abbiamo un buon passo che tengo a malapena, però la velocità è ottima. Facciamo un giro intero in avanscoperta quando purtroppo un folto gruppo di corridori rientra su di noi.  Sono in meno di prima ma siamo ancora in troppi... in 16.  Per altri due o tre giri andiamo via regolari ad una andatura non eccezionale.  Mi sento ancora bene e con una buona dose di energie. Ottimo.  A meno tre giri all’arrivo iniziano gli scatti.  E’ un macello, una fatica assurda ma devo stare attento a non perdere il treno giusto.  Ad un certo punto una cosa strana: mi lascio sfilare in fondo al gruppetto e nello stesso esatto momento parte l’ennesimo attacco alla spicciolata.  Aspetto che si muovano tutti ma i due davanti a me reagiscono fiaccamente e in ritardo.  Non solo sto perdendo il treno ma se ne stanno andando tutti!!!  Parto ma ormai è troppo tardi.  Sputo l’anima e riesco ad arrivare a due metri dalla ruota posteriore dell’ultimo della fila dopo almeno 2 chilometri di sofferenza.  Ma nell’esatto momento in cui rientro un altro violento scatto decreta la mia fine.  Non mollo perché non voglio essere raggiunto dal gruppo, o da quello che è rimasto.  Bocca sbalancata a cercare il massimo apporto d’ossigeno e gambe che bruciano.   Per un giro, il penultimo, la fuga è sempre davanti a me di una quindicina di secondi.  Raggiungo quasi immediatamente un altro “cadavere” della fuga ma questo si piazza a ruota senza dare cambi ripetendomi di essere cotto. Ultimo giro, forse ce la faccio a non farmi riprendere.  Il tizio dietro di me finalmente si degna di passare davanti per qualche secondo e anche se 3 o 4 km/h più lentamente. Meglio che niente. Dispiace perchè sento la gamba che spinge ancora con discreta potenza, non sono finito.  Un buon segno per il futuro ma certamente un motivo di recriminazione per questa strana gara.All’ultimo chilometro incito il mio compagno a non mollare che ormai era finita ma il simpaticone aveva già strane idee.  Infatti a 50 metri dall’arrivo mi piazza lo scattino per mettere la ruota davanti alla mia.  Non avevo accennato alla volata credendo che fosse logico che passassi io davanti... ma evidentemente non è così.  Me ne ricorderò, intanto non cambia molto visto il mio tredicesimo posto finale.Giovedi’ sera altra corsa e poi domenica ci sarà una gara che si preannuncia divertente (percorso più che ondulato).  Ciao a tuttiPS. Nel link un momento della fuga a quattro a metà gara: http://images4.fotopic.net/?iid=yppsqj&noresize=1&nostamp=1&quality=80