L'inferno del Nord

Puurs e Ternat 23-24/03/08


Per il weekend pasquale ho un doppio aggiornamento. Il giorno di Pasqua sono andato a Puurs per una gara a me nuova mentre a Pasquetta mi sono recato a Ternat dove avevo già corso un anno fa. Ma andiamo con ordine e iniziamo dalla domenica. Il tempo fa abbastanza schifo fa un freddo cane e le chance di beccare pioggia o neve sono piuttosto alte. Anche il circuito non mi piace: la zona dell’arrivo è nella cittadina ed è un rapido susseguirsi di svolte a 90° tra le case. Il resto è più lineare ma con, ovviamente, una parte stretta e in balia del vento. Discreto numero di concorrenti alla partenza, devo considerare che gli iscritti alle corse sono maggiori degli anni passati. Per la prima volta nella mia vita mi presento ai nastri di partenza con i gambali lunghi, ma a quanto vedo non sono il solo. Partenza abbastanza tranquilla e a metà del primo giro sono in fuga. Prima da solo ma presto vengo raggiunto da altri 7 o 8 atleti. Prendiamo poco margine ma soprattutto non ci sono quelli “forti”. Decido di piazzarmi in ultima ruota senza collaborare, intanto non andiamo da nessuna parte. A metà del secondo giro veniamo raggiunti ma appena stanno per rientrare decido di ripartire. Ancora da solo.Sembra la scelta giusta perché dietro li vedo un po’ sfilacciati. Su di me rientra il possessore della maglia iridata della categoria e in due entriamo nella parte più stretta del percorso. Poco dopo ecco altri due che rientrano a tutto gas. Stargli dietro mi costa una fatica estrema anche perché non andiamo via regolari ma a strappi. Non riesco a respirare: il catarro che ancora mi accompagna ha creato una patina in gola e nonostante la bocca spalancata l’apporto di aria nei polmoni è limitato. Continuo a tossire e a pedalare al 100% delle mie possibilità… non è proprio il massimo. Poco prima della fine del giro, rientrano altri due corridori ma nella confusione ci spezziamo e non riesco ad aumentare per chiudere il buco e rimango tagliato fuori dal ventaglio e dalla fuga. Come sempre quando c’è da mettere il “turbo” rimango al palo. Speriamo che questa situazione passi alla svelta perché mi sto stufando. Il gruppo mi riprende e la fuga va.Demoralizzato mi metto in fondo alla fila, però, dopo qualche minuto di sbandamento collettivo vedo che il gruppo si sta organizzando per cercare di riprendere i fuggitivi. Mi porto velocemente davanti per dare una mano. Magari possiamo di nuovo riaprire i giochi. In fondo manca ancora tanto alla fine. Macché! La fuga ha viaggiato con 20 secondi MASSIMO di vantaggio ma non ci hanno mai mollato. Abbiamo tirato a tutta e ogni volta che sembrava fosse fatta… un rallentamento ha riportato le distanze originarie. Volata dietro una curva e chiudo 21°.  Ormai a quanto pare queste posizioni stanno diventando standard per me… la cosa non mi piace molto.Lunedì di Pasquetta ed eccomi di nuovo a Ternat. L’anno scorso mi sono dovuto ritirare quando ero nella fuga giusta a poco dall’arrivo. Quest’anno purtroppo la possibilità di fare meglio non la vedo ma cercherò in ogni caso di vendere cara la pelle.Se il tempo ieri faceva schifo oggi è drammatico. Sta nevicando di brutto, siamo a zero gradi, c’è un vento assurdo e le strade sono ricoperte uno spesso strato di fango. Si preannuncia una giornata da tregenda. Con mio stupore non siamo pochi alla partenza, ed io che credevo di essere l’unico pirla. Dopo qualche pedalata mi rendo conto che mi sento meglio di ieri e allora mi metto in caccia della fuga giusta.  I giri si susseguono e nella prima metà di gara sono entrato in tutti gli attacchi, un migliaio di attacchi. Prima o poi la fuga si sgancia e ci devo essere dentro.  Infatti, come non detto, in un tratto di vento laterale, la fuga di 6 va ed io rimango ad aspettare che qualcun altro si muova.  Bravissimo, così che si fa.A questo punto la fatica inizia a prendere il sopravvento.  Il giro seguente qualcuno da una menata terrificante che solo grazie alla forza della disperazione riesco a sopravvivere. Il gruppo si è rotto ma sono davanti (fuga esclusa).Due giri al termine, di dieci, e il nostro gruppetto si rompe nuovamente. Vanno via alla spicciolata i due terzi dei suoi componenti. Rimango un po’ troppo ad aspettare e solo quando ormai sono lontani decido di muovermi. Esco con uno a ruota che ogni morte di Papa mi da un cambio di 100 metri al massimo. Non ce la fa proprio. Il vento è devastante e le gambe bruciano dal dolore.  A tutta… a tutta… e piano piano le sagome dei corridori davanti sono più grandi. Dopo una rincorsa durata un giro esatto rientro ma alcuni di loro si sono avvantaggiati ormai, peccato. Ai 600 metri dall’arrivo scappo e vado ad anticipare la volata chiudendo 15°.  Meglio di niente. Oggi sono da un lato soddisfatto per le discrete sensazioni ma dall’altro avevo la possibilità i stare davanti e l’ho persa per colpa mia. Il prossimo weekend andrà meglio, ne sono sicuro. Correrò solo una volta e vediamo come andrà a finire.