L'inferno del Nord

Scheldeprijs - Memorial Staf Segers 16/04/2008


Con mia estrema gioia alle 9.50 del mattino ritiro il numero della corsa. Partenza alle 12:30 proprio sotto lo striscione d’arrivo dello Scheldeprijs (GP Escaut) dei professionisti.La gara è lo Scheldeprijs per Elite senza contratto e Under 23.  Io rappresento una specie di infiltrato, ma grazie alla tessera Master della FCI posso partecipare a competizioni per Elite all’estero. Ovviamente il livello è più alto a quello a cui sono abituato finora e anche la lunghezza della gara è più elevato.  In tutto sono 110 km su un circuito cittadino, che poi è il paese dove abito: Schoten.  Ci saranno da compiere 13 giri in totale, ma soprattutto ci sarà da faticare e non poco!Negli ultimi giorni mi sento sempre meglio e adesso posso dire di essere vicino alla famosa “condizione”.  Meno male perché oggi credo proprio che ne avrò bisogno.L’”ambiance” è incredibile.  Il circuito finale ricalca per buona parte quello che faranno i professionisti tra un paio d’ore. La gente lungo il percorso è accalcata alle transenne come poche volte mi è capitato di vedere. C’è la televisione nazionale (la nostra RAI) che è in diretta. Un grande megaschermo subito dopo l’arrivo e soprattutto TAAANTI partecipanti. Poco prima del via lo speaker parla di 230 corridori al via, una marea. Il nervosismo generale è elevatissimo, altro che le normali corse.  Purtroppo parto in una brutta posizione e il brutto restringimento sotto un arco dopo pochi metri ci allunga in modo esagerato.Il primo giro si fa a tutta, o quasi.  La testa del gruppo è lontanissima e non vedo spazio per risalire.  Prima delle curve strette ci allarghiamo, ci fermiamo quasi ma di trovare uno spiraglio per passare davanti non se ne parla proprio.Al secondo giro iniziano i guai. Il vento non è violentissimo ma si fa sentire e quando siamo lungo il canale il gruppo è in perfetta fila indiana.  La velocità è prossima ai 60 km/h… sicuramente. Ed ecco che iniziano i buchi. Ne chiudo un paio ma qui dietro si sta facendo una vita da bestia. Davanti si appallottolano rapidamente invece dove sono si sta solo in fila.  O rimonto le posizioni o non arrivo a metà gara! Dopo due giri impegnativi riesco a mettermi nella prima metà del groppone. Qui voglio rimanere. Di quello che succede davanti non mi interessa molto. Non voglio spendere energie. La mia vittoria è vedere l’arrivo e vi assicuro che riuscire a portare a termine una corsa di Elite non è una cosa molto evidente.I giri passano e io rimango piuttosto tranquillo al mio posto. Momenti di grossa pressione non ne subisco e mi piacerebbe anche fare qualcosina davanti ma una fuga si è già sganciata e andare davanti significherebbe solo fare fatica per nulla. All’ultimo giro mi guardo un po’ intorno e vedo che il gruppo è più piccolo… ma io ci sono ancora. Ultimi 800 metri con ovvia mega caduta generale. Per passare sono costretto a salire sul marciapiede e percorro gli ultimi metri in tranquillità.Alla fine la classifica mi da un 88° posto (ma non conta molto) su solo 125 arrivati (questo invece conta tanto).Sì, sono sulla strada giusta… lo sento!