Creato da Paracarroemigrato il 22/02/2007

L'inferno del Nord

Storie di un ciclista agonista italiano nel cuore delle Fiandre

 

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Campionato Nazionale Belga - 26/08/2007

Post n°22 pubblicato il 28 Agosto 2007 da Paracarroemigrato

Sono in forma, o almeno credo di esserlo.  Non c’è niente di meglio da chiedere se c’è da correre il Campionato Nazionale Belga.  Oggi la corsa è a Puurs e in palio c’è la maglia tricolore belga.

Purtroppo non la mia nazionalità è ancora solo italiana e per quella belga dovrò aspettare il matrimonio.  Di conseguenza per me in palio non c’è proprio nulla.  Posso partire, posso vincere (come se fosse facile) ma non posso prendere la maglia.  Peccato.

Comunque sono motivatissimo, il cast dei pretendenti è di primo piano e dire che ci sono tutti è riduttivo.  Peccato solo per il percorso che più piatto di così non si poteva disegnare, decisamente non al livello del prestigio della corsa.  A rompere un po’ le scatole inoltre ci sono tre pezzetti fastidiosi di pavé piazzati chirurgicamente su altrettante curve a novanta gradi.  In uno di questi tre addirittura passano i binari di una ferrovia quasi inutilizzata.  In tutto sono 9 giri per un totale di 78 km.

Partenza, non aspetto molto e decido di rompere gli indugi.  Non ho niente da perdere e attacco assennatamente.  Al passaggio del primo giro il mio cuore è già in gola, siamo tutti insieme ma ricevo una buona sensazione provenire dalle gambe.

Gli attacchi si sprecano ma la velocità di base è troppo alta per riuscire ad andare via.  Siamo quasi sempre in fila indiana ma nessuno molla nessuno.  In un momento di rilassamento al terzo giro evadono in 4.  Tra questi non c’è nessuno della squadra “regina” di questa stagione e quando il margine raggiunge i 30” l’inseguimento ha inizio.  Fortuna per loro sono in numero sufficiente per chiudere il buco in un giro e mezzo e quando entriamo nel quinto giro siamo nuovamente tutti insieme.  Si riaprono le danze.

Niente da fare, non si riesce proprio ad andare via.  A due giri dal termine provo con più insistenza ma le velocità rimangono troppo elevate.  Non si riesce a individuare un punto dove poter fare la differenza, a ruota si sta troppo bene.

Si sta bene ma quando entriamo nell’ultimo giro mi accorgo che dei 70 circa partenti siamo rimasti a dir tanto una quarantina.  Vedo che molti sono stanchi, anche le mie gambe danno segni di affaticamento ma credo di stare meglio della media.  A quattro chilometri dall’arrivo si muovono in due, abbastanza facilmente prendo la loro ruota ma il loro ritmo non è sufficientemente alto per andare via così li salto immediatamente e provo a spingere più forte che posso.

C’è un po’ di vento, non troppo ma rompe.  Le gambe bruciano dall’acido lattico che arriva fino alle orecchie, tutto o niente.  Ho un po’ di margine. Il rapporto è troppo lungo, ho la catena sul 13 ma ormai non cambio, in lontanza vedo la curva che mi farà girare a 180° per andare verso il traguardo con il vento in poppa.

Mi volto e vedo il gruppo in fila.  C’è un corridore che sta arrivando da solo.  Ecco la curva nel frattempo. Sono a due chilometri dall’arrivo.  Svolto sul pavé e vengo raggiunto dal “Campione del Mondo” (curioso quanti “Campioni del Mondo” esistano nel ciclismo amatoriale!).  So che è uno velocissimo ma a questo punto può andare ancora bene. 

Ci immettiamo nell’ultimo lungo rettilineo ma lui non ne vuole sapere di collaborare.  Si è incollato alla mia ruota posteriore e non accenna a voler passare.  Così non mi va e rallento sempre di più ma non c’è verso.  Veniamo raggiunti, accidenti!

Il gruppo mi ingloba piuttosto velocemente, tiro il fiato per un secondo quando sento la voce di uno dei pochi amici che ho in gruppo.  Lui è molto veloce, provo a dargli una mano già che altro non posso fare.  Siamo lanciati ad alta velocità e noi siamo sul lato destro ma troppo indietro.  Butto il “12” e risaliamo la fila rapidamente.  Meno di un chilometro all’arrivo e dal lato sinistro vedo un attacco deciso di 4-5 corridori che sembrano andare via.  Non si può temporeggiare e cerco la testa del gruppo, purtroppo uno sbandamento ha effetto domino e mi sta per far volare fuori strada e sono costretto a tagliare la strada ad altri corridori per svincolarmi dal pericolo.  Questa mia manovra ha fatto sì che il mio amico perdesse la mia ruota.  Io comunque non mi accorgo di nulla e tiro dritto per chiudere il buco sui 4-5 attaccanti.  Li riprendo e siamo a 500m dall’arrivo.  Continuo a tutta ma nel voltarmi non riconosco la sagoma amica dietro di me.  A quel punto inutile tirare per tirare e mi rialzo immediatamente.  Mi saltano tutti e parte la volata.  Peccato per il mio amico che è rimasto chiuso e la rimonta finale lo ha portato solo al 7° posto.

State sintonizzati... sabato c’è la granfondo! Vi farò sapere, statene certi.     

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