Infinita poesia

L'ARTE NEL'OPERA DI TEILHARD DE CHARDIN


Vi presento un bell'articolo di Giovanni Fois, studioso del pensiero e dell'opera di Teilhard de Chardin (nonchè mio caro amico e stimato collaboratore, e che rigrazio per questo prezioso contributo), dal titolo: ___________________________________________L'ARTE NELL'OPERA DI TEILHARD DE CHARDIN___________________________________________ Se un’artista dovesse leggere l’opera di padre Teilhard de Chardin avrebbe l’impressione che l’arte, espressa in ogni sua forma, è lontana dalle sue preoccupazioni. L’invito “a vedere” che il gesuita fa in tutta la sua opera sembra orientato soltanto verso la scienza, la filosofia, la teologia.Per Teilhard non ci sarebbe per l’arte, dunque, nessun posto nell’ambito della socializzazione, della coriflessione, dell’Ultraumano in cui siamo inesorabilemte attratti. Sembra che ogni manifestazione artistica sarebbe eliminata dalla società che ci stiamo costruendo. Guardandoci intorno si ha la sensazione che è questa la realtà che ci circonda. Anche perché i poteri pubblici incoraggiano sempre più studi scientifici e tecnologici. Abbiamo bisogno di tecnici e le manifestazioni artistiche, che sembrano in preda al disordine, all’espressione egoistica della individualità dell’artista, generano inquietudine nell’uomo moderno che allora favorisce l’espandersi dell’invasione tecnologica a fronte di un groviglio di ribellioni artistiche individuali.Chissà se gli artisti che avevano invitato Teilhard ad un loro congresso, a Parigi nel 1936, avevano in mente queste sensazioni e chiedevano al gesuita quale fosse l’avvenire del loro settore. La risposta di Teilhard è pubblicata in questo blog di Floriana Porta dedicato all'arte; scritto che indica un incoraggiamento a tutti coloro che sentono una vocazione artistica o che si interessano di cose d’arte.Teilhard era molto sensibile a varie arti, come la musica, la poesia, la magia dei colori. E in tante sue lettere alla cugina e agli amici aveva rimpianto di non essere stato iniziato alle arti, di non essere un acquarellista, di non essere “una ombra di Wagner” piuttosto che “un’ombra di Darwin” o di non avere il talento del romanziere. Quello che aveva spiccato era il senso cosmico della natura. Nel 1916 scriveva: “Le arti, poesia e musica, non trascinano esclusivamente verso l’effusione panteistica e pagana. Eccitano soltanto, genericamente, l’anima a ricercare il Bello e il Grande”. Una ricerca che porterà gradualmente alla ricerca del Tutto sino a diventare amore infinito per il Cristo.In quelle poche considerazioni che Teilhard esplica sull’arte, egli non si meraviglia della sua esuberanza e del suo apparente disordine: Le spinte in tutti i sensi delle manifestazioni artistiche sono come antenne tese alla ricerca. Nell’ambito dell’energia umana queste antenne che ricercano rappresentano un modo nuovo di accrescere l’espansione del fenomeno artistico dando all’umanità una nuova spinta per andare avanti. La molteplicità delle correnti artistiche è per Teilhard un forte segno di vitalità.(Giovanni Fois - Centro di Documentazione Teilhard de Chardin - Roma)Per info e approfondimenti: http://blog.libero.it/bionoogenesi