Rivoluzionenergetica

Egitto-Fratelli Musulmani spinti allo scontro frontale dai loro alleati internazionali ?


Fratelli musulmani egiziani spinti allo scontro frontale dalle pressioni dei loro alleati internazionali ?di Marco PalomboQualche domanda sulla transizione e crisi egiziana.Chi ha gestito la transizione egiziana da Mubarak ad oggi ?Le Forze Armate hanno sempre controllato la transizione egiziana, dalle dimissioni di Mubarak alla tragica crisi di questi giorni. Non hanno mai abbandonato alcuni posti chiave neanche nell’ anno di presidenza Morsi. Il generale Tantawi è l’ esempio più emblematico della continuità del controllo dei militari nella politica egiziana. Per venti anni ministro della Difesa nell’era di Mubarak, alle dimissioni di quest’ ultimo guida il Consiglio Supremo Militare che diventa il detentore del potere politico nella transizione verso libere elezioni. E’ ministro della Difesa nel governo guidato da Qandil che ha operato nell’ anno di presidenza Morsi.La transizione egiziana ha avuto un percorso facile ?Assolutamente no, i due anni e mezzo trascorsi dalle dimissioni di Mubarak sono stati molto conflittuali e si sono verificate più crisi con tensioni enormi. I due momenti più delicati sono stati prima delle elezioni legislative nel novembre 2011 e prima delle elezioni presidenziali del giugno 2012.Nel novembre 2011 incidenti hanno visto la morte di 40 manifestanti e il ferimento di 1.500 persone. A queste violenze è seguita una crisi di governo che ha portato alla nascita dell’ esecutivo di Ganz Ouri, nominato da Tantawi, in quel momento presidente provvisorio della Repubblica in quanto capo del Consiglio Supremo Militare. Ganz Ouri nell’ era Mubarak aveva guidato il governo egiziano dal 1996 al 1999.Altro momento critico nel giugno 2012. La Corte Costituzionale, bocciando la legge elettorale, annullò le elezioni legislative vinte dalla Fratellanza che si erano svolte in tre turni tra novembre 2011 e gennaio 2012 , fu ammessa la partecipazione alla vita politica di esponenti del passato regime, cosa che permise a Shafiq , ex premier sotto Mubarak, di contendere fino all' ultimo turno a Morsi la carica di presidente egiziano. In precedenza non era stata ammessa la candidatura di Shater, leader dei Fratelli Musulmani, Morsi in realtà fu una scelta di ripiego per i Fratelli.Quali sono stati i rapporti tra Fratellanza Musulmana ed Forze Armate dal febbraio 2011 ?Un conflitto controllato, il governo nominato da Morsi è nato da un compromesso tra le due grandi istituzioni che ora sono andate allo scontro.Lo scontro più duro tra Fratellanza e esercito ci fu a giugno 2012 come ho scritto nel paragrafo precedente. Dopo le elezioni presidenziali del 17 giugno vinte da Morsi, il nuovo governo fu varato il 3 agosto con un accordo tra la Fratellanza e le Forze Armate, come spiegò U.Tramballi sul Sole24ore “Fratelli musulmani e militari, l'Egitto ha il suo governo”.( http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-03/fratelli-musulmani-militari-egitto-063820.shtml?uuid=AbPdWYIG ) Fu nominato primo ministro Qandil, che era stato titolare del ministero delle risorse idriche nel governo precedente, e altri 7 ministri del suo governo erano stati membri anche del vecchio esecutivo.Le Forze Armate continuarono ad controllare alcuni ruoli chiave, con Tantawi al ministero della Difesa, Amr agli Esteri, Said alle Finanze, agli Interni al Din. Giustizia e Libertà, il partito dei Fratelli musulmani, ebbe solo quattro ministri.Perché una gran parte dell’ opinione pubblica ha manifestato contro Morsi ?Il consenso dei candidati della Fratellanza, sia alle legislative che alle presidenziali, è stato attorno al 50% dei voti validi in elezioni dove ha partecipato circa il 50% degli aventi diritto. Al referendum sulla Costituzione votò invece solo il 30% della popolazione e i si furono il 60%. Molti hanno dichiarato che non avrebbero più votato candidati della Fratellanza perché delusi da Morsi sul piano sociale e per le sue forzature confessionali e autoritarie (sono state denunciati anche arresti e torture per alcuni oppositori). Naturalmente questa non è una prova che non ci sia più il consenso elettorale ottenuto prima, così come i 22 milioni di firme raccolte dal movimento Tamarod oltre che difficilmente dimostrabili, non hanno alcun valore legale.Perché questa volta la Fratellanza è andata allo scontro frontale ?La Fratellanza Musulmana Egiziana non sembra aver niente da guadagnare da questa scelta.Altre volte la Fratellanza aveva accettato la tutela autoritaria e violenta dell’ esercito, aveva subito decisioni che la danneggiavano e cercato un compromesso. Ora invece è andata allo scontro muro contro muro. In questa maniera ha reso molto difficile nel prossimo futuro un suo possibile ruolo nella politica e società egiziana. La Fratellanza egiziana è presente anche in grandi associazioni di diverso genere, economiche ed assistenziali, che questa crisi mette in una posizione molto difficile.Qual’ è lo scopo di questa scelta?L’ obiettivo dichiarato dello scontro frontale è il ritorno di Morsi alla presidenza dell’ Egitto ma sembra impossibile che possa realizzarsi questa eventualità. Qualcuno pensa davvero che l’ esercito possa accettare di fare un passo indietro del genere ?Allora vogliono sconfiggere militarmente l’ esercito per assicurare libere elezioni ?I militari hanno gestito direttamente il governo dell’Egitto dal febbraio 2011 fino all’ esecutivo nato ad agosto 2012 dopo le presidenziali. Mai però i Fratelli musulmani hanno cercato uno scontro frontale per accelerare i termini della transizione. Ora certamente, senza lo scontro, nuove elezioni sarebbero arrivate, sia pur in tempi non brevi. Ma in tempi brevi è anche impossibile che arrivi una eventuale vittoria militare sull’ esercito (comunque improbabile).La strategia della contrapposizione dura è dovuta alle pressioni dei suoi alleati non egiziani ?G.Sgrena, il Manifesto del 17 agosto 2013:”La strategia da seguire sarebbe stata decisa dai Fratelli musulmani, tutti, quindi anche quelli tunisini, in una riunione che si è tenuta a Istanbul il 29 luglio.”Azzardo quindi un’ ipotesi.Molti alleati internazionali della Fratellanza, per ragioni diverse, sono in grande difficoltà.L’uscita dei Fratelli dal governo egiziano senza reazioni clamorose avrebbe potuto indebolire ancora di più i governi del partito Ennahdha in Tunisia e del presidente Erdogan in Turchia. I Fratelli musulmani siriani stanno diminuendo la loro influenza nella crisi siriana ed è sempre più evidente la presenza di al Qaeda tra i “ribelli” anti Assad. Il Qatar vede ridimensionata la grande influenza che ha avuto nel Medio Oriente negli ultimi tempi. Anche in Libia la situazione è difficilmente gestibile, nodi irrisolti, e nascosti dietro una giornata di elezioni, stanno venendo al pettine. L’ Arabia saudita sembra aver scelto una strada diversa, confermata dalle ultime dichiarazioni sulla crisi egiziana, che si contrappone alla politica di questi soggetti, siano essi governi o movimenti politici.Tutti questi alleati dei Fratelli egiziani hanno un gran bisogno di una situazione come quella che si sta creando in Egitto e solitamente non vanno molto per il sottile quando devono fare i propri interessi.La scelta della Fratellanza Egiziana quindi sarebbe più funzionale ad uno scontro politico sul piano regionale che su quello interno egiziano.