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« Il Signoraggio, la grand...Meccanismo Perverso »

La Favola:Ignoranza il paese degli ignoranti.

Post n°2 pubblicato il 23 Dicembre 2006 da InformatiEdInforma
 

immagineC’era una volta sulla montagna del sapone un paese chiamato Ignoranza dove abitavano 10 paesani. Gli ignoranti erano gente semplice dedita all’agricoltura e all’artigianato. Questi paesani però avevano un grande problema da risolvere nel loro paese. Non riuscivano mai a soddisfare a pieno i loro scambi di beni e servizi. Il baratto era l’unico sistema che conoscevano. Matteo che aveva la gallina e voleva il pesce doveva andare da Marco che aveva il pesce ma Marco voleva il formaggio e il formaggio lo faceva Luca e costui invece aveva bisogno del latte di Giovanni. Insomma questi poveri paesani non riuscivano mai a completare le loro esigenze.
immagineUn giorno ad Ignoranza arrivò un uomo da una città lontana. La città Sapienza. Era un uomo che nascondeva in se grandi segreti. Si chiamava Sig. Bancotico ed era stato cacciato da Sapienza perché giudicato di avere un animo cattivo. I paesani di Ignoranza, non conoscendo il suo passato, accolsero benevolmente lo straniero ospitandolo nelle loro case.
I paesani erano tutti affascinati dal suo modo di parlare, dal suo comportamento affabile, dai suoi modi cortesi e dalla sua capacità intellettuale di risolvere i problemi di tutti. Un giorno i paesani gli proposero di risolvere il loro più grande problema. Il baratto. Il Sig. Bancotico si rivelò subito adatto per trovare la soluzione e si mise subito all’opera “stampando dalla carta straccia” le banconote e chiamandole Euro. L’astuto personaggio, simulando un opera di beneficenza chiamata progresso, distribuì 1000 Euro ciascuno per un totale di 10.000 Euro al fine di facilitare gli scambi di beni e servizi dei paesani. Lui conosceva bene il meccanismo perverso come conosceva bene l’ingenuità di quei paesani. Gli ignoranti erano tutti contenti e non vedevano l’ora di sperimentare le banconote nei loro scambi, al che chiesero al Sig. Bancotico cosa volesse in cambio per il servizio reso. E lui rispose: “ sciocchini, ma non volevate farla finita con il baratto? Oggi dovete scambiare i vostri beni e servizi solo con le banconote”. Così chiese in cambio per il suo servizio un interesse annuo del 3,5 % più la firma di un contratto per garantire tutto il denaro prestato con le proprietà degli ignoranti. I paesani accettarono di buon occhio il suo intervento e cominciarono a sperimentare l’idea dell’astuto Bancotico che inizialmente funzionò alla perfezione e gli scambi di beni e servizi erano notevolmente agevolati. Alcuni paesani però,  cominciarono a riflettere su una cosa importante. Il tasso d’interese. Si domandarono: Se ognuno ha ricevuto € 1000 per un totale di € 10.000 come possiamo pagare 350 Euro di interesse del 3,5% del tasso d'interese? Qui a Ingnoranza esistono solo 10.000 Euro e non 10.350. Solo il Sig. Bancotico è il proprietario delle banconote, noi non abbiamo dei nostri soldi, noi non emettiamo banconote, come facciamo a darglieli? Così i paesani ignoranti presi da questo interrogativo si rivolsero nuovamente al Signor Bancotico.
L’astuto personaggio allora rispose: “Amici miei, non preoccupatevi. Io non vi domanderò tutta la cifra, ma solo l’interesse, solo € 350 e anche se non posso cancellare il vostro debito perchè l'ho reso inestinguibile, se sarete puntuali nel pagare gli interessi, io non mi riprenderò indietro il capitale e non userò il contratto per togliervi le vostre proprietà. Iniziate a tassarvi e chi più guadagna più deve pagare, e se avete bisogno di un altro prestito per pagare il mio interesse, io ve lo concederò; lo andremo ad aggiungere al primo prestito e mi pagherete l’interesse l’anno prossimo. Così gli ignoranti tornarono felici e contenti a fare i loro maldestri affari. Non curanti che ogni anno l’astuto Bancotico aveva sempre più potere sulle loro vite. Gli ignoranti partecipavano inconsapevoli alla ricerca di innovativi mezzi per produrre di più. Inventarono tante macchine automatiche per facilitare il lavoro ed aumentare il loro fittizio benessere, industrializzandosi.
immagineAbbandonando e trascurarando la natura che li aveva sostenuti fino ad allora. Violentandola e depredandola delle sue ricchezze, tanto erano presi dalla loro smania di produrre, noncuranti che più producevano e più  s’indebitavano con il Sig. Bancotico. Con il passare del tempo a Ignoranza la vita peggiorava e anche se i prodotti aumentavano gli scambi diminuivano perchè i paesani si preoccupavano di mettere da parte i soldi da versare per l’interesse annuo che erano sempre di più. Ormai la sofferenza e le discordie tra i paesani erano all’ordine del giorno ed il malcontento dilagava.
Non sapevano più chi erano e da dove venivano. La loro realtà era diventata completamente astratta e si era trasformata nella loro più torrida prigione. Isolandoli sempre di più gli uni dagli altri. Erano diventati degli schiavi che si credevano liberi.

 
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