Creato da farmatito il 07/12/2012
Spigolature di un farmacista sulle terapie naturali

Area personale

 
 

Tag

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 

Ultime visite al Blog

 
cinqueeffeEdTluxSISCOVIOLAaxelxyz84godinmemaria.unipascicchitano.rosapius47davideruthk.gelfirondinestmroby86farmatito
 

Chi può scrivere sul blog

 
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

 

 

La dolce radice

Post n°1 pubblicato il 24 Dicembre 2012 da farmatito
 

Liquirizia da Flora von Deutschland, Österreich und der Schweiz 1885, Gera, GermanyAids, Sars, Aviaria … in attesa della Peste del III Millennio (e degli antivirali che ci salveranno)!

Sembra ormai un conto alla rovescia.
I telegiornali, periodicamente, ci fanno vivere la suspance di un virus sterminatore che si abbatterà sull’Occidente travolgendone le difese.

Ci viene ricordato, con insistenza, che ogni trent’anni circa un evento catastrofico, di natura patologica, piomba sull’Europa mietendo milioni di vittime, come capitò ai tempi della “Spagnola”. Sembrerebbe, pertanto, che il nostro tempo sia largamente scaduto.

Un simile atteggiamento “terroristico” serve sicuramente a tenere alte le difese della popolazione nei confronti della propria salute. È evidente la notevolissima differenza fra quanto accaduto nel 1918, dopo una guerra devastante ed una popolazione ridotta alla fame e senza il supporto degli antibiotici ed i nostri giorni. Non è un caso se le patologie di cui la comunità internazionale oggi più si preoccupa colpiscono nel 99% dei casi le popolazioni del terzo mondo, più immunocompromesse per mancanza di cibo e di igiene.

Purtroppo anche un cittadino sano, ben alimentato e di corretta educazione igienistica può soffrire, come noto, di periodi di abbassamento delle difese immunitarie. Moltissime sono le cause che possono intervenire in questo caso, quali gli stress ambientali ed emotivi, cause iatrogene (antibiotici, cortisonici …), incidenti di varia natura.

Terapie immunostimolanti, specialmente nel periodo autunnale, si stanno perciò sempre più diffondendo. Oggi i metodi più impiegati sono quelli vaccinali e l’utilizzo di lisati batterici. Molte persone preferiscono al contrario ricorrere al “naturale” con prodotti quali l’Echinacea o la Propoli.

Ma oggi che si diffonde il panico da pandemia fortissima è anche la richiesta da antivirali specifici, tanto da far scomparire dal mercato prodotti di questa natura già in assenza di fenomeni patologici in atto e soprattutto con la totale mancanza di un riscontrata efficacia di tali prodotti in caso si dovesse sviluppare una patologia di tale natura.

Parlare, infatti, di antivirali lascia presagire il grande pubblico di un’efficacia ad ampio spettro di tali prodotti del tutto ingiustificata. La grandissima varietà del mondo dei virus, ben maggiore e più inafferrabile del mondo dei batteri, lascia ancora “all’anno zero” le nostre terapie farmacologiche.

A tale riguardo un interessante studio preliminare, la cui eco ha raggiunto anche il pubblico più ampio, è stato condotto sulla Glycyrrhiza glabra: Jindrich Cinatl e Prakash Chandra, dell’Istituto di Virologia Medica, presso l’Università di Francoforte, hanno sperimentato ribavirina, 6-azauridina, pirazomicina, acido micofenolico e glicirrizina su due ceppi di coronavirus isolati in pazienti affetti da Sars.

La glicirrizina, più delle altre sostanze con cui é stata messa a confronto, é stata capace di bloccare l’ingresso e la replicazione del virus nelle cellule, in parole povere di arginare l’infezione. Il meccanismo d’azione non è ancora ben chiaro, il virologo ipotizza che la saponina della liquirizia andrebbe ad interferire con il percorso di comunicazione cellulare (protein chinasi C, casein chinasi II e con alcuni fattori di trascrizione nucleare) inducendo anche la produzione di ossido nitrico, fattore di attivazione ben conosciuto per i macrofagi e linfociti, cellule che allertano e potenziano una risposta più globale del sistema immunitario. La glicirrizina sarebbe dunque la sostanza più indicata per combattere il coronavirus, se non fossero necessarie grandi quantità per avere gli effetti terapeutici desiderati, quantità tali da rendere le controindicazioni da glicirrizina superiori all’accettabile (Fonte: Johann Wolfgang Goethe-Univertität Frankfurt am Main Lancet 2003).

L’efficacia dei principi attivi presenti nella Glycyrrhiza glabra è stata dimostrata nei confronti di diverse tipologie di infezioni virali, come infezioni erpetiche, encefalite giapponese, virus della varicella, epatite virale di tipo A, B e C.
Inoltre è stato svelato in diversi studi che la glicirrizina, il principio attivo più importante contenuto nella liquirizia, presenta attività antivirale nei confronti del virus umano dell’immunodeficienza (Aids) la glicirrizina bloccherebbe la formazione delle placche e l’espressione di antigeni specifici dell’HIV.

Raccolto di liquirizia in Siria (attorno al 1920)
Mercanti siriani acquistano una partita di liquirizia (1920 circa)

La liquirizia non ci è nota ed utilizzata, però, da diversi secoli per queste caratteristiche, ma per altre e molto più comuni potenzialità.
Facciamo pertanto un passo indietro, cominciando da una più sistematica descrizione della droga, per esaminare poi le ultime ricerche farmacologiche.

L’etimologia della parola Glycyrrhiza deriva dal greco: dolce radice.
Moltissimi sono i nomi nazionali e volgari con cui la pianta è nota:
Reglisse; Argalizia; Regolizia; Glicirriza; Maurizia; Ruculizia; Niculizia; Rebulizia; Gurigulizia; Glisirriza; Igazia; Arregalizia; Ragandinizia; Rigorizza; Migulezzia; Niclizia …

Il suo habitat spontaneo è nell’Europa Orientale (regione arabo-caspiana) (Alleppo, Bagdad, Antiochia, Damasco), sino allo Afganistan, subspontanea nei luoghi argillosi, qua e là, nel litorale marittimo italiano.
Diverse sono le varietà utilizzate, a seconda dell’origine:

  • Glycyrrhiza glabra var. typica Reg. et Herd. Coltivata in Spagna, Italia, Inghilterra. Francia, Germania e USA;
  • Glycyrrhiza glandulifera Wald et Kit. Cresce allo stato selvaggio in Galizia, nella Russia centrale e in Ungheria;
  • Glycyrrhiza glabra var. b -violacea Boiss. Dalla pianta selvatica si ottiene la liquirizia "Persiana" in Iraq.
  • In Italia si trovano la Glycyrrhiza glabra officinalis, nota come “cordata” o “femmina” e la Glycyrrhiza glabra chinata o “chiovara” o “mascolina”.

La liquirizia è una pianta erbacea perenne, alta fino ad uno due metri,
con fusto eretto;

foglie imparipennate (8-10 cm) con 5-13 foglioline ovato-lanceolate;

fiori color bianco-violetto sono riuniti in racemi ovoidi e sbocciano in giugno-luglio;

il frutto è un legume ellittico (12-16 mm) brunastro, compresso, contenente da due a sei semi ovali, di colore scuro;

il rizoma lungo, cilindrico, di colore marrone esternamente e giallastro all’interno, ramificato, elastico, sotterraneo e con stoloni.

Le parti utilizzate (la droga) sono gli stoloni e le radici raccolte non prima del terzo o quarto anno di età, in autunno.

Pulite dalle radichette e fatte asciugare all’ombra, vengono riunite in fascetti per circa due settimane. Le radici principali di maggiori dimensioni vengono essiccate dopo essere state tagliate in sezioni spesse alcuni cm.

 

Di grandissimo interesse e varietà sono i principi attivi contenuti nella liquirizia.

La Farmacopea Ufficiale (F.U.) Acido Glicerretinicoprevede anzitutto un contenuto minimo di una saponina triterpenica, la glicirrizina (conosciuta anche come acido glicirrizico o glicirrizinico) che di solito è presente in concentrazioni pari al 6-10%, ma il cui contenuto non deve scendere al di sotto del 4%. La radice mondata perde in media un 30-40% in glicirrizina, dato che la massima concentrazione della droga è nella corteccia.

Presente come sali di potassio e di calcio, la glicirizzina viene idrolizzata dalla flora intestinale ad acido glucoronico ed acido glicirretinico, conosciuto anche come acido glicirrizico (nell'immagine qui a sopra).                                       

La glicirrizina è responsabile della dolcezza della liquirizia, essendo 50 volte più dolce del saccarosio, ma nelle radici sono presenti altre 13 saponine minori.

Altro principio attivo di primaria importanza, contenuto all’interno degli stoloni delle Glycyrrhiza, sono i flavonoidi e gli isoflavonoidi, con una concentrazione di circa l’1%.

Includono flavononi come la liquiritigenina, la liquiritina ed il glabrolo; calconi come l’isoliquiritigenina e varie glicosidi come il 4’-O-glucoside isoliquiritina; licocalconi A e B; glabridina e glabrene; isoflavoni come formononetina e glabrone.
Studi condotti su animali hanno dimostrato che questi composti posseggono una rilevante azione protettiva nei confronti della formazione di ulcere chimicamente indotte.

Vi sono fitosteroli (b-sitosterolo e stigmasterolo);
Cumarini (liqcumarina ed umbelliferone);
Ed altri costituenti, quali: polisaccaridi (arabinogalattani), ammine ed amminoacidi, principi amari (gliciramarina), amido (circa il 20%), asparagina (1-2%), zuccheri (15%), gommoresine, lignine, triterpeni e oli essenziali, tannini, cera …

Questa ricchezza di principi farmacologicamente attivi, ed il sapore francamente gradevole, ha reso tale droga un punto di riferimento costante nella storia della fitoterapia e pertanto della medicina.

 

La liquirizia nella storia

  • Diffusa nella medicina cinese, tradizionalmente veniva impiegata nel trattamento dell’ulcera peptica, dell’asma, della faringite, della malaria, del dolore addominale, dell’insonnia e delle infezioni.
  • Trovata in bastoncini nel corredo funebre di Tutankamon.
  • Nella cultura greca classica era già citata da citata da Teofrasto come “utile contro l’asma o una tosse secca ed in generale per problemi di petto: amministrata con miele è utile nelle ferite: e possiede la proprietà di calmare la sete se la si tiene in bocca”.
  • Discoride affermava che “il succo di liquerizie giova nei casi di raucedine. Esso è buon medicamento nei bruciori di stomaco, nei dolori di petto e di fegato; bevuto con vino dolce giova nei crampi viscerali e nei dolori renali”.
  • Maimonide, medico ebreo, vissuto in Spagna durante il periodo di passaggio dalla dominazione Araba a quella cristiana, la cita con il nome arabo “Sus”.
  • La Scuola Salernitana la descrive come “diuretico umido”.
  • Rufino ci da il seguente elenco di indicazioni: “buona per tosse e mal di petto (vitium pectoris), calma le asperità di gola e stomaco e mitiga il dolore di reni e vescica. E’ un diuretico ed un emmenagogo, guarisce tutti i gonfiori e riduce la febbre”.
  • Trascritta nell’Antidotarium di Magistro Guasparino da Vienessia essa viene utilizzata principalmente come lassativo ma è anche presente in ricette per “umori freddi” o “in eccesso”.

Oggi, la farmacologia, ne ha studiato nei dettagli le virtù terapeutiche, sia utilizzando la droga in toto, sia deglicirrinizzata (vedi sotto), sia nei suoi singoli costituenti.


Immagine istologica di Glycyrrhiza glabra

Partiamo dalle conoscenze farmacocinetiche.
Come noto, la glicirrizina, dopo l’ingestione, viene convertita dalla flora batterica ad acido 3-epi-18-b -glicirretico, che è la forma in cui la molecola viene effettivamente assorbita.
La sua farmacocinetica è influenzata dal continuo riassorbimento intestinale e dal suo riciclo a livello del circolo enteroepatico che, trascurabile nelle prime tre ore (primo picco ematico) diviene determinante dopo circa 10 ore (secondo picco ematico).
La glicirrizina ha una emivita di 10-30 ore.

Le proprietà terapeutiche di questa droga sono, come intuito nella storia plurisecolare della liquirizia, svariate, e per poterle apprezzare senza cadere in un logico scetticismo (tipico di quando ad una droga vengono attribuite troppe virtù) è indispensabile partire dai suoi meccanismi d’azione.

  1. Azione sull’enzima 5-beta-reduttasi. La glicirizzina e l’acido glicirretinico sono in grado di sopprimere la 5-beta-reduttasi, l’enzima, presente nell’organismo umano, principale responsabile dell’inattivazione del cortisolo, dell’aldosterone e del progesterone. L’acido g1icirretinico, inibisce pertanto la demolizione nei confronti dell’aldosterone nel fegato, provocando una ben documentata sindrome da pseudoaldosteronismo, caratterizzata da ipertensione, ipocaliemia, ritenzione di sodio ed acqua. In soggetti normali le quantità di glicirrizina necessarie per produrre questi effetti collaterali sono di 0,7-1,4 g, quantità che corrispondono, in modo approssimativo, a 10-14 g di estratto grezzo.
  2. Attività adattogena estrogenica. Abbiamo visto come la glicirizzina possa essere responsabile dell’azione progestinica. L’alto contenuto in isoflavoni (come per esempio la daidzeina e la genisteina derivate dalla soia) posseggono, al contrario, un effetto estrogenico, dimostrato da studi sperimentali, condotti su animali, che utilizzavano 1’estratto grezzo. Il risultato finale è quello di un’azione alterativa sul metabolismo degli estrogeni, in quanto è in grado di inibire l’azione degli estrogeni, quando i livelli di questi sono troppo elevati e, se assunta in dosi più alte di potenziarne invece l’azione, quando i livelli sono troppo bassi.
  3. Azione antinfiammatoria e antiallergica. Deriva dall’effetto della glicirrizina sul metabolismo dei glucocorticoidi, probabilmente dovuto dalla soppressione dell’attività della 5-beta-reduttasi, che quindi provoca un aumento dell’emivita del cortisolo. Il principale effetto cortisolosimile della glicirrizina si riferisce alla sua capacità di inibire la fosfolipasi A2. Questo enzima è responsabile della scissione, dalle biomembrane, dei lipidi necessari per il metabolismo degli eicosanoidi. L’effetto, oltre a quello antinfiammatorio, è quello di inibire reazioni allergiche sperimentalmente indotte, come il fenomeno di Arthus, il fenomeno di Schwartzman e l’anafilassi di Forssman e di essere un antidoto contro molte tossine, come quella della difterite, del tetano e la tetrodotossina.
  4. Proprietà immunostimolanti ed antivirali. Nonostante l’aumentata produzione di cortisolo, indotta dall’acido glicirretinico, molte delle azioni della glicirrizina di fatto antagonizzano e neutralizzano il cortisolo. Tra le azioni del cortisolo contro cui agiscono tali effetti vi sono l’attivazione della triptofano ossigenasi, l’accumulo di glicogeno epatico, la stimolazione della sintesi del colesterolo epatico, l’inibizione dell’atrofia timica ed immunosoppressiva del cortisone e l’inibizione della sintesi e della secrezione dell’ACTH. È stato dimostrato, inoltre, che la glicirrizina e l’acido glicirretinico stimolano la produzione dell’interferone2, la quale dà origine a una notevole attività antivirale, all’attivazione dei macrofagi e all’aumento dell’attività delle cellule natural killer. Studi basati su colture cellulari hanno mostrato che la glicirrizina inibisce lo sviluppo di diversi virus del DNA e dell’RNA (vaiolo, herpes simplex, malattia di Newcastle e virus della stomatite vescicolare) e inattiva in modo irreversibile il virus dell’herpes simplex.

Le applicazioni cliniche della liquirizia si possono pertanto suddividere fra:

  • Somministrazione orale di preparati a base di liquirizia contenenti acido glicirretinico, quando si ricercano le proprietà antinfiammatorie (sindrome premestruale); immunostimolanti (nelle infezioni virali, a partire dai comuni raffreddori, fino alla Sars o all’Aids; antiallergica;
  • Somministrazione di liquirizia deglicirrinizzata (DGL), trova la sua principale applicazione nelle condizioni ulcerative del tratto gastrointesinale (vedi più avanti).


Droga planta tota

Degli studi sperimentali sulle terapie antivirali e sui suoi limiti posologici si è già parlato all’inizio dell’articolo. Sull’apparato respiratorio, la droga esplica anche un’attività espettorante (secretolitica e secretomotoria), ascrivibile almeno in parte alla glicirrizina, mentre l’acido glicirretico possiede una attività antitossiva paragonabile a quella della codeina.

Interessante potrebbe essere l’utilizzo durante la sindrome premestruale (data la brevità della terapia, si limiterebbero i danni edematogeni provocati dalla glicirrizina stessa). I sintomi della sindrome pre- mestruale (depressione psichica, desiderio di assumere dolci, aumento di peso dovuto a ritenzione dei liquidi, dolore da tensione mammaria eccetera) sono in gran parte attribuiti a un aumento del rapporto tra estrogeni e progesteroni.

Poiché si ritiene che la liquirizia svolga un’azione alterativa sul metabolismo degli estrogeni e poiché sia la glicirrizina sia l’acido glicirretinico possiedono un effetto antiestrogenico e sopprimono la demolizione del progesterone, la somministrazione di liquirizia due settimane prima dell’inizio delle mestruazioni (nella fase medio-luteinica) può aiutare a ridurre la sintomatologia di tale patologia.

I dosaggi utilizzati per tali terapie, cercano di massimizzare l’efficacia della droga, minimizzando gli inevitabili effetti collaterali insiti nel meccanismo d’azione:

  • Radice in polvere: 1-2 g, fino ad un massimo di 5 g nelle ventiquattrore.
  • Estratto fluido (1:1):2-4 ml
  • Estratto solido (essiccato in polvere) (4:1):250-500 mg
  • Terapie antivirali: 200-800 mg al dì di glicirrizina (5-15 g di droga).

Un atteggiamento prudente consiglierebbe di non superare i 3 g di droga giornalieri e di assumere contemporaneamente una dieta ricca di potassio e povera di sale. (per non incorrere in fenomeni ipertensivi). È bene, inoltre, non superare le quattro settimane consecutive di terapia (per non subire un effetto rebound ormonale).

 

Liquirizia deglicirrizata
Il più diffuso utilizzo medicinale di liquirizia è oggi associato al trattamento delle ulcere peptiche, ma per minimizzarne gli effetti collaterali si preferisce utilizzare la droga deglicirrizata.

Il meccanismo d’azione è diverso rispetto a quello degli attuali farmaci, come quello degli antiacidi o degli antagonisti di pompa.
Anche se efficaci, tali trattamenti interrompono i normali processi digestivi e alterare la struttura e le funzioni delle cellule che rivestono il canale alimentare.
Invece di inibire la liberazione acida, l’azione della “nostra” droga è quella di stimolare i normali meccanismi di difesa che prevengono la formazione di ulcere e la guarigione delle membrane mucose danneggiate (effetto cicatriziale) attraverso la probabile stimolazione delle prostaglandine, con conseguente:

  • Aumento dell’apporto di sangue alla mucosa danneggiata.
  • Aumento del numero di cellule che producono il muco di protezione delle membrane mucose.
  • Aumento della quantità di muco prodotto dalle cellule e aumento della durata della vita delle cellule intestinali.
  • Azione antispasmodica, legata alla presenza dei flavonoidi (maggiore efficacia del fitocomplesso rispetto all’uso della glicirrizina standardizzata).

Assumere la droga miscelata con la saliva promuoverebbe il rilascio di composti salivari che stimolano la crescita e la rigenerazione delle cellule intestinali e gastriche.
Interessante l’uso nel dolore epigastrico, nella lenta digestione, nell’aerofagia e nel meteorismo.
Non è stata ancora dimostrata 1’efficacia della liquirizia deglicirrizata in capsule.
Il suo dosaggio standard è di 2-4 tavolette masticabili da 380 mg ognuna assunte tra i pasti oppure 20 minuti prima. Il trattamento dovrebbe essere protratto per 8-16 settimane in base alla risposta ottenuta, non manifestandosi, in tale terapia, gli effetti collaterali classici della glicirrizina.

Applicazioni topiche
L’azione antiirritativa, antiallergica e cicatriziale, la rende utilizzabile per uso locale sull’epidermide e sulle mucose.
L’acido glicirretico è utilizzato in numerosissimi preparati cosmetici per pelli secche e sensibili, in prodotti lenitivi doposole, associato con Calendula, Camomilla … in dosi variabili dallo 0,5 all’1,5%.

Eczema e psoriasi
L’acido glicirretinico esercita un’azione simile a quella dell’idrocortisone topico nel trattamento dell’eczema, delle dermatiti allergiche e da contatto e della psoriasi. Il suo meccanismo d’azione è quello di potenziare gli effetti delle applicazioni topiche di idrocortisone attraverso l’inibizione della 11-beta-idrossisteroide deidrogenasi che catalizza la conversione dell’idrocortisone in una forma inattiva.

Herpes simplex
Studi clinici hanno osservato che applicazioni topiche dell’acido glicirretinico e dei suoi derivati hanno un ruolo importante nella riduzione dei tempi di guarigione e del dolore associati all’herpes facciale e all’herpes genitale. Come già indicato in precedenza, la glicirrizina inattiva in modo irreversibile il virus dell’herpes simplex tipo 1 e stimola la sintesi e la liberazione di interferone.

 

Tisane e preparazioni galeniche
La liquirizia è utilizzata anche per aromatizzare tisane con diverse proprietà, ma è necessario fare attenzione a non compiere decozioni, in quanto il suo principio acre passerebbe nel liquido.

Di notevole interesse la “Pozione bechica” presente nel Formulario Nazionale (F.U.):
Specie composta per tisana al Timo

Thymi herba 25%
Foeniculi fructus cont. 15%
Plantaginis folium 35%
Liquiriziae radix 25%
S/5 g per tazza d’acqua bollente (250 g); due-tre tazza al dì.

Usatissima la liquirizia nelle tisane lassative.
Specie lassativa” (Ph. Selvatica VII ed.)

Anisi fructus 15%
Foeniculi fructus cont. 15%
Liquiriziae radix 10%
Sambuci flos 10%
Sennae fructus 50%
S/Infuso al 5%; una tazza una-tre volte al dì. Non abusare!

 

Effetti collaterali
I principali effetti collaterali dell’utilizzo della Glycyrrhiza glabra sono quelli edematogeni, legati ad un marcato aldosteronismo. Si produce perdita di potassio, ritenzione di sodio e di liquidi, effetti marcatamente ipertensivi.

Controindicazioni
Ciò consiglia, in prima istanza, il non utilizzo di liquirizia

  • in tutti quei soggetti ipertesi e nelle insufficienze renali.
  • Il suo utilizzo è controindicato anche nelle epatiti croniche e nei cirrotici.
  • Non deve essere assunto in gravidanza, dato che non se ne è provata l’innocuità.
  • Non assumere contemporaneamente a corticosteroidi, per non potenziarne gli effetti e non assumere la droga per più di quattro settimane per non provocarne effetti rebound.
  • Prudenza nell’utilizzo in donne sotto terapia ormonale, data l’interazione con estro-progestinici.
  • Non utilizzare contemporaneamente a farmaci tiazidici per non incrementare la perdita di potassio (quest’ultima provoca, fra l’altro, ipersensibilità ai glicosidi digitatici).
  • L’utilizzo prolungato come lassativo provoca dipendenza per diminuita tonicità muscolare intestinale ed un ulteriore perdita di sali di potassio.
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963