La Giustizia

Capitano Ultimo


LE IDEE Le idee, i sogni, la tecnica di un pugno di uomini che hanno combattuto la mafia  mentre altri, accanto, alle spalle, nelle retrovie, preparavano il loro smantellamento.La lotta alla mafia"...si tratta di impiantare un monitoraggio investigativo  permanente in cui ogni fase ha in sè i germi per quella successiva..."."....La cosa più bella è dividere quello che si ha in parti uguali tra soldati, è un mondo che non c'è. A dirlo sembriamo matti, non so tu cosa pensi, ma è così, la gioia di dividere quello che hai in parti uguali, soldati e comandanti, per noi questo è essere soldati e noi lo abbiamo capito in tanti anni.Appuntati che hanno l' orgoglio di essere appuntati, che non si vergognano di essere appuntati, che non sono frustrati dal fatto di essere soldati semplici perchè l' esercito lo fanno i soldati semplici e a me di essere ufficiale non me ne frega niente, il grado è per la lotta, ma io sono orgoglioso di essere soldato, di essere uguale a loro, lo capisci? I burocrati non vogliono che tu esista, loro hanno altre idee, ragionano in termini di schemi, di numeri. Noi no! Sono gli uomini  l' importante, le emozioni dentro a quegli uomini, le loro famiglie, la storia dentro ognuno di noi, tutto questo per noi è una cosa sacra, per gli altri siamo solo dei numeri. Va via uno, viene un altro, come delle valige che vanno e vengono e si buttano via quando non servono più...."                        I burocrati"La burokrazia costituisce il fronte interno  dello scontro. L' apparato burokratico tende a ridimensionare , usare e neutralizzare il modello operativo, in primo luogo contrastando lo spontaneismo della base e la sua esigenza di espansione determinata dalla successione degli eventi e delle esperienze operative. Tendono a sabotare con i loro tempi e le loro pratiche le necessità logistiche e organiche dell' Unità, in modo da rendere impossibile una fase di espansione e di consolidamento del modello operativo.  Loro scopo è la razionalizzazione del controllo sullo strumento operativo e non la razionalizzazione della lotta all' avversario sulla base delle indicazioni fornite dallo strumento operativo. "LA VERITA' LE RAGIONI DEL CAPITANO ULTIMO :ISTANZA DI TRASFERIMENTOAL COMANDO GENERALE DELL’ ARMA DEI CARABINIERIAi sensi di quanto stabilito dal D.M. 16 settembre 1993 nr.603, art. 6 (2) rappresento quanto segue.In data 20 maggio il ROS con messaggio Nr. xxx  (allegato A)  ha ordinato al comandante della 1^ Sezione operante in Sicilia di provvedere alla selezione di personale da impiegare in servizio provvisorio di lunga durata. A tale proposito : la 1^ Sezione del 1° Reparto del ROS è impegnata in complessa attività di p.g. indirizzata alla ricerca dei più pericolosi latitanti mafiosi.  L’ attività si svolge sotto parametri tecnici elevati a cui è connessa una dottrina d’ impiego particolarmente  evoluta  e peculiare. Ciò rende necessario poter disporre di personale non condizionato da altri – pure validi - modelli investigativi in grado di acquisire ed interiorizzare lo specifico modulo operativo praticato; in quel contesto gli operatori hanno modo di conoscere nomi, situazioni e circostanze la cui visione unitaria consente di proseguire in profondità i vari profili informativi acquisiti.E’ evidente come il conseguimento di un compito complesso  non possa essere realizzato attraverso uno strumento investigativo provvisorio ed indeterminato nella sua composizione. Le aggregazioni temporanee di militari creano un assetto  eterogeneo e frammentario controindicato all’ attività di polizia giudiziaria che richiede assetti sistematici caratterizzati da elevata coesione e certezza d’ appartenenza. In conclusione la presenza di operatori in servizio provvisorio produce un  arretramento complessivo della capacità operativa della Sezione andando a costituire fattore di potenza per i soggetti indagati.Questa problematica è stata da me numerose volte esposta e rappresentata personalmente al Comandante del ROS ed a tutta la mia scala gerarchica. In particolare :ho rappresentato come sia contrario ad ogni logica di professionalità l’ impiego a termine, di militari in attività di P.G. complesse, dove solo una visione unitaria ed omogenea dei fatti rilevati può condurre al conseguimento dell’ obiettivo ;ho esposto come tale situazione costituisca un pericolo per la sicurezza mia e dei militari operanti che si trovano a seguire soggetti e situazioni senza potere avere una conoscenza completa dei contesti relazionali  che li caratterizzano;ho rappresentato come la provvisorietà e l’ indeterminatezza dello strumento operativo costituisca fattore di vulnerabilità  per una Sezione  che deve contrastare associazioni per delinquere radicate, omogenee e coese che si esprimono consapevolmente secondo parametri di clandestinità e compartimentazione;ho rappresentato più volte e personalmente al Comandante del ROS, come l’ impiego di militari in servizio provvisorio  sia professionalmente antieconomico per l’ Istituzione, e determini approssimazione ed incertezza nel personale. E come sia invece necessario disporre di un Reparto adeguatamente configurato sul piano dell’ organico dove ciascun militare abbia la certezza della propria appartenenza e del proprio futuro professionale in modo da poter svolgere serenamente un lavoro difficile.Questi reiterati, continui  provvedimenti hanno per due anni imposto allo scrivente la conduzione di attività di p.g. complessa, con uno strumento manifestamente inadeguato, caratterizzato da provvisorietà ed indeterminatezza.Attraverso le  inequivocabili indicazioni della mia scala gerarchica ho preso coscienza di come  questi fatti - contrari alla professionalità, ed alla dignità di chi è professionista, - non possono essere mutati. Gli stessi fatti però costituiscono elementi di motivazione oggettivi  a sostegno della mia richiesta di trasferimento  e a tale proposito ne rappresento la massima urgenza. Roma 21 maggio 2000