La Giustizia

Riapre!


Le intenzioni dei proprietari della società che gestisce la discarica sono state manifestate a più riprese e in diverse occasioni tanto da suonare ormai come un disco incantato: la risagomatura “a panettone” della montagna dei rifiuti utilizzando la frazione secca dei rifiuti. Ciò consentirebbe, di fatto, la riapertura, sia pur in modalità diversa, della discarica che resterebbe in attività per almeno altri due anni. Ogni volta che viene fuori un disagio causato da Castellino vengono riesumate anche le intenzioni della società: Riaprire, riaprire, riaprire. Nel pezzo tutte le notizie sul velenoso percolato e sul suo smaltimento. Un viaggio al giorno per trasportare il velenoso percolato fino in Calabria, dove c’è un impianto di depurazione specifico. Questo si è verificato nel periodo in cui la discarica girava a pieno regime, quindi fino a due anni fa. Da uno a due viaggi alla settimana, poi, nel periodo di chiusura dell’impianto. Fino alla fatidica fine di maggio (il 29, esattamente) da quando nessuna autobotte, che contiene 30mila litri, parte più da Nardò.Da qui è scattato l’allarme che è culminato, ieri mattina, con il sopralluogo da parte del personale della Polizia municipale e del settore Urbanistica-Ambiente (presenti i due rispettivi dirigenti: il Maggiore Cosimo Tarantino e l’Ing. Nicola D’Alessandro), effettuato congiuntamente al personale tecnico dell’Ufficio Ambiente e della Polizia della Provincia di Lecce. Presenti anche i rappresentanti della "Mediterranea Castelnuovo 2", che hanno in gestione la discarica, e della ditta “Celtica”, che gestisce la centrale di produzione elettrica alimentata con i biogas della stessa.Capillare il controllo per verificare il rispetto delle procedure prescritte per la cosiddetta “post-gestione”. In questa fase gli oneri relativi ai controlli competono fondamentalmente alla Provincia di Lecce mentre per la captazione del percolato l’onere è della Mediterranea ma non esiste un obbligo di prelevare il percolato per un numero stabilito di volte all’anno o al mese.Come funziona la captazione del percolato: in alcune aree della discarica (quattro punti diversi) ci sono sette o otto pompe sommerse che “captano” il liquido e lo convogliano in grosse cisterne che, a loro volta, convogliano in un contenitore unico dal quale il percolato viene aspirato per partire alla volta dell’impianto di smaltimento. Nelle zone nuove, dove il rifiuto è più “fresco”, le pompe si sono immediatamente attivate e hanno cominciato a pompare il liquido.Nelle zone più antiche ciò non è accaduto. Delle due l’una, dunque: la pompa non si attiva se non c’è un livello minimo di liquido che consenta l’estrazione dello stesso. Le pompe si sono bruciate. Tutti i dati raccolti sono adesso al vaglio dei tecnici intervenuti e degli agenti di polizia, per verificare la sussistenza di eventuali irregolarità, al riscontro delle quali, potrebbero seguire le consequenziali azioni repressive civili e penali contemplate dalla legislazione vigente in materia. A completare il quadro le dimissioni del direttore della Mediterranea, avvenute il primo ottobre scorso.Tratto Dalla Redazione " Porta Di Mare " Nardò Del 16/10/2008.P.S. La Città di Nardò, rischia di ritrovarsi nuovamente con una discarica altamente inquinante, a pochi km di distanza dal presidio ospedaliero S.Giuseppe Sambiasi. Chiusa definitivamente nel Maggio 2006, creò non pochi problemi agli abbitanti che vi risiedevano nelle vicinanze, con il suo fetore nei mesi estivi e con il suo elevatissimo tasso d' inquinamento, portatrice di tiroidismo, la discarica a causato un incremento di questa patologia tra gli abitanti Neritini.Oggi c'è l' imminente timore che possa riaprire, nonostante le tante promesse e battaglie che l' odierno sindaco, Antonio Vaglio, declamò nell'ultima campagna elettorale.