PROGETTO

Una delega in bianco


Grazie alla amicizia ed alla collaborazione con Agostino Roncallo, ho avuto l'opportunità, negli scorsi mesi, di partecipare con un mio racconto alla scrittura di un libro riguardante "I mestieri" che è ormai prossimo all'uscita.Il mio racconto si chiama "Una delega in bianco", e sotto riporto un estratto che rappresenta un po' il sunto del mio pensiero e della mia esperienza.Ringrazio ancora l'Amico Agostino per l'opportunità, che mi ha regalato davvero una bella esperienza.UNA DELEGA IN BIANCO (estratto) "Una situazione simbolica del primo mandato che ricordo riguarda alcune persone che mi dichiararono di essere entrate in Consiglio Comunale per “aggiustare due cosette personali”. Oggi ho due figli, piccolissimi. E ho una triste consapevolezza che il loro futuro non potrà essere garante di quella libertà di scelta, e di qualità della vita, che invece hanno avuto persone che hanno deciso o decideranno ancora della loro vita. Ho sempre inteso, e sempre intenderò la politica come quell’attività svolta da un insieme di persone (mai un singolo!) che, mettendo da parte ogni interesse personale, diventino capaci di impostare ogni azione sapendo guardare con umiltà e lungimiranza al futuro. Anche e soprattutto a quel futuro che vada ben oltre i canonici cinque anni di mandato elettorale. La mia idea è molto semplice: la famiglia è la prima cellula, il primo nucleo di una comunità. Solo un insieme di famiglie sane, felici, è indice di una comunità sana e felice. Pertanto, se io, padre di famiglia, facessi il mio interesse personale “aggiustando solo le mie cosette”, senza pensare al futuro dei miei figli, o comunque solo pensando al futuro della mia famiglia, senza essere il quotidiano garante del loro autonomo diritto di crescita e di vita (e della qualità della vita della mia famiglia vista però anche nell’insieme di quelle che compongono la mia comunità) come potrei pretendere che questo Paese possa avere un futuro? L’obbligo morale di un politico, è quello di lavorare con e nell’interesse di tutti, garantendo i diritti e sviluppando le occasioni. Questo mio modo semplice di ragionare, che a livello teorico ha sempre trovato consenso (“Hai ragione”, “Ben detto”, “Pensiero nobile”), nella quasi totalità delle persone, all’atto pratico ha trovato spesso (e trova ancor oggi) una forte chiusura."