Con gli ultimi sopralluoghi di oggi, termina una esperienza unica che sono (siamo) felice di aver vissuto.Ho capito tante cose nuove, e soprattutto trovato la conferma che non bisogna più leggere i giornali e guardare le TV: le idee e le informazioni bisogna farsele e prendersele nel modo piu diretto possbile!La giornata si è conclusa simbolicamente con il pianto di una nonnina, che ci raccontava lo spavento di quella notte. Lei, in casa sola, in quanto vedova, i figli che vivono lontano.Cercando di scappare all'esterno, ha aperto la porta e il fabbricato oltre la via (siamo nel centro storico, quindi a tre metri di distanza non di più) che ondeggiava paurosamente (di fatto, abbiamo riscontrato qualche crepa preoccupante...). Si è messa a piangere ed è rimasta chiusa in casa, in piedi, aspettando la fine di una scossa che è durata almeno 30-40 secondi. Una eternità!Ci chiamava entrambi "amore" (lo diceva all'inizio, a metà ed alla fine di ogni frase) oppure "stellì": non siamo riusciti a tranquillizzarla del tutto, sia per via del fatto che non tutto l'edificio era ispezionabile, sia perchè un muro sotto la cameretta aveva evidenti segni di dissesto. Ho potuto solo dirle che, in caso di terremoto, quel locale ove i figli gli hanno suggerito di rifugiarsi (perchè ha una soletta in c.a.) non sarebbe stato poi così sicuro.A fine sopralluogo l'ho abbracciata e baciata, e lo stesso ha fatto Andrea. Mi ha commosso: questa donnina, piccola picola, con qualche difficoltà nel deambulare, sola, di notte, con un forte ed improvviso terremoto che cerca di scappare trovandosi davanti a un palazzo molto piu grande del suo che ondeggia. Credo che, a provare ad immaginare questa scena, a provare a mettersi nei suoi panni, si possa riassumere lo stato d'animo medio delle persone che abbiamo conosciuto e in generale a tutti coloro che si trovano d'improvviso in questa brutta circostanza.L'altro emblema della giornata, e di questa popolazione, è il caffè che un signore perfettamente sconosciuto ha insistito affinchè bevessimo, nel frattempo che aspettavamo il proprietario della casa in cui dovevamo fare il sopralluogo. Ha sentito che dicevo ad Andrea, "vuoi bere un caffè?" (in quanto eravano in largo anticipo) che è andato a casa, ha avvertito la moglie, e poi è tornato indietro chiamandoci.L'esperienza professionale è stata fantastica, unica. Ma la lascio un passo indietro rispetto a quella personale: per quanto io tenga molto alla mia professione, il lato umano è sempre quello che prediligo.Lascio qui, indubbiamente, una piccola parte di me e ringraziando Daniele il titolare, Vincenzo e tutto il gentilissimo e professionale staff dello Zuniga Hotel, Pietro (il tecnico comunale che si vorrebbe sempre incontrare in Municipio) ringrazio simbolicamente i cittadini di Civitella che abbiamo conosciuto (che non sono pochi, avendo evaso in 5 giorni almeno una cinquantina di istanze).Di sicuro, una esperienza e dei valori in più da trasmettere ai miei figli.
Esperienza finita. Domani si rientra!
Con gli ultimi sopralluoghi di oggi, termina una esperienza unica che sono (siamo) felice di aver vissuto.Ho capito tante cose nuove, e soprattutto trovato la conferma che non bisogna più leggere i giornali e guardare le TV: le idee e le informazioni bisogna farsele e prendersele nel modo piu diretto possbile!La giornata si è conclusa simbolicamente con il pianto di una nonnina, che ci raccontava lo spavento di quella notte. Lei, in casa sola, in quanto vedova, i figli che vivono lontano.Cercando di scappare all'esterno, ha aperto la porta e il fabbricato oltre la via (siamo nel centro storico, quindi a tre metri di distanza non di più) che ondeggiava paurosamente (di fatto, abbiamo riscontrato qualche crepa preoccupante...). Si è messa a piangere ed è rimasta chiusa in casa, in piedi, aspettando la fine di una scossa che è durata almeno 30-40 secondi. Una eternità!Ci chiamava entrambi "amore" (lo diceva all'inizio, a metà ed alla fine di ogni frase) oppure "stellì": non siamo riusciti a tranquillizzarla del tutto, sia per via del fatto che non tutto l'edificio era ispezionabile, sia perchè un muro sotto la cameretta aveva evidenti segni di dissesto. Ho potuto solo dirle che, in caso di terremoto, quel locale ove i figli gli hanno suggerito di rifugiarsi (perchè ha una soletta in c.a.) non sarebbe stato poi così sicuro.A fine sopralluogo l'ho abbracciata e baciata, e lo stesso ha fatto Andrea. Mi ha commosso: questa donnina, piccola picola, con qualche difficoltà nel deambulare, sola, di notte, con un forte ed improvviso terremoto che cerca di scappare trovandosi davanti a un palazzo molto piu grande del suo che ondeggia. Credo che, a provare ad immaginare questa scena, a provare a mettersi nei suoi panni, si possa riassumere lo stato d'animo medio delle persone che abbiamo conosciuto e in generale a tutti coloro che si trovano d'improvviso in questa brutta circostanza.L'altro emblema della giornata, e di questa popolazione, è il caffè che un signore perfettamente sconosciuto ha insistito affinchè bevessimo, nel frattempo che aspettavamo il proprietario della casa in cui dovevamo fare il sopralluogo. Ha sentito che dicevo ad Andrea, "vuoi bere un caffè?" (in quanto eravano in largo anticipo) che è andato a casa, ha avvertito la moglie, e poi è tornato indietro chiamandoci.L'esperienza professionale è stata fantastica, unica. Ma la lascio un passo indietro rispetto a quella personale: per quanto io tenga molto alla mia professione, il lato umano è sempre quello che prediligo.Lascio qui, indubbiamente, una piccola parte di me e ringraziando Daniele il titolare, Vincenzo e tutto il gentilissimo e professionale staff dello Zuniga Hotel, Pietro (il tecnico comunale che si vorrebbe sempre incontrare in Municipio) ringrazio simbolicamente i cittadini di Civitella che abbiamo conosciuto (che non sono pochi, avendo evaso in 5 giorni almeno una cinquantina di istanze).Di sicuro, una esperienza e dei valori in più da trasmettere ai miei figli.