L'ingegneressa

In biblioteca


Lo ringraziai, e dato che non avevo molta voglia di cercare le monete nel portafogli, entrai in sala Sarpi. Era molto grande, lungo le pareti c’erano alti scaffali e busti di marmo di studiosi e ricercatori che avevano dato il loro contributo alla scienza. La stanza era arredata da massicci tavoli in legno con le gambe scolpite, e da sedie imponenti, anch’esse in legno e scolpite, con tanto di schienale alto. Il tutto dava una sensazione di imponenza, almeno a me, abituata com’ero ai tavoli da quattro persone dell’aula studio dove andavo di solito. Qui era tutto diverso, si poteva respirare la storia di quel posto, c’era anche un profumo di libri antichi, di carta pergamena.. alzai lo sguardo e mi accorsi che il soffitto era molto alto, comprendeva due piani e vidi che una stanza del piano superiore si affacciava a quella in cui mi trovavo. Era colma di scaffali straripanti di libri, e l’apertura che dava alla sala Sarpi era protetta da un corrimano in ferro.Mi sedetti nel primo posto libero che trovai e cominciai a studiare. Ero un po’ scomoda in quella sedia, così pesante e difficile da spostare, ma ben presto mi abituai. Dopo una mezz’oretta decisi di fare una pausa, così uscii dalla sala. Rimasi per un po’ affacciata ad una delle finestre che davano sul cortile interno, poi mi diressi verso la biblioteca, ero curiosa di sapere come fosse fatta. Se una semplice sala era così maestosa, chissà cosa poteva essere l’antica biblioteca centrale! In fondo a me stessa, però, volevo sapere se Michele era lì dentro. Superata la porta, prima di entrare in biblioteca si doveva passare per la portineria, e solo dopo si aveva accesso ai volumi. Lui era lì, in piedi davanti al banco, che stava chiedendo in prestito un libro. Passando lo salutai. Entrata dentro, rimasi un po’ delusa da ciò che vidi: la sala non era molto più grande di quella dalla quale provenivo, però era molto ben organizzata, con i libri divisi per argomento e i tavoli per la consultazione. Notai che la maggioranza degli studenti studiava però su materiale proprio, per cui pensai che, se avessi voluto, le volte dopo sarei potuta andare lì. Per non dare troppo nell’occhio, mentre mi guardavo attorno finsi di cercare un volume. Poi, finita la mia esplorazione, decisi di tornare dall’altra parte. Uscendo, passai per la portineria, ma lui non c’era più, era sparito.Tornai ancora a studiare lì, ma non lo incontrai più.