L'ingegneressa

Il ragazzo ideale


La mattina dopo, quando entrai in aula, Jacopo non era ancora arrivato. Il posto di fianco al mio venne occupato da un altro ragazzo, un certo Gianluca, con il quale feci conoscenza prima dell’arrivo del professore. Jacopo arrivò all’ultimo momento e si sedette nella fila dietro; quando mi girai per salutarlo, vidi che mi stava guardando e sorridendo.Al termine della lezione, mentre gli altri studenti stavano uscendo dall’aula, lo vidi in piedi davanti alla fila di attaccapanni appesa ad una parete, mi stava aspettando. E…mi faceva piacere, davvero. Dovete sapere che io, come tante altre ragazze della mia età, aspettavo il ragazzo perfetto per me. Nel tempo avevo affinato questo ideale, l’avevo disegnato nei minimi particolari, dentro e fuori. Come uno scultore che si appresta a trasformare una massa informe di pietra in un’opera, così avevo fatto io, più o meno inconsciamente, dentro di me. Ogni volta che avevo messo la parola “fine” ad una storia, ogni problema che avevo avuto con l’altro sesso, ogni momento bello passato insieme, ogni qualità che mi aveva fatto sognare e ogni difetto che mi aveva fatto soffrire, ogni cosa aveva lasciato una scalpellata, un segno. A poco a poco, il blocco di marmo aveva cominciato a delinearsi, ad assumere una forma sempre più precisa e, scalpellata dopo scalpellata, l’immagine dentro di me era diventata talmente definita da dare l’impressione che avrebbe potuto prendere vita da un momento all’altro.Quando vidi Jacopo per la prima volta, quando gli parlai, mi sentii come se avessi finalmente trovato qualcosa che avevo cercato per tanto tempo. Lui era lì, proprio davanti a me, che mi parlava di tante cose, e io ascoltavo quella sua voce fresca, da ragazzino, anche se aveva 25 anni (quattro più di me); era bello parlare con lui, mi riusciva naturale, ed era lo stesso anche per lui; ci eravamo persi nei nostri discorsi, fermi in piedi tra le due file di porte a vetri che si trovavano all’ingresso del dipartimento, gli altri studenti ci passavano di fianco ma non li vedevamo…