Una Stregatta...InMe

Orsi a Montreal


Stamattina ho aperto gli occhi e c’era la neveNeve sui secchi abeti dell’ospedaleE ho pensato: beh anche loro invecchianoAnche loro provano il morso di questo invernoCome me, albero disseccato disteso in un lettoCon la flebo in un ramo e una chioma incolta di foglieE non importa, alberi miei, se voi avrete la primaveraE io forse no. Vi auguro sole e scoiattoliE vi ringrazio perché avete voluto assomigliarmiFred stanotte è venuto a tenermi compagniaMi leggeva Melville e le sue poesie di guerraPoesia e diarrea mi accompagnano spesso la notteE ho imparato che nessuna può niente contro l’altraSe la poesia mi incanta, la diarrea grida: bastaE chiede giustamente un attimo di attenzioneMa all’uscita del bagno la poesia aspettaE dice: ora ascolta anche la tua animaHo letto un fascicolo di Wildlife sugli orsiDi come è dura la loro vita, al poloBianchi e terribili ma anche loro si ammalanoE muoiono e spesso non hanno da mangiareE mi sono sentito come un vecchio orsoSperduto nel polo di questi bianchi corridoiE se un giorno arriverò a vedere il disgeloMi metterò in cammino verso nordAndrò a pescare col mio amico Fred l’orso brunoDa due mesi sto in ospedale, non so se ne usciròMa forse quando uscirò non ci sarà più la neveSaluterò gli alberi e dirò: tenete duro ragazziAnch’io tengo duro e Fred, e gli orsiLontano da qui, dove non arriva la metropolitanaE il vento gelido urla e non c’è riparoUn po’ come andar contro ai dati delle analisiMa l’orso si alza scrolla la neve e riparteVerso qualche miraggio o tana o nuova avventuraPerché vedete, se la vita diventa più cortaC’entra più vita dentro, ed è come se un ramoSi riempisse di linfa, o un torrente si gonfiasse d’acquaNon puoi dirgli che l’inverno incombe o il mare è vicinoScorrerà forte, in un incredibile infanziaCosì siamo per metà decrepiti e per metà bambiniE un po’ poesia e un po’ diarreaUn po’ vecchi alberi, e orsi, e numeri in una corsiaIn un punto del Polo nord chiamato MontrealE a te, proprio a te che affretti il passoDavanti alla bianca scogliera dell’ospedaleQuasi temessi l’onda o il vento della malattiaVorrei dirti: fermati, non aver pauraBevi un caffè alla mia salute, compra un rivista di orsiE non preoccuparti della piccole vendette e dei privilegiUn giorno sarai davanti al bianco della tua animaDavanti al ghiaccio e alla solitudineSii pronto a ridere, almeno una volta Da Stefano Benni- Orsi a Montreal