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Post n°1292 pubblicato il 23 Agosto 2017 da several1
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mi accade , quasi, di toccare con la mente
tutta la gente che è stata qui, dove si sente
più forte il sogno che non c’è, più alta
la parola che manca
al discorso infinito della vita
nei giardini vuoti dell’infanzia e negli orti
affollati di frutti, di occhi, di oggetti
dove la terra è pestata
con pazienza, con accanimento, per comprimere
erbacce, resistere al vento, e inutilmente festoni di foglie
e di fiori, chiome giovani, mani affusolate protendono
la sera sul mare
inventato da voci, che nulla sanno, nulla possono – solo
promettere; aspetta, prolunga un desiderio
(lo senti il vento, che cosa dice il vento?) sulla punta
della lingua
Gian Mario Villalta
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