ricambio generazione

Giovani: costruttori del futuro


  di Tommaso Naclerio* Alla ricerca di un’ identità che permetta di abbattere le barriere generazionali, che valorizzi gli strumenti di democrazia diretta, che ispiri un’ intensa e prolifica  partecipazione attiva alla  vita pubblica, ma che soprattutto sia produttiva  di un effettivo protagonismo dei giovani nelle scelte e decisioni di domani, l’Associazione “Lavori in corso” di Agerola (Na) propone,  attraverso l’apertura di un  blog,  un’ occasione  in cui è finalmente  possibile avviare  una discussione e un confronto sulla necessità di un ricambio intergenerazionale nella società di oggi.  La determinazione che ha guidato i nostri passi in questi primi sei anni di percorso associativo nasce dalla instancabile voglia di tentare nuove soluzioni e continui rimedi alle condizioni di disagio che quotidianamente affrontiamo e che inevitabilmente si riscontrano in piccoli contesti locali, nei quali si registrano enormi difficoltà nell’approccio con il mondo esterno, con il sistema dell’informazione, della cultura e della conoscenza in genere. L’idea di proporre un luogo di discussione e confronto sulle problematiche e i disagi che ci attanagliano, tra l’altro accessibile a tutti attraverso i mezzi telematici a disposizione, è dettata proprio dal bisogno di imboccare una via d’uscita da una condizione di vita sospesa tra dipendenza, indifferenza e senso di incertezza che pervade la realtà globale e locale.  Il messaggio lanciato da quei giovani scesi spontaneamente e pacificamente in piazza a Locri (Calabria) per manifestare il proprio disgusto verso quel male sociale, che si chiama ‘ndrangheta, per poi sfidarlo attraverso la creazione di un movimento o i messaggi estratti dalle azioni più violente dei giovani immigrati delle periferie parigine che a distanza di un anno continuano a dare sfogo alla propria collera e ai propri disagi dovuti alla mancanza di integrazione sociale o quelli ancora ricavati dall’entusiasmo di quei giovani che nel 1990, a colpi di piccone, buttarono giù il Muro di Berlino e ad inaugurare una nuova epoca di pace, sono espressione di un’unica presa di coscienza che urla la voglia di cambiamento.  Nel 2007 noi giovani fatichiamo a districarci tra delusione e speranza.  La delusione deriva dalla consapevolezza che la società di oggi è un circuito vecchio, chiuso e clientelare, che ci obbliga a rimanere isolati e lontani dalla sfera pubblica. Chi dovrebbe garantire la fase di avvicendamento tende viceversa a consolidare il principio “dell’eterna giovinezza allo scopo di abolire i giovani”, per cui noi che abbiamo 20 – 30 anni siamo tagliati fuori, nel senso che non saremo mai gli artefici di quel processo di cambiamento ed innovazione di idee e progetti.  Ci troveremo a dover sopportare inermi la presunzione o la bramosia di chi, essendosi impossessato della scena da venti o trenta anni e avendo mostrato tutta la inadeguatezza nel porre le basi per un necessario ricambio generazionale, anziché proporsi da testimone del tempo andato, continua a rivestire il ruolo di interprete del nostro tempo e costruttore del futuro.  Noi giovani resteremo sospesi in un’eterea dimensione di dipendenza. Avremo minime possibilità di realizzazione. E non saremo in grado di scalare le gerarchie professionali, politiche e sociali, a meno che la sorte non ci abbia consegnato un cognome illustre. Basta guardare le zone alte – e non solo – della politica, dell’impresa, dei media o dell’Università per accorgersi della presenza di tanti “figli o nipoti di”. Quando forse senza la “buona parola” o il prestigio del papà o del nonno, difficilmente avrebbero potuto conseguire simili promozioni.  La speranza risiede nelle parole della più alta carica dello Stato, il Presidente Giorgio Napolitano, il quale nel discorso di fine anno difende espressamente gli istituti di democrazia diretta, atti a garantire e preservare un’effettiva e duratura partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.  Manifestare il coraggio nel voler affermare il nostro protagonismo nella determinazione delle scelte e delle decisioni che ci riguardano, significa osare, guardare oltre, trasgredire, plasmare la società del futuro, imponendo scelte, gusti e tendenze. E così divenire i veri costruttori di certezze.  Tocca a noi decidere se annaspare fino ad affogare nel fallimento delle nostre aspettative o se ispirare con un confronto maturo e sensibile un processo “rivoluzionario”, che alimenti la convinzione che CAMBIARE E’ POSSIBILE.                                                                                              * Presidente Associazione "Lavori in corso" Di seguito i casi più eclatanti, nei quali attestiamo l'effettiva sussistenza di un sistema vecchio:Romano Prodi (Presidente del Governo) - anni 68Silvio Berlusconi (Leader Opposizione) - anni 71Luca Cordero di Montezemolo (Presidente Fiat - Confindustria - Ferrari) - anni 60Antonio Matarrese (Presidente Lega Calcio) - anni 67Elio Catania (Presidente FS) - anni 61Giancarlo Cimoli (Presidente Alitalia) - anni 68Guido Rossi (Presidente Telecom Italia) - anni 76Fedele Confalonieri (Presidente Mediaset) - anni 70