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Insorgenza rivendica la vera storia della pizza


 Napoli, 10 giu. - Anche sulla pizza 'Margherita' adesso a Napoli e' polemica. Dopo l'annuncio di festeggiamenti con tanto di sbandieratori e corteo in costume per la creazione della piu' conosciuta specialita' tipica partenopea, che si attribuisce al pizzaiolo Raffaele Esposito, titolare con la moglie Rosa della pizzeria Pietro di Sant'Anna di Palazzo, a ridosso della centrale via Chiaia nei Quartieri Spagnoli, per omaggiare 120 anni fa la regina Margherita di Savoia, Insorgenza civile, comitato di cittadini che ha anche partecipato senza esito positivo alle elezioni provinciali proponendo un suo candidato alla presidenza, revisiona la 'tradizione' consacrata dai volantini pubblicitari di un ristorante-pizzeria, un tempo di proprieta' della famiglia Brandi che si diceva discendente da Esposito, e propone i suoi contro-festeggiamenti a base di volantinaggio per "ristabilire la verita'". Secondo le ricerche condotte da Insorgenza civile, per "servilismo politico" si attribui' il nome della regina savoiarda alla pizza napoletana. Margherita di Savoia, dicono le ricerche, divento' regina d'Italia il 9 gennaio del 1878 sposando Umberto I, figlio di Vittorio Emanuele II, ben 29 anni dopo la documentata nascita della pizza condita con mozzarella, olio, pomodoro e basilico. Infatti gia' nel 1830, un certo Riccio nel libro "Napoli, contorni e dintorni", ne descrive una simile; e Francesco De Bouchard nel 1866 elenca le principali pizze in marinara, calzone e la pizza margherita, cosi' chiamata gia' dal 1849 per la sua originaria forma e composizione nei pezzi di mozzarella fusi a forma di petali che in qualche modo richiamano il fiore. Ferdinando di Borbone, re di Napoli (1751 - 1825), nel 1772 violava le regole dell'etichetta entrando nella pizzeria di Antonio Testa detto n' Tuono, alla Salita S. Teresa, e la ordina; conquistato dal sapore, ne fece un euforico rendiconto alla Corte. Pure la regina Maria Carolina d'Asburgo, sua moglie, amo' molto la pizza bianca, rossa e verde; ma, se avesse immaginato che quelli sarebbero stati i colori dell'Italia unita sotto la dinastia, che avrebbe cacciato la sua e saccheggiato il Regno delle Due Sicilie, non ne sarebbe stata piu' tanto entusiasta.  Il successore Ferdinando II fece costruire nel parco della Reggia di Capodimonte un forno per le pizze da Domenico Testa, figlio dell'ormai famoso n' Tuono. Umberto I di Savoia e la moglie Margherita, in visita a Napoli nel 1889, ordinarono a Esposito pizze "napoletane" ed ebbero la marinara (pomodoro, aglio, origano e olio), la mastunicola (strutto e basilico) e la margherita.