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Desideri


INTEGRAZIONE ENERGETICAla Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per " superare i propri orizzonti" - n.18 -_______________________________________________________Carissima/o,quali sono i tuoi desideri? O meglio, sei riuscita/o a realizzare i tuoidesideri? Certo, ci sono desideri e desideri, cioè, non tutti i desiderisono uguali. Ci sono desideri piccoli, alla portata di tutti o quasi e cisono desideri grandi, che potremmo anche definire aspirazioni oaddirittura vocazioni.Sei daccordo nel dire che i desideri sono il sale della vita? I desiderisono una delle cose che muovono la nostra energia. Per realizzareun desiderio, spesso ci si da da fare, ci si muove, si va nelladirezione più adatta per cercare la spontanea realizzazione di ciòa cui si aspira e, per dirlo in modo più semplice, si mette in motola propria energia, sia attraverso pensieri, che emozioni ed ancheazioni.Già, e cosa succede se un desiderio non viene realizzato? Se ildesiderio è piccolo, cioè è una cosa banale, ci si può ancherinunciare senza particolari problemi oppure si accetta di buongrado di posticiparne la realizzazione in un tempo in cui lesituazioni saranno più propizie.Se un desiderio è più grande ed ha più le caratteristiche di unapropria tendenza, propensione, attitudine, o passione e non vienerealizzato, che cosa succede? Succede un bel pasticcio, perchèl'energia che è tesa verso la realizzazione non riesce ad esprimersiall'esterno ed allora rimane al nostro interno congestionandosi ecreandoci tutta una serie di problemi, che possono andare oltre lostato d'animo di disagio e diventare nel tempo un disturbo fisico oanche una malattia.Tutta la medicina psicosomatica, da cinquant'anni a questa parte,ribadisce il concetto che gli stati emozionali inespressi possonodiventare sintomi fisici. E' il caso di quei disturbi che nonostante leripetute terapie (chimiche, erboristiche o altro) finiscono per nonguarire mai o semplicemente allentano la loro morsa per un pò ditempo e poi ritornano. Se le radici non sono solo organiche ma ancheemozionali, la guarigione avviene nel momento in cui si trasformanole emozioni negative che le sostengono.Per ritornare ai nostri desideri o aspirazioni, succede a volte chedentro di noi ci siano due atteggiamenti contrapposti: una parte dinoi che vorrebbe tanto realizzarli ed un altra che non vuole o creacontinui impedimenti. Classico è il caso di chi continua a darsi dafare per realizzare un proprio desiderio e nonostante gli sforzi nonriesca a raggiungere il risultato desiderato.In queste situazioni è di sicuro aiuto l'Integrazione Energetica,in quanto va a individuare le parti coinvolte nel processo ed atrasformare i conflitti che si sono creati al proprio interno.Lavorando direttamente sul sistema energetico, quello che tienein piedi i pensieri e le emozioni collegate, si va a riportare equilibriotra le varie parti e la persona diventa quindi libera di operarele scelte più opportune per lei.A volte è successo che lavorando su un desiderio, la persona si siaresa conto che quel desiderio stava in piedi solo perchè generavaun'illusione. Faccio un'esempio. Una signora era solita spendere unbel pò di soldi ogni settimana per acquistare abiti lussuosi. Pensava,con questo comportamento, di risultare maggiormente al centrodell'attenzione della gente e poter quindi essere più amatae rispettata. Dopo il trattamento di Integrazione Energetica, capìche si può essere ben voluti ed amati, non tanto per gli abiti che siindossano ma per altri motivi. Ad esempio, si è più amati per quantopiù amore si dà agli altri. Una bella conclusione, non credi?Un abbraccioAndreaapar05@libero.it________________________________________________________*****Storie vereIn questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accaduto che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica. Ecco la storia di questo numero:Vittoria venne da me su consiglio di un'amica e soffriva da anni didepressione. Era da sempre in cura farmacologica e spesso eraricorsa a quei gruppi di sotegno per persone che soffrono di questoproblema.Le chiesi subito quando era cominciata ad apparire questa"depressione" e lei disse che non si ricordava bene in quanto era daalmeno trent'anni che ne soffriva. Le dissi di provare a ricordarein che periodo era iniziato il tutto. Con molta fatica si concentròun pò e fatti gli opportuni collegamnenti mi disse che la depressioneera cominciata ad arrivare sette/otto mesi dopo la nascitadel suo primo figlio.Le chiesi che cosa aveva rappresentato per lei il primo figlio.Mi disse che per lei diventare mamma era stato una specie di shockin quanto, da un giorno all'altro, si era trovata tra le braccia questacreatura, e lei non sapeva da che parte iniziare a trattare con unneonato, visto che non parlava e spesso piangeva in modoapparentemente immotivato. I suoi genitori abitavano lontanoe la suocera era sempre impegnata nelle sue attività, per cui nonc'era nessuno a darle una mano in questa situazione.Quando si era sposata, era andata ad abitare nella città del maritoed aveva iniziato a svolgere un'attività nella piccola azienda dellafamiglia di lui. Il lavoro le piaceva molto e man mano avevacominciato a ricoprire dei ruoli sempre più importanti nell'azienda.Stava facendo carriera e ciò la entusiasmava davvero molto.Poi, la coppia decise di fare un figlio e nell'arco di nove mesi la vitadi Vittoria cambiò radicalmente. Dal lavoro entusiasmante passòalla solitudine della sua casa con questa nuova creatura chele creava ansie ed apprensioni da gestire da sola. Il marito passavatutta la giornata in azienda e non vedeva altro che il lavoro; non leera di nessun aiuto.Il peggio arrivò quando, dopo un bel pò di mesi, Vittoria espresseal marito la volontà di ritornare al lavoro, almeno qualche oraal giorno. Si sentì rispondere da lui e dal resto della sua famigliache era meglio restasse a casa a curare il figlio e che comunque,in sua assenza, avevano assunto un'altra persona per ricoprireil suo ruolo.Fu dopo poco tempo che Vittoria cominciò a manifestare i sintomidel suo disturbo. Avevamo finalmente individuato le cause dellasua depressione. Il rifiuto del marito, il sentirsi messa da parte,il divieto di fare un'attività che le piaceva, avevano creato unamiscela esplosiva che l'avevano portata a manifestare il suodisturbo sempre più intensamente e per tutti questi anni.Servirono alcune sedute per riequilibrare un pò tutta la situazione,perchè ovviamente si erano creati conflitti, sensi di colpa, emozioninegative a non finire. Alla fine Vittoria recuperò il suo equilibrioe riuscì ad affrontare la propria vita in modi nuovi. La sua energiainteriore si era rimessa in moto, non più congestionata datutto quanto si era scatenato dentro di lei a seguito di quegliavvenimenti. In seguito al suo ritrovato benessere, aveva scelto difare un pò di volontariato e ciò la faceva sentire di nuovo vivaed utile, finalmente.***** Ti auguro di raggiungere quella libertà interiore che ti permette di operare le scelte migliori per te *****