silenzio assenzio

lele tremens


Una possibilità signori, chiede solo una possibilità, una soltanto. Guardatelo, non  è nient’altro che un povero ragazzo-volpe, un reietto. Guardatelo e ditemi se è davvero in grado di mettervi paura.... e lasciate perdere i lividi, signori. Lasciate perdere anche le catene... quei signori pensano che trascinandolo qui in manette vi verrà più facile immaginarlo sulla sedia elettrica ma noi conosciamo la verità, signori e signori... (li guardava tutti nei loro stupidi occhi umani), se il mostro è lui signori, noi allora, cosa siamo Noi? Non vi chiedo di farvi un esame di coscienza poiché non voglio domandarvi di fare qualcosa  che lui stesso non potrebbe mai fare.... ma il punto è proprio questo, non potete giudicarlo secondo regole che non può seguire... (balbettii e colpi di tosse; la sedia della donna in prima fila che scricchiola) sappiamo tutti che ha stuprato i vostri cavalli, sgozzato i vostri cani e sussurrato incantesimi nelle vostre proprietà... voi stessi lo avete visto mentre faceva tutto questo..  ma di cos’altro dovrebbe vivere un ragazzo-volpe? Non ha colpa della sua natura, né coscienza delle sue miserie. e’ una creatura di seconda scelta, e come tale agisce. Non spiegategli regole che non chiedereste di seguire a nessun altra creatura senza il dono dell’anima. È figlio di un uomo signori, lo sappiamo, ma il ventre che accolse quel seme... conosciamo tutti il nome di quell’abominio... è quello che guida le sue azioni. Vi somiglia ma non è come voi. I suoi istinti sono sottili, i suoi pensieri oscuri e i suoi sfoghi sessuali blasfemi ma come si dice, non si può estrarre sangue da una rapa... (sorride e guarda la corte con benevolenza) (il ragazzo volpe increspa le labbra e mostra un canino bianco di perla, sente i muscoli delle cosce fremere) ...per questo ora vi chiedo di non usare il metro degli uomini, per misurare le sue colpe. Giudicatelo secondo coscienza, severamente anche. Ma con giustizia. Quando lo portano fuori il ragazzo volpe-non dice una parola, annusa l’aria e sente un leggero prurito sul petto  attorno ai capezzoli, dove il manto rossiccio sta ricominciando a crescere.  Tutti i giornalisti gli sono intorno. Scariche di flash. Il ragazzo volpe sente l’odore delle notti nei boschi e dilata le narici. ... –hei ragazzo qui! aspetta! È vero che quelli della vostra specie sentono l’odore della paura fino alla distanza di quaranta chilometri?-, ... -si dice che tu abbia accettato di combattere nel Buco per il vecchio Smoke, c’è qualcosa di vero?... è vero che hai chiesto un ingaggio principesco?- ... –si dice anche  che conosci i segreti di Xtulu e che pratichi la santeria, che conosci la strada per i cancelli di Agarthi e che puoi trasformarti nell’ombra del tuo nemico, cosa puoi dirci?-. altra scarica di flash. -hei figlio di un troll, i ragazzi che ti hanno preso lassù vanno in giro a raccontare che prima di portarti in città ti hanno legato le zampe ad un ceppo  e poi ti hanno fatto la festa a turno... dicono che mugolavi come una cagna in calore con la canna del fucile su per il buco... è vero ragazzo cagna?Il tizio che ha fatto la domanda è un uomo sulla cinquantina, sulla testa uno stupido cappello di feltro, la faccia rubizza. Gli occhi piccoli e rotondi della preda. La camicia, troppo stretta di un paio di misure, rifiuta di allacciarsi attorno al collo. Sghignazza e protende un microfono verso la vittima in catene. Il ragazzo-volpe si ferma e torna a mostrare i canini color perla. Il pelo attorno ai capezzoli prude. il ragazzo-volpe guarda il microfono. Vuole parlare, pensa la gente. Il ragazzo volpe allunga la mano,  il microfono sfila oltre l’avambraccio coperto di pelo e si aggrappa alla manica di quella camicia troppo stretta. La sua furia è un attimo. Uno sparo del silenzio. Le fauci del ragazzo-volpe si stringono attorno al microfono, si serrano per non mollare. Urla di terrore. urla di dolore. Il tizio si contorce, fa capriole nel suo stesso sangue, il suo braccio ancora stretto nella morsa. Il ragazzo-volpe sente la gioia del sangue che, scivolando, canta nella sua gola. Perde la vista dal piacere e sente la vita scorrere nelle sue vene. Tutti attorno urlano, calci nella schiena del ragazzo-volpe. Flash. Flash ovunque. Qualcuno cerca di liberare il tizio dalla presa. Saltano fuori i poliziotti. I manganelli. Gli spaccano la schiena a bastonate. Botte su botte. un linciaggio in piena regola. Il ragazzo-volpe continua a stringere la presa. Gli saltano tre costole. Altri flash. La gente urla. -Molla bastardo! Molla!- Se potesse, il ragazzo volpe, ululerebbe. Il suo sangue si mischia a quello del tizio che sta martirizzando. La sua gioia è incontenibile. Il suo cazzo si gonfia e preme dentro ai jeans.