Bene, ho scelto il
carattere con cui scrivere, la musica, il momento.
Da pochi giorni ho
scoperto Giovanni Allevi, un pianista di cui prima non conoscevo nulla, ora in
due giorni ho ascoltato già tutti i suoi dischi, e ora sono qui alla tastiera a
scrivere, battendo i tasti e ascoltando assoli di pianoforte, mi sembra quasi
di suonare sulla tastiera ciò che sento all’orecchio.
Non so il titolo del
motivo che sto ascoltando, nemmeno mi interessa perché mi suggerirebbe un
pensiero, indirizzerei ciò che la musica mi fa provare verso ciò che il titolo
suggerisce, quello che è vero è che il suono del pianoforte è immensamente
bello e ha la capacità di catapultarti in un mondo che non esiste, un mondo al
si sopra di qualsiasi essere terreno, arriva a toccare il mondo dei pensieri,
forse arrivando addirittura oltre. Ti fa sognare, la musica è come se
scivolasse lungo i tasti di uno strumento a corda la cui forma già da’ l’idea
dell’armonia e della bellezza. Piano, forte, intensità, dolcezza, velocità,
purezza nelle note che si susseguono mano a mano che le dita del pianista si muovono
seguendo con la mente l’intreccio della melodia e tu ascolti. Ascolti in
silenzio ed è come se venissi sollevato da terra e cominciassi a vedere le cose
dall’esterno, come se la tua vita per un momento fosse circondata da una pace
immensa che ti avvolge nella bellezza della solitudine, sei tu e il suono del pianoforte.
Tu e la musica. È come se quel piano-forte lo stessi suonando tu, come se il
pianista che ha scritto questa melodia avesse disegnato la tua anima con delle
semicrome e delle minime, e te la senti addosso, la senti tua, la senti viva in
te. È una sensazione che solo la musica
ti sa dare, e mentre digito queste parole, seguo il tempo della musica,
e si fondono perfettamente le mie dita, il mio scrivere con quello che le mie
orecchie stanno ascoltando, è una sensazione magnifica poter accompagnare a
tempo di musica il proprio pensiero sulla carta.