Creato da rivoluzioneGentile il 28/02/2011
attività suggerimenti e libri per bambini, genitori e insegnanti

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 

 

Mio figlio ha 4 anni: Incidenti nelle funzioni di evacuazione

Post n°9 pubblicato il 14 Aprile 2011 da rivoluzioneGentile
 
Foto di rivoluzioneGentile

All’età di 4 anni il bambino solitamente controlla i muscoli dello sfintere e della vescica. In alcune occasioni però, per esempio quando è spaventato, questo controllo  diminuisce o scompare. Non meravigliamoci quindi se un bambino di fronte a una nuova situazione se la fa addosso.

Mi scappa la pipì...

Reagire con eccessivi rimproveri e ira aumenta “la paure” nel bambino e quindi il ritorno alla situazione normale è più difficile. E’ importante invece capire qual è il motivo, rivolgendo l’attenzione sulla  causa piuttosto che all’incidente in sé.
L’età in cui i bambini imparano a non bagnarsi di notte varia tantissimo, anche nell’ambito della stessa famiglia. Per questa ragione, se tuo figlio ha quattro anni,  non preoccuparti troppo!

Fonte: Mio figlio ha 4 anni, Elsie L. Osborne, Armando Editore

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Anoressia - Uscire dal tunnel

Post n°8 pubblicato il 06 Aprile 2011 da rivoluzioneGentile
 

L’anoressia non è una malattia come tutte le altre, è molto più ingannatrice e ambigua. Si insinua poco a poco, senza farsi scoprire, di soppiatto… e la maggior parte delle volte nessuno, nemmeno la persona ammalata si accorge che sta crescendo. Eppure ci sono dei segnali, possiamo anche chiamarli sintomi, dei piccoli atteggiamenti e comportamenti che sono rivelatori. Se avete dei dubbi, se siete preoccupati o sospettate che qualche vostro famigliare o una vostra amica stia entrando nel tunnel dell’anoressia, leggendo questo libro sarete in grado di capire. Se, invece, siete voi stessi a soffrire di questo male, ma non riuscite a identificarlo, leggendo questo libro capirete se è l’anoressia che vi sta affliggendo.

In questo libro, corredato di illustrazioni e fumetti a colori che semplificano e, talvolta, sdrammatizzano la lettura, l’Autrice riesce a spiegare questo male in modo chiaro e diretto e vi aiuterà a identificare la malattia, vi accompagnerà lungo il difficile percorso che dovrete affrontare, vi consiglierà persone e strutture a cui rivolgervi, vi fornirà una bibliografia integrativa per dimostrarvi che sì, di anoressia si può guarire!

 

Rébecca Shankland è psicologa clinica specializzata in problematiche dell’adolescenza. Attualmente lavora nel campo della prevenzione dei disturbi dell’adolescenza per l’Ospedale René Huguenin e per l’associazione Imp-Actes.

 

LINK PER LEGGERE LE PRIME 21 PAGINE

 

del libro di Rébecca Shankland, Anoressia. Uscire dal tunnel, traduzione dal francese di Federica Tummillo, Armando Editore, 2 febbraio 2011

 

www.armandoeditore.it

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Giochi intelligenti: Nomi gemelli

Foto di rivoluzioneGentile

I bambini apprendono di avere un nome quando sono piccoli. Più tardi, scoprono che il loro nome può essere scritto e letto.

Di seguito le indicazioni per giocare a “NOMI GEMELLI”, tratto dal libro di Barbara Sher, Il gioco intelligente, 101 giochi facili per stimolare l’intelligenza del bambino. Armando Editore.

Gioco per una o due persone consigliato fino ai 6 anni di età.

 

MATERIALI

Penna

Carta

Forbici

Facoltativo: colla in stick

 

ISTRUZIONI PER L’USO

Scrivete il nome del vostro bambino su un foglio di carta in stampatello.

Riscrivetelo in fondo al foglio e tagliate quest’ultima versione, dividendo la striscia di carta in quadrati che contengano una lettera ognuno.
Tenendo vostro figlio seduto in grembo oppure accanto a voi, prendete la prima lettera del suo nome e aiutatelo a trovare la lettera uguale sul foglio di carta.

 

VARIANTI

1. Aggiungete altre lettere di modo che il bambino debba distinguere le lettere contenute nel suo nome da altre lettere;

2. Fate lo stesso gioco con i nomi di queste lettere.

 

CHE COSA SI IMPARA

I bambini imparano che i loro nomi sono composti da lettere e al contempo, imparano anche i nomi di queste lettere.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Essere fratelli… Perché a lui sì e a me no?

Il desiderio dei figli di essere uguali li porta ad imitarsi: l’uno cerca di avere e di fare le stesse cose dell’altro.

Ogni figlio lotta con i due bisogni: sentirsi simile all’altro e  non essere mai come lui.

Nonostante si impegnino in ciò sarà difficile per il piccolo ottenere gli stessi risultati di quello più grande e viceversa.  Inizia così la ricerca dell’uguaglianza quasi mai raggiungibile.
Non riuscendo ad essere uguali i fratelli cercano di essere diversi e alcune volte nel farlo perdono il senso della misura, spesso a causa anche di interventi poco delicati dei genitori.

Riporto di seguito un esempio tratto dal libro “Essere fratelli. Scontri e incontri, di F. Berto e P. Scalari, Armando Editore.

“«Guarda tuo fratello com’è ordinato»; il padre rincara la dose: «tuo fratello sì che mi dà soddisfazioni, tu invece sei solo capace di farmi preoccupare!». La madre non lascia cadere sul discorso e rivolgendosi alla figlia afferma: «Se tu avessi anche una minima parte della volontà e della tenacia di tuo fratello saresti sempre promossa, ed invece non gli assomigli per niente».
Il papà, a questo punto inizia a rimproverare la ragazza: «Ma perché non aiuti la mamma a preparare la tavola? Tuo fratello, quando è a casa lo fa sempre»”.

Essere fratelli

Questi confronti possono scatenare l’effetto opposto cosicché il figlio anziché imitare il fratello lodato, potrebbe decidere di sentirsi il più possibile lontano da lui per paura di non poter raggiungere mai i suoi risultati. E così diventa il suo rivale negativo.
E’ questa logorante modalità di confronto a portare i figli alla domanda “Perché a lui sì e a me no?” e a compilare una sorta di “di registro contabile” relativo alla quantità dei privilegi distribuititi dai genitori alla famiglia.

Il senso di ingiustizia, patito da entrambi i figli, fa covare risentimenti che trovano modo di esprimersi con l’insofferenza dell’uno nei confronti dell’altro e di tutti e due nei confronti dei genitori.

Questo meccanismo si può interrompere, modificare e cambiare: i genitori dovrebbero rispondere in modo diversificato ai bisogni dei propri bambini, cercando di fargli capire che non sono tutti uguali e che ognuno deve fare i conti con il proprio trattamento. Bisogno di emulazione e  di originalità contribuiscono allo sviluppo della personalità del bambino.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Mio figlio ha un occhio rosso

Post n°5 pubblicato il 21 Marzo 2011 da rivoluzioneGentile
 
Foto di rivoluzioneGentile

Vostro figlio ha  un occhio rosso (o tutti e due) e lacrima. Dice di non sentire dolore ma ha la l’impressione di avere un corpo estraneo. Si strofina gli occhi e le palpebre.

Potrebbe trattarsi di una congiuntivite: infiammazione della congiuntiva, membrana sottile  che ricopre l’interno delle palpebre.

Se la congiuntivite è di origine infettiva (batteri, virus), solo il medico può stabilire se si tratta di un’infezione di origine batterica o virale. Una congiuntivite batterica  spesso provoca secrezioni gialle (pus) e al mattino si ritrovano le ciglia incollate; invece irritazioni più forti, specialmente nell’angolo interno dell’occhio con lacrimazione a carattere stagionale, segnalano spesso una congiuntivite allergica.

 

Che fare?

Se vostro figlio ha gli occhi rossi per aver fatto un bagno prolungato o per essere stato esposto al fumo, può bastare questa cura.

Pulite entrambi gli occhi più volte al giorno con una soluzione fisiologica o una soluzione oftalmica usando una garza sterile. Aspettare 10 minuti e poi applicate una o due gocce di collirio antisettico per evitare ogni infezione.

 

ATTENZIONE

Le congiuntiviti batteriche e virali sono molto contagiose: per non contaminare tutta la famiglia evitate di usare lo stesso asciugamano e lavate con cura lemani di vostro figlio spiegandogli che non deve strofinarsi gli occhi.

 

Consultate rapidamente in medico in caso di

-       persistenza dei sintomi (più di 48 ore);

-       dolore o alterazione della visione;

-       rigonfiamento (edema) delle pupille di un lattante;

-       sintomi associati: raffreddore, mal di testa, vomito. le congiuntiviti ripetute in un lattante possono segnalare un’ostruzione del canale lacrimale e richiedono l’intervento di un oftalmologo.

 

Lavatevi sempre le mani prima di toccare gli occhi.

 

Fonte: Christine Julien, Gli incidenti dei vostri bambini. Avere riflessi pronti in tutte le occasioni, Armando Editore, 2009.

 

 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

gennyna20lorenzocafuerisi.84ara_francescavikulia81mor.chigofantagomilanomichelesurlydollsarasimonapaurorafabioawioonashaq.bssaviruzzu83mbrighe73carmendaraio
 

Ultimi commenti

Molto interessante, buongiorno
Inviato da: mumonboard
il 23/03/2011 alle 10:08
 
Fortunatamente, almeno questa non ce l'ho! ciao
Inviato da: mumonboard
il 08/03/2011 alle 14:11
 
:))
Inviato da: rivoluzioneGentile
il 07/03/2011 alle 16:21
 
2 e 5, è scritto nel mio blog :) Ciao
Inviato da: mumonboard
il 04/03/2011 alle 11:56
 
:) quanti anni hanno?
Inviato da: rivoluzioneGentile
il 03/03/2011 alle 15:21
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963