Creato da: superdanny il 02/11/2007
Vità reale o Avatar su MSN, dov'è la differenza?

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Sono io o il mio Avatar?

Post n°1 pubblicato il 02 Novembre 2007 da superdanny
 
Foto di superdanny

Era circa 15 anni fa quando ICQ si affacciava timidamente sul web sfruttando un’idea che era già nell’aria: trovarsi su internet.

Si viveva in un periodo denso di cambiamenti sociali e culturali. La privacy e l’ambiente “Famiglia” erano già sviliti dall’avvento del telefono cellulare, vero e proprio intruso nei nostri rapporti diretti con le persone.

Il principio era ovviamente lo stesso dei programmi di messaging di adesso, ovvero permettere agli altri di sapere quando siamo online e viceversa (pensate, un occhio che sa come trovarci anche dentro casa). Il sistema ebbe discreto successo, l’idea è piaciuta subito vista anche la sua economicità. Negli anni si sono sviluppati anche gli altri sistemi di messaging recuperando terreno e addirittura superando di gran lunga ICQ, il primo ad avere successo. Il solo MSN Live Messenger oggi conta 10.305.000 utenti registrati, questo a riprova che l’occhio di internet è entrato praticamente nelle case di tutti gli italiani.

Cosa ha reso possibile questo favoloso successo? Il pretesto è sempre quello di poter comunicare gratis con amici e potersi confrontare utilizzando mezzi più duttili del cellulare. Questo però è solo quello che si vede di un fenomeno sociale che sta influenzando la nostra cultura e che “condiziona” la metà dei giovani.

Inizialmente psicologi e sociologi hanno visto con cauto ottimismo questo nuovo fenomeno di massa già preoccupati della perdita di valore di alcuni rapporti fondamentali nello sviluppo cognitivo e sociale dei ragazzi.

Cosa fa un ragazzo appena torna da scuola?

Si collega ad msn! Questa è ormai un’abitudine che sebbene non sia in se stesso obbligatoriamente negativa porta ad un comportamento generale molto più ampio che anche all’interno delle mura domestiche porta “estranei” che dopo poco vengono considerati alla stregua dei genitori se non più importanti. Il rapporto genitore-figlio già in crisi per il poco tempo disponibile per comunicare subisce così un colpo ancora più forte e si trova svilito nell’unico posto dove la famiglia deve essere realmente riconosciuta.

Cosa accade allora?

I ragazzi si avvicinano dapprima timidamente a questo nuovo strumento, spesso invitati da compagni di classe e amici. Poi dedicandogli ogni momento libero della giornata (dopo la scuola, dopo pranzo, dopo cena) si diventa sempre più curiosi e si cerca di sperimentare piccole cose, dalla creazione di scritte carine alla realizzazione di un blog personale. In questo continuo sperimentare non si cerca di rimanere anonimi, si cerca invece un alter-ego, uno sdoppiamento della propria personalità. Questo prende un nome preciso per gli internettomani, si chiama Avatar.

Cos’è un Avatar?

Avatar è la nostra identità su internet. Dapprima ha le nostre sembianze, età carattere e immagine, è il nostro modo per far parte della comunità. Poi con il passare delle nostre ore sul web e con il maturare dei rapporti telematici si trasforma prendendo nuove sembianze. È il momento di realizzare il sogno, diventare quella persona perfetta che abbiamo sempre immaginato. Parlarsi via internet, senza avere nessuno davanti, magari per tante ore al giorno, porta ad essere più aperti, a dire tutto e a confidarsi più facilmente. Però con chi? Spesso con ragazzi che si trovano nella stessa situazione e che cercano di essere nella rete quelle persone straordinarie che non hanno il coraggio di essere nella vita reale. Quindi tutti si confidano con “amici” che non vedono l’ora arrivi il loro turno per fare lo stesso e questo va avanti secondo regole precise: partecipazione alle vicende e continuo appoggio, mai un rimprovero o un pensiero attento alla realtà.

Cosa succede poi?

Si crea un rapporto irreale dove tutto va sempre bene oppure dove tutto va sempre male per avere la comprensione sistematica del nostro interlocutore, dove continuiamo a ingigantire le situazioni per avere ancora più comprensione e avere quell’illusione di sentirsi compresi e importanti.

Le conseguenze nella vita reale?

Per capire quanto questa nuova identità influenzi i ragazzi basti pensare a quante volte questi rinuncino ad uscire con gli amici per rimanere a casa per “coccolare” il proprio avatar. Si rinuncia più volentieri a ciò che è vero correndo dietro a quest’illusione pensando possa essere più facile. Nel fantastico mondo di MSN nessuno ci rinfaccia comportamenti sbagliati, scarso impegno nelle cose che facciamo.

L’effetto chiaro nella vita di tutti i giorni è questo scostamento dalla realtà, il non essere più in grado di distinguere le cose reali da quelle immaginate, i rapporti veri da quelli elettronici. La vita reale a questo punto diventa difficile, un posto dove le persone sono quello che sono, dove ad ogni nostro comportamento c’è una reazione dell’ambiente che ci circonda, e dove in realtà non si può apparire e sparire con un click.

 
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