IO CE L'HO PROFUMATO

L'ADDIO AL NUBILATO


Io ho partecipato ad un addio al nubilato, giuro.Non come spogliarellista, anche se il mio fisico scultoreo me lo permetterebbe, bensì come amico del fratello della sposa. Vabbè, si sarà capito, non è stato proprio sodoma e gomorra, è stata una semplice cena di augurio.Gli uomini eravamo in tre, perché c'era anche un altro amico che, come me, non conosceva le altre invitate. Le quali erano tutte colleghe della sposa, e quindi (odite, odite) ginecologhe.Quando ho scoperto sta cosa mi sono entusiasmato, pensando "e quando mi ricapita che, in una tavolata, tutti i commensali abbiano almeno un interesse in comune?", pregustavo già un fitto scambio di opinioni e speravo che, entrati in confidenza dopo qualche bottiglia di vino, ci avrebbero pure insegnato dei trucchetti, facendoci giurare di non dire niente a quelli dell'Ordine.Invece, per tutta la serata, la tavolata è stata praticamente divisa in due tronconi: le donne, che parlavano dei vestiti scelti per la cerimonia, e gli uomini, che discutevano dell'importanza della sovrapposizione dei terzini sulle fasce laterali nel quattro-quattro-due.Io ogni tanto origliavo, nella speranza che a qualcuna si fosse presentato un caso interessante da condividere con le colleghe. Che so: una donna con due clitoridi, un'inversione di grandi e piccole labbra, una vagina canterina che facesse da seconda voce quando la paziente cantava "Pensieri e parole" nei falò sulla spiaggiaPaziente: davanti a teeeeee ci sono ioVagina: dammi forza mio DioPaziente: o un altro uomoVagina: chiedo adesso perdonoAssieme: e nuove notti e nuovi giorniPaziente: cara non odiarmi se puo-o-o-oiiiiiiiE, mentre gli amici della cantante guardavano sotto le barche rovesciate per capire da dove cazzo venisse il controcanto, sempre più difficilePaziente: conosci meVagina: che ne sai di un viaggio in InghilterraPaziente: quel che dareiVagina: che ne sai di un amore israelitaPaziente: perché negli altri ritrovassi gli occhi mieiVagina: di due occhi sbarrati che mi han detto bugiardo è finitaBuche nella sabbia, cabine forzate ("mi sembra che la voce venga da qui dentro, presto!"), fidanzatini romantici picchiati, fino all'arrivo del 113. Origliavo, dicevo, ma niente da fare, non si sono fatte scappare una parola.E così, un po' annoiato, ho cominciato a bere più del dovuto, fino a perdere il controllo dell'individuazione dell'interlocutore.Ero allegro, però.Ne sarà stata felice la mia distintissima vicina di posto, che in tal modo ha potuto ascoltare una selezione dei miei migliori pensieri, tipo "è pur sempre un addio al nubilato, quasi quasi mi metterei io nella torta per vivacizzare la serata con uno stiptease, se il solo pensiero del filo del perizoma tra le chiappe non mi facesse accapponare la pelle. Com'è che a voi donne non càpita?"E avrà anche apprezzato che, alla domanda rivoltale senza malizia dal terzo amico "esistono andrologi donna?", io sia intervenuto per sollevarla dal possibile imbarazzo, rispondendo al suo posto "certo che ci sono".Anche se, a pensarci bene, forse avrebbe apprezzato ancor di più se avessi evitato di aggiungere "soprattutto senza laurea".